I prodotti dipici di questa terra si evaltano nella pasta sfoglia: uova, farina e forza del mattarello, con la quale si crea l'opera darte, ovvero i cappelletti ripieni. Come non celebrare la famosa Piadina Romagnola la quale si farcisce con ogni cosa che ci possa venire in mente, mentre arrivati al dolce ci si sofferma sui biscotti secchi alle mandorle, ai tortelli ripieni di marmellata e alle ciambelle, queste ultime possono accompagnare la degustazione di vini amabili come il binaco Albana e il rosso Cagnina.
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Il territorio Ravennate era già abitato durante la preistoria, così come la gran parte della Pianura Padana.
La città di Ravenna anticamente fu un insediamento Etrusco, per essere colonizzata dai Romani nel II sec. a.C. divenendo succivamente Municipium Romano, divenendo il centro della Flotta imperiale per volere di Augusto lungo il porto di Classe. Tale situazione rese importante la città divenendo un punto di approdo per le navi da e verso l’Oriente, non solo per quelle miliari ma anche per quelle commerciali, le quali toccavano i porti di tutto il Mediterraneo.
Con la caduta dell’impero Romano, Ravenna fu scelta da Odoacre come sua capitale , così come Teodorico. Nel VI sec. fu conquistata dai Bizantini dopo la vittoria della così detta Guerra Gotica, i quali la resero la capitale del “mosaico”. Purtroppo con la caduta del potere Bizantino a favore di quello Longobardo, anche Ravenna subisce la stessa sorte, con l’interramento del porto di Classe e con le paludi che si riappropriano dei terreni un tempo bonificati. Successivamente il potere fu amministrato dai Vescovi, tenendo di fatti il territorio sotto il il controllo del potere pontificio.
Nel Medioevo la città fu amministrata da Signorie a partire dal XIII sec. si susseguirono le famiglie: Traversari e Da Polenta; quest'ultima casata durerà fino al '400, secolo in cui la città passò alla Serenissima.
Nel XV sec. Ravenna sotto il dominio Veneziano fu risistemata almeno relativamente all'assetto urbano, rinforzando le mura difensive e lastricando le strade.
Quando Ravenna entrò a far parte dei possedimenti dello stato pontificio la città decadde nuovamente.
Con l'annessione al Regno d'Italia vengono incentivati gli scambi commerciali, collegando la città con il nodo ferroviario di Bologna, in oltre venne ammodernato il porto. Nella prima metà del '900 vennero scoperti giacimenti di metano nella provincia che diedero un grande impulso all'economia di Ravenna, diventando uno scalo dell'indotto petrolchimico secondo in Italia.
ECONOMIA
La città ha una forte struttura ricettiva, sia per quanto riguarda il settore terziario avanzato cittadino, grazie alle fonti storiche giunte sino ai giorni d'oggi tra le quali otto dichiarate Patrimonio dell'Umanità, che quello balneare lungo la costa Romagnola: Lido Adriano, Lido di Savio,Lido di Classe, Lido di Dante,Marina di Ravenna e Punta Marina Terme.
ll settore industriale ha visto crescere principalmente impianti relativi al settore chimico e petrolchimico, i quali sorsero lungo la fascia costiera Ravennate dopo gli anni '50, questo grazie al recupero del porto e al suo potenziamento già dai primi anni '20 del novecento a seguito delle scoperte di giacimenti di metano.
In città sono ancora presenti diverse botteghe artigianali che lavorano e realizzano opere a mosaico, una tradizione del passato, che resiste ancora ai giorni d'oggi. Per poter intraprendere questo mestiere bisogna comunque aver frequentato la scuola blasonata, la quale istruisce e forma i mosaicisti del nostro tempo. Un altro mestiere rimasto vivo sino al nostro tempo è il ricamo Bizantino, tale lavorazione era nei secoli passati praticata solo dalle monache di clausura, uno di questi è esposto al Museo nazionale di Ravenna: il voile di Classe.
Anche la campagna Ravennate è da la sua parte nella produzione del PIL della provincia, in essa si coltivano: alberi da frutto, cereali e ortaggi.
La chiesa fu eretta per volere di Galla Placidia nel V sec. d.C. , ma rimaneggiata nei secoli successivi e gravemente compromessa durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. L'accesso alla chiesa è consentito attraverso un portale marmoreo del '300, il quale presenta una serie di bassorilievi, dove le figure principali risultano essere San Giovanni e Galla Placidia. Lungo i lati della navate sono presenti grandi finestroni, mentre la facciata risulta spoglia adornata solo da un portico, sul fianco del tempio si erge il campanile adornato da bifore, tribore e monofora nella cella campanaria, la struttura a pianta quadra termina con una guglia, sulla cui sommità è collocata una croce. L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate sorrette da colonne culminanti in capitelli sui quali poggiano gli archi, sopra i quali si trova il soffitto ligneo. L'ambiente è spoglio e poche sono le opere ancora conservate all'interno del tempio.
Le fondamenta della chiesa di Sant'Agata Maggiore risalgono al V Sec. d.C. , ma l'impianto architettonico subì nei secoli importanti rifacimenti. La facciata in laterizio presenta una bifora e un portico del XVI sec. ; l'interno è suddiviso in tre navate sorrette da colonne marmoree culminanti in capitelli, sui quali poggiano gli archi sormontati dal soffitto ligneo.
La basilica intitolata a Sant'Apollinare (l'appellativo di nuovo è stato dato per distinguerla da un altro tempio sempre dedicato al santo) fu edificata per volere di Teodorico nel V sec. d.C. per il culto ariano, ma con la presa del potere da parte dei Bizantini, la basilica fu rimodellata nella struttura iconografica, cancellando i simboli ariani, mantenendo solo quelli prettamente di stampo cattolico.
La basilica presenta una facciata a capanna nella quale spicca una bifora marmorea antistante il portico realizzato nel '500, accanto all'edificio svetta il campanile di forma cilindrica del X sec.
L'interno è suddiviso in tre navate sorrette da colonne marmoree culminanti in capitelli sui quali poggiano archi a tutto sesto, sormontate da soffitto a cassettoni realizzato nel XVII sec. Nella navata mediana la sezione sovrastanti gli archi è decorata a mosaico con raffigurazione della vita di Gesù, Santi e Profeti, mentre l'abside è priva di mosaici a causa di un terremoto che la fece crollare.
La basilica intitolata a San Francesco si affaccia sull'omonima piazza, essa fu edificata per volere del vescovo Neone nel V sec. d.C. e rimaneggiata nei secoli successivi. L'interno è suddiviso in tre navate sorrette da colonne marmoree, qui sono convervate le spoglie di Ostasio da Polenta all'interno di un sarcofago collocato nella navata di sinistra. Sotto l'altare Maggiore si può vedere la cripta allagata della quale si intravedono le colonne e i mosaici che la decoravano. Accanto alla chiesa si trova il tempio dove si trova la tomba di Dante Alighieri, la quale è sovrastato dal bassorilievo del poeta mentre è intanto nello studio.
La basilica di San Vitale risale al V sec. a.C. elaborata in stile paleocristiano bizantino, anch'essa proclamata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità. La basilica è sviluppata su di una pianta centrale con due corpi ottagonali concentrici, sovrastati dalla cupola centrale e dai matronei. Il pavimento è rivestito da sezioni marmoree, mentre continuando verso il presbiterio la vista è colpita dagli splendidi mosaici bizantini collocati nell'abside, che presentano una forma statica dell'espressione e del movimento: Angeli in volo reggenti i simboli della Fede Cristiana, mentre ai lati dell'altare sono posti i celebri pannelli raffiguranti l'Imperatore Giustiniano e l'imperatrice Teodora, attorniati da dignitari di corte.
Accanto alla basilica si trova il convento dove oggi è ospitato il Museo Nazionale , di notevole interessi oltre ai reperti storici, sono anche gli affreschi trecenteschi che ancora oggi sono visibili nel refettorio.
Il Battistero degli Ariani fu edificato nel V sec. D.C. dall'imperatore Teodorico con pianta ottagonale. Nel 1914 furono iniziati i lavori di recupero del tempio e lo scavo per il ripristino dell'apertura originaria, in quanto si trovava alcuni metri sotto il livello del manto stradale. La struttura in precedenza faceva parte di un complesso architettonico molto vasto, che comprendeva anche una basilica, di questo collegamento resta il muro posto a lato del battistero e comunicante con l'attuale chiesa di Santo Spirito. Delle strabilianti decorazioni interne è giunta sino a noi solamente il mosaico sul soffitto del battistero, il quale con i suoi colori dorati ipnotiza il visitatore attorno al Battesimo di Cristo, attorno al quale ruotano i dodici apostoli.
La chiesa di Santo Spirito fu edificata nel V sec. d.C. per volere di Teodorico, ma rimaneggiata nei secoli successivi, sino alla seconda guerra mondiale, quando subì gravi danneggiamenti. In seguito fu restaurata, portando l'aspetto della chiesa alla sua immagine originaria. La facciata del tempio è in laterizio, davanti la quale si trova un portico di età Rinascimentale composto da colonne marmoree sulle quali poggiano gli archi. L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate sorrette da colonne culminanti in capitelli. Nella navata di sinistra si trova un sarcofago in marmo, fu il luogo di sepoltura dei conti Pasolini. Di grande pregio è il pulpito marmoreo sorretto da un pilastro decorato da intarsi.
Accanto al Duomo di Ravenna sorge il Battistero degli Ortodossi, anch'esso patrimonio dell'Umanità, eretto per volere del Vescovo di Ravenna Orso nel V sec. d.C. , ma l'edificio fu ultimato dal successore Neone. L'edificio presenta una pianta a forma ottagonale composto da quattro absidi, al centro della stanza è collocato il fonte battesimale, alzando lo sguardo verso il soffitto si può ammirare l'affresco raffigurante i profeti, mentre la cupola è adornata a mosaico con una fase concentrica di figure, collocate in tre sezioni: la prima è una sezione di ornamenti, la seconda rappresenta i dodici apostoli , mentre la terza che è la scena centrale culmina con il battesimo di Gesù.
Il Duomo di Ravenna è edificato sulle fondamenta di un precedente edificio paleocristiano del V sec. d.C. voluto dal Vescoso Orso, dal quale prese la denominazione ?Basilica Ursina?. La facciata del tempio è preceduto da un portico sorretto da colonne , mentre accanto dell'edificio si eleva il campanile del X sec. L'interno fu realizzato in stile barocco ed è suddiviso in tre navate terminanti nella sezione absidale; i pavimenti sono decorati da marmi policromi, questi un tempo erano le colonne che sorreggevano le cinque navate della basilica Ursina, la quale si ergeva precedentemente al Duomo. In prativa le colonne sono state sezionate in multi strati e predisposte sulla pavimentazione come un mosaico. Si dice in oltre che la basilica Ursina fosse decorata interamente da mosaici, di cui solo alcune parti si sono salvate e sono oggi custodite all?interno del Museo Arcivescovile. All?interno del Duomo di Ravenna, adiacente alla sezione absidale, sul lato destro, si trova una cappella votiva con l?immagine della Madonna del Sudore.
All'Oratorio di Sant'Andrea si accede attraverso il Museo Arcivescovile situato nel palazzo dell'Episcopio Ravennate ( edificio del IV sec. d.C.). L''aratorio è preceduto da un ambiente sormontato da una volta a botte adornata da mosaici, continuando si giunge alla sala dove è custodita la cattedra di Massimiano, realizzata in avorio, ove furono realizzati intagli con la raffigurazione di scene di vita di San Giuseppe.
La Domus dei Tappeti di Pietra fu scoperta in epoca recente, nel 1993, tre metri sotto il manto stradale. Sopra la Domus fu edificata la chiesa di Santa Eufemia, nella cui sagrestia si trovano le scale che portano allo scavo, il percorso è possibile mediante una passerella sopraelevata, che porta a visitare tutti gli ambienti dell'antica dimora che sono stati recuperati. Fra i vari elementi decorativi quello che colpisce di più è quello dove sono raffigurate le stagioni: “Danza dei geni delle stagioni”.
Il Mausoleo di Galla Placidia è stato riconosciuto dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità, costruito nel V sec. d.C. dalla figlia di Teodosio (di cui porta il nome), l'edificio fu costruito seguendo la progettazione a pianta a forma di croce latina, con esterni spogli privi di ornamento. L'ambiente interno è sovrastato da volte a botte ornate da mosaici, i quali hanno una colorazione della gradazione: azzurro e verde, mentre nella sezione di intersezione fra i bracci e la parte centrale fu realizzata una cupola semisferica dove furono raffigurati otto apostoli. Il tratto stilistico raffigurato è chiamato: “Notte Stellata di Galla Placidia”, che ispirò diversi artisti e poeti con la sua incredula bellezza illusionistica e con la sua forza del colore, dove al centro della rappresentazione è collocata la croce dorata attorniata da un cosmo di stelle. All'interno del Mausoleo si tre sarcofagi dove spicca quello marmoreo di Galla Placidia.
Anche il Mausoleo di Teodorico è stato riconosciuto Patrimonio dell'Umanità, anche se al suo interno non sono presenti decorazioni a mosaico. Il mausoleo fu realizzato nel VI sec. d.C. , presenta un corpo composto da due sezioni circolari edificate con blocchi di pietra d'Istria, la prima sezione è composta da dodici facciate ornate da archi a tutto sesto, quella sovrastante lascia intravedere solo la sezione ornamentale di archi e colonne che nei secoli sono stati tolti, quest'ultima sezione culmina con una copertura a calotta realizzata in un unico blocco. Oggi il mausoleo di Teodorico non accoglie più le sue spoglie, in quanto trafugate, ma solo un recipiente.
Palazzo Rasponi Murat fu costruito nel XV sec. e divenne successivamente di proprietà della famiglia Rasponi. Nel corso dell'800 divenne di proprietà del conte Murat. L'edificio presenta una facciata in laterizio al quale segue una decorazione di teste leonine e di moro lungo gli architravi. L'unico elemento che dona movimento alla costruzione è il portale a volta, sormontato da un balconcino, con ringhiera in ferro. Accanto al palazzo ne sussegue un'altro edificato nel settecento, che fu di proprietà della famiglia della Torre.
Piazza del Popolo fu elaborata nel '400 sotto la dominazione Veneziana, la quale venne elaborata seguendo come schema quella di San Marco. Nella piazza svettano due colonne sulle quali sono collocate le statue di San Apollinare e San Vitale. Sulla piazza si affaccia il quattrocentesco Palazzo Comunale e Palazzetto Veneziano, il settecentesco palazzo del Governo (dove ha sede la prefettura), Palazzo dell'orologio, la chiesa del Suffragio e il settecentesco palazzo Rasponi.
Su piazza San Francesco si affaccia l'omonima Basilica, il palazzo della Provincia, il quale presenta a piano terra un portico e una loggia laterale, entrambe sorretti da colonne adornate da capitelli, mentre la facciata del palazzo, edificata in laterizio, presenza una sezione di bifore al secondo piano. Di fronte si trova la Biblioteca di Storia Contemporanea Fondazione Oriani, la quale si apre nel cortile interno con un porticato, oggi chiuso da vetrate, sorretto da una fila di colonne con capitelli ionici, sui quali poggiano gli archi.
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