REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

La regione Friuli Venezia Giulia (regione a statuto speciale) si trova incastonata fra l'Austria al nord, la Slovenia ad est, il mar Adriatico a sud ed ovest il Veneto.
Il territorio è composto per il 61,9% da zona collinare e montuosa, mentre il restante 38,1% è pianeggiante. Nella regione si snodano diversi corsi d'acqua, i più importanti per lunghezza e portata sono: Tagliamento e l'Isonzo.
 

La situazione morfologica della regione, e le abbondanti piogge, rendono ricca la struttura idrica a partire dai ghiacciai delle montagne sino ad arrivare ai torrenti ed ai fiumi, questa grande abbondanza d'acqua è utilizzata, non solo per usi domestici, ma anche per la produzione di energia elettrica.

INDEX

PROVINCE DELLA REGIONE


INFORMAZIONI TURISTICHE

BORGHI INCANTATI DELLA REGIONE

  • Clauiano
  • Cordovado 
  • Fagagna 
  • Gradisca d'Isonzo 
  • Poffabro
  • Valvasone

L'attuale superficie territoriale del Friuli Venezia Giulia è dovuta all'arretramento post bellico del territorio italiano a favore di quello ex Jugoslavo, in quanto in precedenza, oltre alle province di Gorizia e Trieste, erano annesse alla regione anche quelle di Fiume e di Pola. Al termine del conflitto mondiale, si volle comunque creare una zona di frontiera fra l'Italia e i paesi di influenza sovietica e si concentrò a Trieste la creazione di una zona cuscinetto, che vide la città divisa in due aree: la zona A (controllata dagli anglo- americani) e la zona B (controllata dalle truppe jugoslave). Fu solo con il Memorandum d'intesa di Londra nel 1954 che la città di Trieste rientrò a pieno titolo nell'amministrazione italiana anche se con un nuovo restringimento a favore della Jugoslavia, in quanto la zona B fu estesa sino ai confini con il Muggesano. Tuttavia il territorio che restava alla regione era il 7,7% di quello in tempo post bellico.

Il clima della regione Friulana è di tipo sub-mediterraneo - umido, caratterizzato da picchi di piovosità a Novembre e Maggio. Salendo verso nord, lungo la catena alpina, il clima diventa sub-continentale con una maggiore escursione termica.

La regione del Friuli Venezia Giulia fino a prima degli anni '30 era una zona a bassa produzione agricola, mentre Trieste era il polo portuale più importante della regione, attraverso il quale confluivano sul territorio diversi flussi migratori. Da questo momento temporale si ha una nuova formazione economica, dovuta anche al fatto che in questo momento storico ci fu un calo demografico molto marcato. Le pianure fra Udine e Pordenone e i centri portuali incominciarono a richiamare la popolazione dislocata nel resto della regione, soprattutto quella montana. Successivamente al terremoto del 1976 la regione ha nuovamente trovato il sostentamento per poter ripartire e dare vita a nuovi processi di rivalutazione del territorio, oltre alla creazione di nuovi poli industriali, grazie ai sussidi pervenuti dallo Stato Italiano. La struttura economica attuale è ripartita con un 3% per il settore agricolo, 34% industriale e il restante 63% terziario.
La produzione agricola ha per la maggior parte i raccolti di: mais, segale, frutta, tabacco e barbabietola da zucchero. In oltre nelle aree più produttive, quelle a sud, sono dislocati i vigneti, e l'allevamento di suini.
Il settore industriale, nell'area della città di Trieste, ha avuto uno sviluppo maggiore, qui sono collocati grandi gruppi come l'Italsider, impianti di raffinazione del petrolio e cantieri navali; a Udine e Gorizia si trovano le industrie del settore meccanico, le quali producono impianti di elevata precisione, a queste si affiancano la produzione di macchine tessili e birrifici; un altro comparto è importante per la regione, quello  legato all'abbigliamento, della carta-cellulosa e della produzione di mobili. Successivamente alla crisi degli anni '80, che ha colpito soprattutto il settore secondario della grande industria, la regione ha puntato sul settore tecnologico e della ricerca, così Trieste è divenuta un polo attrattivo a livello Europeo ed internazionale per molti ricercatori.
Il settore del terziario è principalmente sviluppato nel trasporto e nello spostamento di merci, soprattutto nei due maggiori porti di Monfalcone e Trieste. Negli ultimi anni si è avuto un incremento turistico non solo balneare, ma anche improntato verso il comparto dell'agriturismo.

La vegetazione si differenzia per zone, infatti le lagune di Grado e Marano hanno una vegetazione caratteristica delle acque salate. A questo si affianca quella relativa ai bacini chiusi e salmastri. Salendo verso le montagne, si può notare che più aumenta l'altitudine, meno sono presenti le zone adatte al pascolo del bestiame, lasciando quindi il posto alla boscaglia alpina. A causa degli influssi mitigatori del clima, che hanno fatto discendere le foreste alpine anche di 400 metri rispetto all'altitudine standard; anche gli animali si sono adeguati al cambiamento, molti dei quali si spingono anche sino agli insediamenti urbani.

Caratteristico del luogo fra gli insetti sono le farfalle che presentano una colorazione chiara delle ali, dovuto al clima secco: Papilio machaon, Iphiclides podalyrius. Caratteristico della zona del Carso sono gli anfibi presenti nelle caverne: Proteus anguineus, il quale non presenta pigmenti sulla pelle, facendo trasparire direttamente la colorazione del sangue. In oltre sulle montagne sono presenti: la salamandra alpina e il tritone alpestre. Per quanto riguarda le acque dei fiumi, troviamo una moltitudine di pesci fra le quali spicca la trota che si suddivide in più specie: marmorata, di ruscello e iridea. Fra gli uccelli troviamo alcune specie migratrici che trovano il loro habitat naturale nella zona della foce del fiume Stella: folaga, germano reale e moretta grigia. Sono tornate anche altre specie a popolare questi luoghi, come l'airone cinerino, l'airone rosso e il basettino (simbolo dell'oasi di Marano). Pervengono invece dalle montagne gli avvistamenti del gufo degli Urali, del grifone e del picchio tridattilo. Sempre sui monti vivono l'aquila reale, il falco pellegrino, il gallo forcello e il gallo cedrone. Fra i mammiferi invece troviamo il capriolo, il cervo, il daino, il cinghiale, il camoscio e anche qualche avvistamento di orsi. Scendendo di altitudine si possono incontrare le marmotte, le volpi, il tasso, la donnola e la puzzola, mentre è raro l'avvistamento del gatto selvatico.

La cucina Friulana è dominata dalla presenza di ingredienti nobili, ma allo stesso tempo molto calorici come: zucchero, mostarda, marmellate, senape, burro e formaggi; ai quali si mescolano anche i prodotti agricoli: frutta e verdura. La regina dei piatti è sicuramente la polenta (influenza Trentina), che nella gran parte del nord dell’Italia è presente all’interno del ricettario della nonna. In questo caso in Friuli la polenta è cucinata con farina di mais e successivamente fatta raffreddare su di un tagliere per essere affettata e passata in un tegame con il lardo.
L’influenza Asburgica ha in oltre contaminato la cucina Friulana, come nel caso della pasticceria, dove una delle torte più comuni del ricettario è sicuramente la torta Sacher, alla quale segue a ruota la Dobos, lo strudel di mele, mentre la vicina Venezia (che dominò la regione prima degli Austriaci) ha introdotto nella cucina Friulana il fegato alla Veneziana e il baccalà. Della cucina tipica del Friuli citiamo il “Gubana”, quest’ultimo è una semplice focaccia dolce dove nell’impasto troviamo noci, uvetta, pinoli e cioccolato.
Sfogliando il ricettario della nonna potremmo sicuramente trovare altre specialità come i Canederli allo Speck in brodo (ricetta presa dai vicini Trentini), cervo in agrodolce, baccalà alla Triestina (il baccalà si presta bene a molte varianti), Pie di pere con panna e Topinambur burro e formaggio. Come tipologie di secondi di carne ricordiamo il Muset (cotechino triestino ottenuto con: stinco di maiale, cotenna e muso), il Gulasch (influenza ungherese), a questi secondi piatti si deve aggiungere anche l’impiego della carne d’oca, la quale può anche essere affumicata, mentre il pesce è cucinato in brodetto o zuppe.
La regione è in oltre importante per la produzione di riso, dal quale nascono molteplici ricette che prevedono l’aggiunta di pesce come scampi e frutti di mare, verdure o carni.
Tra i prodotti tipici in commercio troviamo il Prosicutto Crudo San Daniele DOP, al quale si affianca il prosciutto affumicato di Sauris, oltre al Carsolino, la Cevapcici (salsiccia tipica slava), il salame d’oca e il salame Friulano. Per quanto riguarda il comparto agricolo uno dei prodotti tipici della terra è la Brovada (rapa), i fagioli della Carnia e il radicchio IGP, a questi si devono in oltre aggiungere altri prodotti di altri settori come il miele, biga (pane di grano tenero) e l’olio Tergeste DOP. Nel settore caseario i prodotti presenti sul mercato sono: la ricotta affumicata, l’Asino, il Tabor, il Montasio DOP e il formaggio della Carnia.
I vini della regione Friulana sono prodotti da vitigni coltivati sulle colline, alture e increspature, che producono vini come: Picolit, Cabernet, Merlot, Malvasia Istriana, Pinot (bianco, grigio e nera), Tocai e Ribolla Gialla. Oltre ai vini la regione produce anche grappe come la Slivovitz (origine balcanica utilizzando le prugne) e la Grappa Friulana.