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ITINERARI DI VIAGGIO / CROCIERA
Il giorno seguente la nave alle
ore 7.00 approdò presso il porto di Tourlou a Mykonos, per evitare la fila
disastrosa che si era verificata per lo sbarco a Brindisi, avevamo deciso di
fare una colazione veloce, per riuscire a sbarcare rapidamente. Questa volta fu
tutto più facile e ordinato, uscendo dal piccolo porto dell’isola potrete
scegliere di poter salire su una imbarcazione al costo di 2 euro che vi porterÃ
in circa 10 minuti al centro del’isola, oppure fare una passeggiata di circa 30
minuti lungo l’unica strada che segue la costa, la quale vi consentirà di
ammirare i diversi scorci e panorami, che diversamente dall’imbarcazione non
sarebbero stati colti in tutta la loro bellezza. Il sole scaldava la nostra
pelle, ma il vento spirava con nervosismo, purtroppo l’isola di Mykonos ha
questa caratteristica di essere molto spesso frustata da raffiche di vento.
Oltrepassammo una prima spiaggia deserta, abbracciata dalle acque blu del
Mediterraneo, per giungere poco dopo al Porto Vecchio dell’isola, qui si giunge
alla piccola spiaggia Paralia Choras, dove il vento impetuoso non riesce a
increspare la superficie delle acque, grazie alla sua conformazione che la
tiene riparata. Le vie del centro sono caratterizzate dal colore bianco dei
muri dell’abitazione, le une addossate alle altre come a cercare un riparo dai
cocenti raggi del sole, ma ciò che rende unico questo insieme di piccole vie è
la vivacità dei colori che sono stati utilizzati per dipingere le imposte e le porte
delle abitazioni, rendendo speciale ogni casa, passando dalla pittura blu del
mare, a quella verde dei prati, ma anche rossa come i petali di un fiore.
Seguendo il perimetro del porto vecchio giungemmo ai resti del duecentesco Castello
di Mykonos, la cui composizione si presentava come un insieme di abitazioni edificate
sulle fondamenta di costruzioni risalenti al Neolitico. La costruzione fu in
seguito abbandonata e solo attorno XIX sec. è stato reso possibile il suo
recupero. Una cancellata concedere l’ingresso all’interno dei ruderi, di cui
sono visibili i muri perimetrali, mentre alcune foto e didascalie raccontano lo
svolgimento della vita quotidiana in questi locali abbandonati. Adiacente al
sito si trova la chiesa di Panagia, un edificio realizzato in pietra e pitturato di bianco. Da
qui si oltrepassano alcune abitazioni per giungere ad un primo scorcio sui
mulini a vento, collocati uno in fila all’altro come fossero dei soldatini,
mentre le acque del mare si increspavano nervosamente, lasciando intravedere il
fondale che a seconda della luce del sole si dipingeva di verde, azzurro e blu.
Attraverso una piccola passerella a ridosso delle acque, si attraversa quella
che fu rinominata la piccola Venezia.
Direi che il nome della città Italiana Venezia è sempre di più abusato dai media locali, per paragonarla a luoghi che nemmeno riescono a compararsi ad essa, ad i suoi canali e palazzi storici, ma tant’è che basta avere alcune abitazioni ed un piccolo patio bagnato dalle acque del mare, affinché qualcuno le possa affibbiare il titolo di piccola Venezia. Un suggerimento per una migliore inquadratura per scattare la foto di questo piccolo porticciolo è quella dando le spalle ai mulini che vi sovrasteranno con la loro mole ed ombra. Diamo anche una piccola informazione sui mulini di Mykonos, quelli che vedrete non sono altro che delle ricostruzioni, in quanto gli edifici originali furono purtroppo abbattuti o collassati a causa dell’incuria e del tempo.
Continuammo a seguire la strada pedonale sino a giungere alla piccola chiesetta Agios Haralampos, il cui tetto si distingue per essere dipinto di un rosso corallo vivido, dal suo piazzale si potrete ammirare la spiaggia di Paralia Megali Ammos, mentre a pochi metri al di sotto della scogliera si trovava un piccolo scrigno segreto dove poter prendere il sole sulla piccola lingua di terra o sulle rosse appiattite dal moto del mare. Proseguimmo lungo la via pedonale che costeggia il litorale, giungendo fino alla strada che risale verso il secondo belvedere, risalendo il promontorio della scogliera, dal quale poco dopo la curva si potrà ammirare la spiaggia di Paralia Korfos. Qui il vento soffiava incessantemente, tanto che un atleta di kitesurf era intento a divertirsi con la sua tavola volando fra le onde. Arrivati ad ridosso della spiaggia ci fermammo nel piccolo centro per acquistare alcuni prodotti tipici: panetteria e pasticcerie sono i miei angoli del peccato. Da qui proseguimmo pochi metri oltre per raggiungere la meravigliosa spiaggia Ornos Beach, la quale durante l’estate si trasforma in una distesa di ombrelloni e lettini da mare, ma ora era completamente deserta e libera da ogni ostacolo visivo, inoltre il vento alle nostre spalle si abbatteva contro le infrastrutture urbane e le palme che segnavano il confine fra natura e urbanizzazione. Ci togliemmo le scarpe e passeggiammo immergendo i piedi in questo mare paradisiaco, mentre il sole ci scaldava. Ci mettemmo distesi sulla sabbia, pranzammo con le delizie acquistate poco prima e restammo lì fermi a guardare il mare senza badare allo scorrere del tempo. Fortunatamente l’orologio era attivo e suonò l’ora del mezzo giorno, raccogliemmo le nostre cose e ci incamminammo nuovamente verso il centro di Mykonos a circa un’oretta di cammino.
Tornati al punto di partenza, ci fermammo a visitare meglio i vicoli del centro, passando davanti al municipio, giungendo dinanzi alla chiesa Lady of the Rosary caratterizzata da una piccola torre campanaria con basamento in pietra e decorata con monofore e bifore; da qui continuammo a seguire i piccoli vicoli fino a sbucare sulla strada principale che ci ricondusse alla volta del porto principale dove era attraccata la nostra nave. Restammo nell’area relax delle piscine fino a quando la nave non riprese il suo viaggio e il vento freddo non si insinuò sul ponte, facendo dileguare la maggior parte dei passeggeri, tranne quelli che erano riusciti a prendere posto nelle vasche idromassaggio con acqua calda.
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