COMUNE DI FORMIGINE

Castello dei Pio di Formigine
 
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Il convento fu riedificato nel nella prima metà del '700, adornato in fine da stucchi. Al suo interno è ancora conservata la statua di S. Francesco in preghiera, opera di Carlo Rizzi.

Oratorio del Conventino

La chiesa si trova nella piazza del mercato, dove una volta si trovava l'oratorio dedicato a S. Rocco. La chiesa divenne parrocchia nel 1575, e all'inizio era povera di arredi, e sarà solo dal XVII che le pareti iniziarono ad essere adorne di quadri e pale votive.

Chiesa S.Bartolomeo

CHIESA S.GIACOMO

La chiesa di S. Giacomo è un sito romanico, segnalato anche nelle guide europee. Questa forma d'arte fu diretta in queste zone da Matilde di Canossa, che fece realizzare opere maestose, come la Chiesa intitolata a S. Giacomo a Colombaro (frazione di Formigine) edificata nel XII sec. a ridosso della quale si possono notare ancora i ruderi di un antico monastero del '200. All'interno sono custodite decorazione del '400.

CHIESA SS.ANNUNZIATA

All'inizio la costruzione era un oratorio devoto alla santa Vergine, solo dal 1617 assunse le sembianze di una chiesa. Nell'800 l'edificio fu ridimensionato a seguito dei lavori di ampliamento della via Giardini.

CHIESA DELLA MADONNA DEL PONTE

All'inizio la costruzione era composta solo da un oratorio del 1510, al quale si aggiunse sul finire del '500 una chiesetta, la quale sarà nominata Madonna del Ponte nel XVII sec. a seguito dei lavori di ristrutturazione. 

CHIESA S.MARIA ASSUNTA

La chiesetta si trova a Casinalbo, una frazione della città di Formigine, nella quale è conservata una pala di altare dedicata all'Assunzione della Vergine.

CHIESA S.MARIA DELLA NATIVITA'

La chiesa è collocata nelle zone limitrofe della città, nella frazione di Magreta, la costruzione è di epoca ottocentesca. Al suo interno è custodita la tela di maggiore rilevanza raffigurante la crocifissione ad opera di Francesco Madonnina.

CHIESA DELLA MADONNA DELLA NEVE

La chiesa è degli inizi dell'800, alla quale fu annesso un campanile. L'interno della chiesa è a tre navate, con altrettanti altari, in oltre al suo interno è custodito l'organo attribuito alla mano di Agostino Traeni.

Il castello di Formigine risale agli inizi del 1200, costruito per cercare di avere una maggiore difesa sul confine esposto alle milizie reggiane. Il castello fu di proprietà degli Adelardi, che lo detennero sino al 1394, anno in cui Nicolò III d'este lo consegnò al capitano modenese Azzo da Castello. Nel 1405 i Pio signori di Carpi riuscirono ad impossessarsi del castello, i quali apportarono modifiche alla struttura, giungendo sino ai giorni nostri, come ad esempio le torri poste agli angoli della pianta del castello, il tutto contornato da un fossato di circa tre metri di profondità.

All'interno della fortificazione si trova la residenza del signore e la chiesa dedicata a S. Bartolomeo con l'annesso cimitero, ma che sul finire del '500 fu demolita. Successivamente all'assassinio di Marco Pio II i territori di Formigine e Sassuolo tornarono nelle mani dei duchi d'Este. Nel 1640 il duca Francesco I concesse Formigine al fratello Obizzo, il quale restaurò il castello, alla sua morte il possesso del territorio fu donato al maggiordomo e consigliere di stato di Francesco I: Mario Calcagnini il quale acquistò il titolo di marchese di Formigine e conte di Maranello. Nel 1938 vennero rifatte le merlature ed eliminate le prigioni e abbattuti gli edifici che si addossavano al mastio. Durante la seconda guerra mondiale il castello fu danneggiato gravemente. Nel 1948 la rocca fu acquistata dal comune che procedette con i restauri, i lavori terminarono nel 1986 con la ricostruzione del mastio.

Sul territorio di Formigine sono presenti ben 80 Ville, a dimostrazione di uno status di svago e vita mondana da parte della nobiltà. Tra queste spicca Villa Gandini o Aggazzotti simbolo della resistenza, restaurata fra il '96 e 2000. La villa agli albori della sua costruzione era una piccola abitazione adibita alla caccia, fu Pietro Gandini che decise di ampliare la struttura. I lavori furono affidati all'ingegnere di corte Vadelli, con il quale collaborò il pittore Baroni (quattro le di soggetto biblico nell'altri) e lo scultore Mainoni (bassorilievi sulle porte). La sala da pranzo fu arredata da Becchi, il quale pensò per questo ambiente a una boiserie con arredo in rovere  e decorazione di affreschi sulle pareti e sul soffitto ellissoidale. La villa negli anni successivi passò a diversi proprietari, sino al 1935 quando fu acquistata dalla famiglia Aggazzotti, la quale la detenne sino al 1959 usandola come residenza estiva. Quest'ultima si adoperò per provvedere all'ammodernamento della struttura, provvedendo alla realizzazione degli impianti idraulici e di riscaldamento. Negli anni settanta la villa fu ceduta al comune, che ne fece la sede della biblioteca. Il parco che circonda la tenuta ha un'estensione di più di 100.000 metri quadrati, nel quale sono ancora esistenti piante secolari come la pluricentenaria farnia, faggi e due esemplari di ginkgo biloba, all'interno del parco si trovano anche due laghetti, all'interno dei quali trovano spazio pesci, tartarughe e animali acquatici, mentre sulla loro superficie nuotano aggrazziati cigni, papere, anatre ed oche. Il parco pubblico è un polmone verde per la città, oltre essere un luogo di incontro e di svago per gli abitanti.