Appennino Reggiano

Percorso ad Anello Ca' del Vento a Borzano di Albinea

Paesaggio delle Colline di Albinea

Per un giro fuori dalla città, ma non troppo lontani, proponiamo una giusta meta per chi abita in provincia di Reggio Emilia e dintorni, l’anello di Ca’ del Vento a Borzano di Albinea, facilmente raggiungibile con l’auto dove potrete sostare in un ampio parcheggio.

L’anello di Ca’ del vento è un percorso facile, tanto che molte persone lo frequentano anche per fare jogging, oltre che in mountain- bike. L’inizio del percorso comincia da Borzano, una frazione di Albinea, a ridosso delle prime colline Reggiane; qui parcheggiate l’auto e iniziate a seguire il sentiero tracciato con le classiche bande bianche e rosse che identifica il sentiero 614; lungo la passeggiata incontrerete anche diverse piante come l’azzeruolo (una pianta da frutto), il cerro o gli ulivi. Il percorso è lungo 12.5 km e lo si percorre all’incirca in 3h e 15 minuti. Lungo il percorso troverete dei tabelloni illustrativi che vi permetteranno di conoscere la flora locale, oltre ad elementi architettonici come le case torri che caratterizzavano questi luoghi prima dell’800.

Il percorso fa parte della rete iconologica “rete Natura 2000”, la quale si sviluppa all’interno dei comuni di Albinea, Vezzano sul Crostolo e Viano, per una superficie complessiva di 1661 ettari; qui si trovano anche 44 cavità, delle quali solo 24 sono accessibili, fra tutte quella più conosciuta è quella denominata “Tana della Mussina”, la quale si compone di un percorso di 2 km di gallerie esplorate, la grotta si trova lungo il sentiero che si distacca dal principale 614, lungo il percorso per raggiungere il Castello di Borzano, il quale è di origine medioevale risalente alla famiglia dei Manfredi.

Da via Franchetti continuiamo a salire lungo la strada che diverrà successivamente una strada bianca, il panorama inizia a delinearsi sempre più in profondità, con colori che si accendono divenendo sempre più intensi, così come i prati erbosi e le morbide colline ricoperte da folte chiome, mentre ai piedi si srotolano i campi coltivati. Una volta raggiunta la sommità potrete ammirare in lontananza la pianura e le grandi città fra cui Reggio Emilia con il Ponte di Calatrava e Modena con l’imponente Ghirlandina, molto spesso attorniate dalla cappa e dall’umidità, in giornate limpide potrete addirittura ammirare l’arco Alpino. A tratti il sole vi farà compagnia, in quanto le fronde degli alberi offriranno di tanto in tanto qualche momento di ombra, riparati dalla canicola del sole rovente.

Sul lato sinistro del percorso sarà visibile anche il castello di Borzano, o meglio quello che ne resta, infatti l’edificio infatti cadde in rovina ed aggi ne resta solo una porzione pericolante, oltre la chiesa di San Giovanni Battista, sul terreno sono stati effettuati degli scavi che hanno portato alla luce una serie di tombe risalenti al VIII sec. d.C.; esiste infine anche un abitato rupestre abbandonato dal 1300, il sentiero per il castello non è segnato benissimo, in quanto la vegetazione tende a riprendersi ciò che l’uomo prova a sottrarle, quest’ultimo discende velocemente giungendo alla grotta della “Mussina”, una ferita nell’interno della roccia calcarea, la quale si venne a formare a seguito dell’erosione del materiale gessoso di cui è composta la montagna, creando un incavo che percorre le profondità della terra nella più totale oscurità, la quale fu scoperta da Gaetano Chierici nel 1871, il cui nome campeggia sulla targa collocata all’ingresso della grotta. I reperti e resti rinvenuti all’interno della grotta sono oggi conservati ai Musei Civici di Reggio Emilia, fra cui anche ossa di animali e umane, quest’ultime da uno studio approfondito hanno portato alla luce riti di cannibalismo in età preistorica. Il nome “Mussina” deriva da un proseguito di leggende popolari, una fra le tante narra che si aggiri fra le fronde degli alberi un’entità malvagia, la quale in origine umane doveva trattarsi di una strega. Tuttavia tornando alla realtà dei fatti, qui vive una colonia di pipistrelli, la temperatura all’interno della cavità è costante, ma vi accorgerete della differenza di temperatura soprattutto durante le giornate estive, in quanto le lingue di aria fresca che escono dalla caverna a contatto con la pelle generano sensazioni di brividi, mentre per gli appassionati di libri gialli e storie del terrore questo è il loro palcoscenico ideale, nel quale estrapolare le storie dei protagonisti dei propri romanzi. Da qui le opzioni sono due, o si ritorna sul sentiero principale per completare l’interno anello, oppure si prosegue attraverso i campi per giungere nel letto del Torrente Lodola, che durante l’estate è secco, per risalire la carraia, per ricongiungersi con l’anello tagliandolo per metà, da questo punto raggiungerete il punto Belvedere in 50 minuti, mentre impiegherete 1 ora e 30 per ritornare verso Borzano.

L’anello sale fino a giungere a Casa Speranza, da qui si arriva al poggiolo dal quale sulla destra si hanno le vette del Monte Gesso 408 m. Monte Scaletta 468 m. e del Monte Lunetta 385 m., da qui il percorso continua e si giunge ad un primo bivio che conduce verso il castello di Montericco. Noi continuiamo la nostra salita sempre sul percorso 614 e giungiamo ad una biforcazione, continuando verso sinistra si percorre uno spartiacque che permette la visuale sulle colline del comune di Viano; da qui il percorso si piega a sinistra e si insinua all’interno del bosco, iniziando la discesa dai 430 metri a cui sarete arrivati. Lungo il percorso potrete ammirare i panorami delle vette circostanti che compongono l’Appennino, mentre attorno a voi i colori si tingeranno di ocra e oro, lasciando sullo sfondo splendidi scatti da cartolina, con curve sinuose e piccoli centri abitanti dislocati qua e là. Il percorso si addentra all’interno di una magione con vigneti, sul cui terreno si trovava un casolare abbandonato, classico da copertina. Poco dopo il sentiero torna a tuffarsi nuovamente nel bosco, dove fra discese e piccole salite, si arriva ai ¾ dell’anello da dove si può tagliare nel mezzo per raggiungere il castello di Borzano, il quale è ben distinguibile ad occhio nudo. Continuando il percorso si giunge all’imbocco della strada cittadina che portava nuovamente alla frazione Borzano.

Il percorso discende nuovamente per risalire verso destra alla volta del castello e degli schiavi archeologici che sono stati effettuati alla base dello sperone di roccia di gesso sul quale era stato costruito l’intero impianto fortificato. Speriamo vivamente che questo luogo possa essere recuperato prima che crolli tutta l’intera struttura.



 
Mappa Sentiero Anello di Ca' del Vento
Vista Arco Appennino Tosco-Emiliano
Sentiero Ca' del Vento
Vista della Pianura Reggiana - Modenese
Vista del Castello di Borzano di Albinea
Castello di Borzano di Albinea
Castello di Borzano di Albinea