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Civita di Bagnoregio, la "Città che Muore"

Il nostro tour prosegue da Arezzo, all'interno della regione Toscana, verso le terre Laziali, per giungere verso Civita di Bagnoregio. Leggi anche il percorso precedente >>

La mattina seguente ci svegliammo di buon ora per poter fare colazione e vagliare le opzioni dell'itinerario se affrontare o meno le due ore di macchina per andare a Civita "La Città che Muore" una frazione del comune di Bagnoregio, oppure scegliere una meta più vicina.
Alla fine la decisione fu presa; proseguimmo lungo l'autostrada in direzione di Orvieto, dove uscimmo alla volta delle colline umbro – laziali. Il tragitto si snodava fra le curve a gomito, tornanti stile formula uno e pazzi scatenati che si districavano sull'asfalto come se fossero in un Gran Premio di F1. Arrivati a Bagnoregio, lasciammo la macchina nel primo parcheggio disponibile prima di arrivare alla zona del “bel vedere” da dove iniziava il sentiero ed il panorama fiabesco si apriva al nostro sguardo, dove a troneggiare era la cittadina di Civita arroccata su di un crostone di roccia alla quale ci si accede solamente mediante un ponte pedonale, che per chi soffre di vertigini non è il massimo, ma ne vale la pena. La cuspide rocciosa sulla quale la città era stata creata si ergeva alta nel mezzo della vallata, e mentre ci avvicinavamo alla porta della cittadina da dietro sentimmo uno strano suono, un piccolo trattorino stava arrancando a velocità moderata con relativo rimorchio sul quale erano caricati grossi vasi in ceramica e sacchi di ogni tipo, solo il mezzo meccanico prendeva tutta la larghezza del ponte. Qui ovviamente le auto non ci sono, sarebbe come vederle in giro per Venezia!!

Il nome della cittadina Civita di Bagnoregio "la città che Muore", vuole rimarcare la questione che gli abitanti residenti sono solamente 8, quindi tutto il villaggio è pressoché disabitato durante la stagione non turistica, inoltre il promontorio argilloso si sfalda lentamente, tanto che la città scomparirà nel giro di qualche tempo. Attraversando le viuzze arrivammo al giardino delle grotte, indicato da una anziana signora seduta al sole del caldo meriggio. Le grotte erano cavità scavate nella roccia viva, dove un tempo si praticavano i mestieri, come la ferratura del cavallo o l'affilamento dei coltelli, il tutto ovviamente a strapiombo sulla scarpata.
Terminato il nostro tour tornammo alla macchina e ci avviammo verso Bolsena attorniata dall'omonimo lago.
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Veduta di Civita di Bagnoregio
Il ponte di collegamento della città vecchia
Porta d'ingresso alla Città
Balconate a strapiombo
Chiesa di S.Donato
Acuni edifici della città vecchia