Nel XIX sec. fu scoperta una sorgente di acque sulfuree, che venne da subito utilizzata per la cura della persona. Attorno a questa sorgente nacque un complesso terapeutico, ma anche un parco che si estende per diversi ettari accessibile liberamente dalla comunità , il quale si trova all'interno dell'Autodramo.
La città di Imola ha un secondo polmone verde, costituito dal Parco Tozzoni, il quale fu acquistato dalla famiglia Tozzoni nel corso dell'800 per farne una riserva privata di caccia. Fu donato al comune di Imola nel 1974 dall'ultima erede della famiglia e aperto al pubblico qualche anno più tardi.
La città di Imola può vantare un primato assoluto, quella della prima Cooperativa Operaia, la quale nacque a seguito della cessione dell'azienda di Maioliche da parte del fondatore Giuseppe Bucci ai propri operai. Da qui nacquero in successione molte altre cooperative, che hanno portato lavoro e benessere ai cittadini imolesi e non solo: 3Elle (1908 lavorazione legno), SACMI (impianti e packaging 1919), CEFLA (1932 impianti fontanieri e lattonieri) e CESI (Cooperativa Edile 1978).
Nel settore creditizio si deve riscontrare la nascita della Banca Popolare di Imola nel 1871 e successivamente nacquero le casse rurali, per favori il credito al settore agricolo.
Il Duomo di Imola risale al XIII sec. , il quale oggi si affaccia sull’omonima piazza. Nella cripta si trova il corpo dei Santi Cassiano (morto martire sotto l’impero di Diocleziano nel IV sec. d.C.), Pier Grisologo, Proietto e Maurelio . Nel corso del XVIII sec. fu demolito e riedificato, in quanto la struttura presentava segni strutturali di cedimento, tuttavia l’opera fu completata solo un secolo più tardi, con l’ultimazione della facciata in stile neoclassico, la quale si presenta su due ordini sfalsati, la prima sezione più larga presenta tre portali d’accesso, con quello centrale sormontato da un timpano con decorazione a bassorilievo; un cornicione suddivide la seconda sezione della facciata, la quale si presenta al centro una grandi finestra, mentre ai lati sono poste a decorazione due piccole guglie terminanti con una sfera; la sezione della facciata termina con un timpano.
L’interno del Duomo si sviluppa su di una pianta a croce latina suddiviso in tre navate, terminanti davanti al presbiterio, sotto il quale si trova la cripta dei santi, accessibile mediante una scalinata, mentre attorno si trova il settecentesco coro ligneo sopra il quale svetta il quattrocentesco crocefisso ligneo.
L’edificio fu costruito nel ‘400 e acquistato dalla famiglia Conti della Bordella. Il palazzo presenta una facciata in laterizio a piano terra l’accesso è attraverso un portale decorato con arco in pietra e semplici finestre laterali, mentre al piano nobile le finestre cambiano fisionomia, in quanto furono realizzate una serie di bifore, che donano eleganza alla struttura.
Nel 1963 la famiglia Gandolfi donò il palazzo al Comune di Imola, il quale lo destinò al Centro Imolese di Documentazione Resistenza Antifascista.
Il palazzo quattrocentesco fu edificio per la famiglia Calderini, l’edificio presenta una facciata a bugnato, ripartita in due sezioni contrassegnate da un cornicione che corre lungo tutto il perimetro del palazzo. I due piani di finestre, che si susseguono, sono realizzate con una decorazione a bifora. Oggi il palazzo è la sezione distaccata del tribunale di Bologna.
Il palazzo si trova sull’incrocio fra le vie più importanti della penisola Italica: Via Emilia e Via Appia. L’attuale struttura del palazzo risale al restauro effettuato nel ‘700, con la creazione del piano nobile, al quale si accede mediante lo scalone. In questo ambiente oggi si trovano esposti diversi pezzi di antiquariato di epoca cinquecentesca. Da qui si accede alla sala Verde dove si trovano esposti mobili in stile roccocò, mentre nella sala consigliare si trovano esposti una serie di busti illuminati a giorno da un lampadario di Murano realizzato nel XVII sec. Adiacenti si trovano la sala del Caminetto, la sala Rossa e quella Gialla, dove sono esposti pezzi di mobilio in stile roccocò e grandi specchi, tutti facenti parte di uno scenario allegorico tratto ispirazione dalle pareti affrescate. Nella ex cappella del palazzo, oggi indirizzata a tutt’altro utilizzo, in essa sono ancora ben visibili gli affreschi settecenteschi con la raffigurazione della Madonna di Ponte Rotto, tale è una copia, in quanto l’originale è conservata nella Pinacoteca Civica. È possibile visitare il palazzo solo su appuntamento tramite la IAT.
Il Palazzo quattrocentesco fu edificato per
volere di Gerolamo Riario, il palazzo fu acquisito dai della Volpe in
un secondo momento; ed oggi di tale edificio storico restano alcuni
accenni, come il cortile interno dove un tempo entravano le carrozze,
adornato da porticato sorretto da colonne e sovrastato dalla loggia del
piano nobile, oggi chiusa per far spazio agli interni degli
appartamenti, che ospitano uffici e abitazioni private.
Il palazzo fu costruito nel XV sec. per volere di Michele Machirelli. Durante il XVIII sec. il palazzo subì delle modifiche radicali che cancellarono lo stile quattrocentesco, salvando solamente il cortile interno composto da una sezione di arcate su tre lati sorrette da colonne. Nel secolo successivo furono affrescati i soffitti, di cui è celebre la Stanza delle Stagioni.
La struttura del palazzo così come lo vediamo oggi, è dovuta alla sua restaurazione nel corso del ‘500 dalla famiglia Sassatelli. La facciata si presenta suddivisa in tre piani edificata in laterizio, con un basamento a zoccolo sporgente, delimitato da un cornicione sopra il quale diparte la prima fila di finestre, mentre l’accesso al palazzo è permesso attraverso un portale. Il palazzo oggi è di proprietà privata, nel quale è possibile assistere a concerti.
Il Palazzo fu edificato nel XIII sec., la facciata realizzata in laterizio presenta aperture a monofore, mentre a piano terra si aprono quattro portali rialzati rispetto al manto stradale. Oggi il palazzo è divenuto di proprietà privata.
Il palazzo fu edificato sul finire dell’400 per volere di Girolamo Riario. L’edificio si trova sulla piazza Matteotti e presenta una facciata in laterizio divisa in due sezione, al piano terra si trova il portico composto da 14 arcate sorrette da colonne culminanti da capitelli. Un cornicione delimita l’inizio del piano nobile, dove le finestre sono incastonate all’interno di arcate in terra cotta, così come lo sono le atre decorazioni murarie del palazzo. Oggi il palazzo è di proprietà privata, al suo interno si trova esposta la Collezione Margotti. Il palazzo è visitabile nella sezione del piano nobile su appuntamento presso la IAT.
Qui ha inoltre sede il Circolo Sersanti, fondato nel 1930.
Il palazzo appartenne alla Famiglia Tozzoni, la cui
ultima erede lo donò al Comune di Imola per destinarlo a Museo, con
tutti i pezzi del mobilio e suppellettili, nonch’è una sezione dedicata
alla quadristica e pezzi importanti collezionati dalla famiglia.
La Rocca fu edificata nel XIV sec. per essere modellata successivamente nel ‘400 da Galeazzo Sforza, potenziando i muri di difesa con quattro torrioni agli angoli perimetrali e con la realizzazione del mastio. Sul finire del XV sec. Cesare Borgia conquista la rocca e incarica Leonardo da Vinci di ricostruirla. Successivamente la rocca cambiò la sua destinazione d’uso, ovvero fu tramutata in un carcere, e lo resterà fino alla prima metà del ‘900, quando fu chiuso. Successivamente lo stabile è stato restaurato ed oggi al suo interno si trovano i Musei Civici con una esposizione di armi e armature, nonché alcuni elementi in ceramica. Nei locali attigui si trova in oltre una istituzione culturale: Accademia Pianistica Internazionale ; l’accademia nacque nel 1989, l’accademia è oggi un importante centro di raccolta per tutti i musicisti che vogliono implementare il loro talento; difatti l’accademia ha preparato e portato alla ribalta molti talenti, permettendo loro di aggiudicarsi ben 60 primi premi a livello mondiale per pianoforte.
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