© 2006. Esploriamo
P.zza del Popolo
P.zza del Popolo
S.Giovanni Evangelista
S.Giovanni Evangelista
P.zza Garibaldi
P.zza Garibaldi
Museo Dantesco
Museo Dantesco
P.zza S.Francesco
P.zza S.Francesco
Basilica S.Vitale
Basilica S.Vitale
Battistero degli Ortodossi
Battistero degli Ortodossi
P.zza del Duomo
P.zza del Duomo
Palazzo Rasponi Murat
Palazzo Rasponi Murat
Basilica S.Apollinare Nuovo
Basilica S.Apollinare Nuovo
Battistero degli Ariani
Battistero degli Ariani
Chiesa S.Spirito
Chiesa S.Spirito
Il Mausoleo di Galla Placidia è illuminato dalla luce proveniente dalle finestre con vetrate in alabastro, rendendo più raccolto il momento di preghiera, ma lo stupore degli occhi arriva alzando lo sguardo al soffitto costellato di stelle su sfondo cobalto con al centro la croce, un simbolo per richiamare il Paradiso. Sul lato sinistro del complesso della Basilica di San Vitale, si trova l’edificio di Santa Maria Maggiore avente una facciata nuda in laterizio, sormontata da un timpano con decorazioni lungo il perimetro, mentre a lato si erge il campanile a base circolare, nel quale si aprono monofore e bifore. Ripercorrendo via Argentario e svoltammo a destra verso Porta Adriana, poco più prima girammo nella prima via sinistra in Via F. Barbiani, in quanto su questa strada si affacciava la chiesa di Sant’Eufemia, all’interno della struttura religiosa fu rinvenuta, a seguito di scavi, la famosa Domus dai Tappeti di Pietra, questa scoperta ha svelato un’importante patrimonio artistico composto da tappeti di mosaici, i quali ricoprono una superficie di ben 700 metri quadri appartenenti al VI sec. d.C. Tale è la magnificenza di questo sito storico, che nel 2004 è stato insignito della targa “Bell’Italia”. Fra le decorazioni geometriche risaltano le forme umane della danza dei Geni e la figura del Buon Pastore. La Domus fu inaugurata nel 2002 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Discendemmo nuovamente su Via Cavour, arrivando in Piazza Costa e nuovamente in Piazza del Popolo, passammo sotto la loggia del Palazzo del Comune, la quale presentava nell’angolo sinistro una scalinata con una balaustra in marmo bianco e un tappeto rosso, che conduceva verso il portale d’ingresso adornato da un arco e chiuso da una cancellata, mentre alle pareti erano ancora visibili tracce degli affreschi che costellavano tutta la parete fino al soffitto, dove ben visibili erano le travi del primo piano. Oltrepassammo il palazzo e giungemmo in Via Cairoli, una elegante strada dalle vetrine appariscenti, voltammo su via Gardini arrivando al Giardino Rasponi, qui si trovavano altri due importanti beni dell’UNESCO: il Battistero degli Ortodossi e la Cappella di Sant’Andrea, quest’ultima realizzata all’interno del Palazzo Arcivescovile, mentre nel mezzo si trovava il Duomo, un edificio settecentesco nato sulle fondamenta di quella che era la chiesa Paleocristiana più grande della città di Ravenna, realizzata nel V sec. d.C. con una pianta a cinque navate, una perla di un valore inestimabile, in quanto al suo interno erano presenti mosaici, marmi, affreschi e stucchi, tutto andato perduto per la progettazione del nuovo tempio, che doveva simboleggiare la voglia di cambiamento dell’epoca.
La facciata del duomo si presenta con un portico sorretto da una serie di colonne reggenti cinque arcate, l’interno è suddiviso in tre navate, realizzate in stile neoclassico, sormontate da una cupola, nella quale furono incastonate una serie di finestroni. Accanto al tempio si erge il campanile edificato nel X sec. in laterizio, decorato con monofore, bifore e trifore, l’unico rifacimento fu la cella campanaria durante il XVII sec. Di fronte al Duomo si trova l’omonima piazza, nella quale fu innalzata una colonna marmorea culminante con un capitello, reggente la statua della Vergine incoronata.
Di fianco al Duomo si trova il Battistero degli Ortodossi, edificato in epoca Teodorica, presenta una pianta ottagonale, l’esterno è decorato da lesene, mentre l’interno presenta pregevoli intarsi e mosaici, al centro della sala si trova il fonte battesimale, realizzato unendo diversi elementi di recupero da altre opere ed edifici. La parte più spettacolare rimane sicuramente la cupola, la quale è totalmente rivestita da mosaici.
La Cappella di Sant’Andrea si trova nell’edificio fatto costruire al tempo di Teodorico, divenuto in seguito il Palazzo vescovile, il quale oggi ospita il Museo Arcivescovile. La cappella ha una pianta a croce latina e tutta la superfice è decorata a mosaico, con l’immagine principale rappresentata dal Cristo Guerriero, l'ingresso è contingentato, in quanto la superficie del pavimento non è in grado di poter reggere il peso di più di una decina di persona per volta, vista ache la sua leggera pendenza, dovuta all'abbassamento della struttura.
Seguendo la strada che da Via Gessi arriva a Piazza Caduti per la Libertà, passammo di fronte a palazzo Rasponi Murat, questa famiglia fu molto influente nella Ravenna del ‘600. L’edificio presentava un portale decorato a bugnato, mentre la facciata in cotto terminava con degli archetti lungo il cornicione del tetto, al centro invece spiccava il piccolo balconcino posto sopra il portale d’ingresso.
Attraversammo piazza della Libertà, sulla quale si affacciava il Palazzo della Provincia, per continuare su via Mazzini, giungendo davanti alla cancellata della chiesa di Sant’Agata Maggiore, la quale presentava una facciata in laterizio tripartita da lesene, terminante con un cornicione sormontata da due finestroni; il portale d’ingresso era coperto da un portico sorretto da quattro sottili colonne poggianti su di una balaustra. Accanto al tempio si ergeva il campanile a pianta cilindrica adornato da bifore e terminante con la cella campanaria.
Percorrendo la strada difronte a Sant’Agata Maggiore arrivammo in via Baccarini, dove si trovavano l’uno davanti all’altro il complesso di San Nicolò dove è ospitato il TAMO e il Museo del Mosaico e il Museo del Risorgimento.
Continuammo a passeggiare sino a giungere in Largo Firenze, scendendo per via Negri, ed ecco che difronte a noi si materializzò la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, anch’essa facente parte del ricco patrimonio dell’Unesco, edificata nel V sec. d.C. e decorata con mosaici, i quali un tempo adornavano tutta la superficie delle pareti interne della basilica, di cui oggi restano solo quelli lungo la navata centrale sormontata da un soffitto a cassettoni. La facciata è preceduta da un porticato sorretto da pilastri di pietra marmorea, sopra la copertura del portico si erge la seconda sezione della facciata del tempio edificato in laterizio, dove fu realizzato un finestrone a bifora. Sul lato sinistro si trova il campanile a pianta circolare, decorato con monofore, bifore e trifore nella sezione della cella campanaria.
Seguendo per via Roma, in direzione di via Farini, svoltammo su via Diaz e successivamente in Vicolo degli Ariani, dove si ergeva il Battistero degli Ariani (patrimonio dell’Unesco) e la chiesa di Santo Spirito. Il Battistero fu edificato nel V sec. d.C. e si trovava ad un piano inferiore rispetto al manto stradale odierno, per tanto bisognava scendere una scalinata per poter accedere al mondo dorato dei mosaici collocati sul soffitto, i quali raffiguravano il momento del battesimo di Cristo, mentre attorno ruotavano le figure dei dodici Apostoli. Accanto si trovava la chiesa di Santo Spirito, la quale presenta un porticato sorretto da esili colonne edificata nel VI sec. d.C. da Teodorico. Il tempo della visita era giunto al termine, il sole al tramonto ci ricordò che il viaggio del ritorno verso casa era lungo, perfanto salutammo la città eterna "porta d'oriente" e ci congedammo per un nuovo futuro ritorno.
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