ECONOMIA

DELL'EMILIA ROMAGNA


L’Emilia Romagna è una terra che con il mattarello ci sa fare eccome, basti pensare alla pasta fresca e per magia ecco che subito ci viene in mente questa ridente regione. Dalle mani dei mastri pastai escono tagliatelle, tortellini, cappelletti e ogni forma di pasta. Come condire tutte queste bontà? Ovviamente con un ottimo ragù alla bolognese, mentre per i tortellini e i cappelletti un corposo e saporito brodo di cappone, oppure con l’aggiunta assieme alla carne da lesso di una crosta di Parmigiano Reggiano e anche il gambuzzo del prosciutto crudo di Parma, ingredienti che faranno saporito il vostro brodo e i complimenti dei commensali sono assicurati.
Nel Modenese i piatti della tradizione sono la bomba di riso ( pasticcio di riso con piccione), cotechino con le lenticchie, mentre il dolce caratteristico della campagna è l’amaretto di San Geminiano. Da non dimenticare la famosa Tigella, che in verità si dovrebbe chiamare crescentina ( in quanto la tigella è la pietra sulla quale si scalda la pasta): un piccolo panino rotondo schiacciato alto 1 – 2 dita con un diametro di 6-8 cm, la quale è servita calda al commensali, la quale si farcisce con ogni cosa sovviene alla mente, dall’affettato misto, al lardo con una spolverata di parmigiano, sino ad arrivare alla cioccolata! Un tripudio di sapore che si affianca al gnocco fritto, fogli di pasta fritta in pentoloni di lardo che gonfiano all’istante il foglio rettangolare di pasta, che si rileva una bomba di colesterolo, ma per il palato è una prelibatezza , anche questo si sposa con ogni ripieno voi vogliate.
Nella provincia di parma un piatto caratteristico sono i tortelli con le erbette e la trippa con i cardi alla parmigiana.
Salendo al confine con la Lombardia ecco Piacenza, dove un piatto caratteristico sono i pisarei e faso ( piccolissimi gnocchetti conditi con sugo di fagioli), ma in questa provincia ha molta importanza anche la carne infatti fra i vari piatti si ricordano lo stufato di capretto, la lepre e la picula ‘d caval ( carne di cavallo in umido).
Spostandoci verso il nord est la provincia di Ferrara è caratteristica per il dolce panpepato e i mostaccioli ( ciambelle) oppure la torta di tagliatelle.
In Romagna il piatto che tutti conoscono per eccellenza è la piadina, è come una pizza con un diametro di 25-30 cm, solo che è alta circa 2-3 mm, si adatta perfettamente con ogni farcitura che si adagia al suo interno e la si chiude a portafoglio sopra la piastra calda, in modo che tutti i sapori si amalgamino sino a quando tutta la pasta non è scaldata. Oggi la Piadina ha ottenuto il marchio IGP, questo prodotto risale al XIV sec. Un altro formaggio del versante Romagnolo è il formaggio di Fossa, il quale fu scoperto nel XV sec. sull’Appennino, tale scoperta fu fatta casualmente lasciando il formaggio classico all’interno di buchi fra i sassi a stagionare per tre mesi, questa stagionatura dava al formaggio un profumo e un sapore molto deciso. Tale formaggio è soprattutto ricavato dal latte di pecora. Il formaggio di Fossa è prodotto soprattutto nella provincia di Forlì – Cesena e nel Riminese.

Prodotto rinomato in tutto il mondo è l’aceto balsamico di Modena, invecchiato all’interno di piccole botti, che dona sapore e gusto al prezioso oro nero.
Non è solo l’aceto ad essere identificato con una città Emiliana, anche il prosciutto crudo di Parma è un altro simbolo del gusto Emiliano celebre nel mondo.
Il Parmigiano Reggiano, uno fra i re dei formaggi da pasto e da condimento, si identifica tutta la parte geografica dell'Emiliana, in quanto solo in questa sezione della regione è possibile produrre questo formaggio, primo fra i formaggi nazionali ad essere esportato all’estero.
Anche la mortadella di Bologna ha acquistato nel tempo e nello spazio un suo valore aggiunto e un podio fra i salumi più mangiati al mondo, difatti questo salume risale all’epoca degli antichi Romani. Tale notorietà e prelibatezza le ha conferito il marchio IGP.
Un altro insaccato che nel tempo si è conquistato il marchio DOP è il salame Piacentino, il quale già nel XVIII era esportato nelle grandi corti del nord Europa. Ancora oggi per la creazione di questo salume c’è bisogno della mano dell’uomo e non solo quella delle macchine.

Tutta la regione custodisce al suo interno un cuore pulsante dedito alla viticoltura, che dona alle cantine vini prelibati. Partendo dal Piacentino abbiamo: Gutturnio e il Malvasia, scendendo nel Parmense: Malvasia di Candia, Barnera, Bonarda e Moscato Bianco. Passando per Reggio e Modena si attraversano le terre del Lambrusco, un vino dolce da pasto, i tra i quali ricordiamo in assoluto il Lambrusco di Sorbara DOC, Grasparossa di Castelvetro e il Salamino di Santo Croce sempre con etichettatura DOC. Nella vicina Bologna si ottengono uve per Sauvignon Blanc, Pinot Bianco, Chardonnay, Barbera, Merlot e Cabernet Sauvignon, oltre al Pignoletto. Arrivando in Romagna le uve mutano diventando ottime per l’Alba di Romagna e il Sangiovese di Romagna, ed in fine il territorio del “vino delle sabbie”, che si estenda lungo la fascia costiera e il delta del Po, dove si producono il Boscolo Eliceo DOC, il Fortana, il Merlot, Sauvignon e il Bianco del Bosco.