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Appennino Reggiano

Le Fonti di Poiano

Per una giornata con la famiglia abbiamo pensato a qualcosa di non troppo pesante, soprattutto per via del sole che ci avrebbe cotti, pertanto sorteggiamo un sentiero facile, senza troppi ostacoli e ripide pendenze, la scelta cadde sulle fonti di Poiano, una zona molto tranquilla e raggiungibile direttamente in auto, praticamente il parcheggio è accanto alle fonti e lungo la strada che costeggia il fiume Secchia. Dalla statale che da Reggio Emilia porta verso Castelnovo Ne’ Monti si giunge a superare il ponte del torrente Secchiello e poco prima di oltrepassare il successivo ponte del Secchia, si volta a sinistra in Via Adelmo Tirabassi, la quale discende lungo l’argine del Secchia e prosegue fino ad immettersi nella strada provincia 108. Questo angolo di natura è molto amato dai campeggiatori, oltre che dalle famiglie in cerca di relax. Giunti nella zona del parco, una serie di passerelle e ponticelli vi condurranno nell’area verde del prato, oppure all’interno della boscaglia, dove sono collocati tavoli e panche per il pranzo al sacco. Le fonti di Poiano si trovano nella valle dei Gessi Triassici, sito di interesse Comunitario, all’interno del Parco Nazionale Tosco Emiliano, la curiosità è che le acque che sgorgano da queste fonti sono salate, il segreto è presto svelato in quanto 200 milioni di anni fa, quando i movimenti tellurici fecero risalire il fondo marino creando queste creste montuose, intrappolarono al loro interno le sostanze di gesso e cloruro di sodio, quest’ultimo si trova all’interno della montagna e si discioglie mano a mano che le acque filtrano attraverso la roccia.

Giungemmo sul luogo verso le ore 10 del mattino, i prati erano ancora liberi e qualche escursionista si aggirava qua e là con i bambini in cerca della postazione migliore dove poter prendere il sole, l’unico rumore che potevamo udire era il movimento delle acque che defluivano in tutte le direzioni in cerca del fiume Secchia. Salimmo lungo la sponda destra delle fonti, fra i sentieri tracciati dalle scarpe dei passanti, trovammo finalmente la cartellonistica con l’indicazione di Poiano sul sentiero 621, il quale saliva per una camminata di 20 minuti all’interno del bosco, per poi continuare verso il centro del paese, oppure continuando verso  Sologno una località a 1h.30 minuti di marcia. Iniziamo la nostra passeggiata attraversando il manto boschivo, giungendo verso una prima balconata dalla quale si poteva ammirare il letto del fiume Secchia e della rientranza ad anfiteatro delle fonti, le quali dall’alto sembravano delle risaie. La bellezza della natura si apriva ai nostri occhi, lasciando scorrere lo sguardo fino a qualche chilometro oltre le prime anse del fiume, racchiuso all’interno di abbracci rocciosi color smeraldo.

Guardando meglio la postazione ci accorgemmo di una targa, la quale citava che in questo luogo si nascondevano le mitragliatrici a difesa del territorio durante la II guerra mondiale.  Giungemmo in 15 minuti sull’altura dove trovammo una piccola cappella votiva a Maria, accanto alla quale si trovavano le successive insegne, proseguimmo sul sentiero 621 in direzione di Sologno, passando per alcuni piccoli centri abitati realizzi con pietre di fiume, molte case erano state ristrutturate donando nuova linfa a questi luoghi silenziosi. Da questa strada ad un certo punto si aprì la vegetazione andando a svelare la bellezza della Pietra di Bismantova, nascosta alle spalle delle creste della vallata. Giunti a poco più di una mezz’ora di cammino, domandammo a una persona della zona, se il percorso ci avrebbe riportato alle fonti di Poiano, ma ci rispose che la strada non oltrepassava la montagna, pertanto non restò che tornare sui nostri passi e giunti alla cappella mariana, continuammo il percorso segnalato dai cartelli con il numero 621D, il quale si immerse nuovamente nei boschi, trascinandoci velocemente verso il letto del fiume; in poco meno di 15 minuti eravamo giunti al nostro punto di partenza e ci accorgemmo della calca che si iniziava a radunare, come se fossimo sulle spiagge di Rimini e Riccione. Riuscimmo solo a scattare qualche altra foto alle fonti e all’acqua zampillante, prima di essere travolti dal vociare delle persone e dalle grida dei bambini.