IL PORTALE DEDICATO AI VIAGGI

Lago di Bolsena e Montefiascone

Ritornati al parcheggio nella città nuova di Civita di Bagnoregio, impostammo la nuova destinazione, con punto di arrivo il Lago di Bolsena, toccando diversi comuni prima del rientro. Leggi anche il percorso precedente >>

Arrivati a Bolsena scendemmo lungo la collina e arrivammo sulla strada che costeggiava il lago, come già detto i parcheggi liberi sono assenti, mentre al contrario grandi ed enormi parking a pagamento ne troverete ovunque, quindi fuori il porta monete e via di euro.
Il lago era uno specchio d'acqua increspato solo dal passare delle barche a vela o dai traghetti che collegavano le due isolette presenti all'interno del lago. Siccome la tintarella era d'obbligo, ci fermammo in un forno a comprare il necessario per il pranzo, per poterci fermare lungo la banchina sul lungo lago ad assaporare i caldi raggi del sole (portatevi una crema protettiva, il sole non scherza, brucia anche a Maggio!).
Risalimmo con la vettura verso il centro cittadino, arrivando nelle vicinanze di Piazza Matteotti, dove si affaccia il teatro comunale, il quale era stato ricavato all'interno della chiesa di San Francesco la quale conserva ancora il portale adornato da una serie di archi a sesto acuto concentrici poggianti su semicolonne;  oltrepassammo l'antica porta dalla quale diparte Corso Cavour, arrivammo in prossimità della fontana di San Rocco la quale si compone di 6 canne e una testa di leone dalla quale fuorisce l'acqua che riempie gli invasi sottostanti. Il percorso termina uscendo dalla porta che immette in Piazza S. Giovanni, dalla quale ci si immette in Via Francesco Cozza, discendere i giardini e arrivare dinanzi alla Rocca Monaldeschi della Cervara, la quale dominava sull'interna cittadina. La struttura si compone di una serie di torri a pianta quadrangolare racchiuse all'interno di quella che erano le mura della fortezza trecentesca, costruita a difesa dall'antico borgo. La rocca era appartenuta al papato, per divenire in seguito di proprietà della famiglia Monaldeschi. L'edificio oggi ospita il Museo territoriale del lago di Bolsena, fra i vari elementi espositivi troviamo l'allestimento di vasche conteninenti pesci e anfibi di acqua dolce, utilizzati per la didattica. Dinanzi alla rocca si frappone la chiesa intitolata a S. Salvatore, avente una semplice facciata in pietra adornata da una coppia di bifore sormontate da uno splendido rosone, la struttura stilistica termina con una forma a capanna incastonata fra due torri quadrangolari, una delle quali culmina con una cella campanaria. Il panorama sulla città era unico, il silenzio padroneggiava lungo tutte le stradine (forse dovuto al fatto che erano le due del pomeriggio?), solo il cinguettio degli uccellini e qualche gatto arruffato spezzavano quell’incanto.

Prossima e ultima tappa del giorno fu Montefiascone, a circa 12 chilometri da Bolsena. Anche questa cittadina si sviluppata lungo le pendici collinari, mentre sulla sommità si erge la rocca dei papi. Parcheggiammo in uno dei parking che costeggiavano il pendio e iniziammo la nostra scalata. Passammo per Largo del Plebiscito, dove sugli edifici sono state poste delle targhe in onore ai caduti della patria durante la grande guerra, da qui diparte la via intitolata a uno dei personaggi simbolo di questa città: Santa Lucia Filippini, la quale si adoperò nel XVII sec. per dare una casa ed una istruzione a molte fanciulle indigenti, non solo di Montefiascone, ma anche di altri comuni limitrofi. Qui si trova la piccola chiesa intitolata a S.Andrea realizzata in stile romanico, nella quale è incastonata una targa scolpita, ora mai quasi illegibile a causa della sua erosione; il portale è incastonato in una serie di archi concentrici di blocchi di pietra, sopra il quale si trova un oculo. L'interno è semplice e raccolto, le piccole navate sono sorrette da colonne in pietra sulle quali poggiano archi a tutto sesto, terminanti in un'abside cieca. L'edificio visto dall'esterno sembra essere assorbito dalle abitazioni adiacenti, addossate al tempio, quali lo volessero inglobarlo al loro interno.

Seguimmo la strada lungo piazza Vittorio Emanuele, per svoltare in via Indipendenza, giungendo alla quattrocentesca cattedrale di Santa Margherita, nota anche per le dimensioni della sua cupola, la quale in ordine di grandezza si colloca al terzo posto grazie ai suoi 27 metri di diametro e 23 di altezza. L'edificio si presenta con un aspetto esteriore severo, con forme geometriche ben delineate, grazie soprattutto alle due torri campanaria a pianta gradrata, che svettano verso l'altro incastonando la facciata della basilica, giungendo a conclusione con una cela campanaria sormontata da una cupola ottagonale, appena sotto la sezione campanaria sono stati collocati due quadranti di orologi in entrambe le torri. Il portale di ingresso è ingentilito da un pronao con un timpano sorretto da una coppia di colonne, mentre ai lati si trovano due nicchie ove sono collocate le statue raffiguranti i Santi Flaviano e Margherita, lo stile spezza il suo rigore con una balaustra che cede il passo a forme geometriche curve, lasciando intravedere l'enorme cupola sormontare l'intero edificio. Il tempio racchiude al suo interno le reliquie della santa martirizzata, oltre a quelli di Santa Lucia Filippini custoditi nella cripta inferiore.

Città di Bolsena

Lago di Bolsena
Rocca Monaldeschi della Cervara - Bolsena
Teatro San Francesco
Fontana di San Rocco
Chiesa di San Salvatore
 

Città di Montefiascone

Chiesa S. Andrea
Basilica S. Margherita
Rocca dei Papi
 

Arrivati alla rocca dei papi ad un'altezza di olter 630 metri sul livello del mare, ci accorgemmo che potevamo evitare tutta quella fatica proseguendo in macchina, dato che c’erano i parcheggi (chissà da quale strada si arrivava?)!! Bhe tutto sommato la fatica fu ricompensata dal panorama che dominava su tutta la vallata, la vista spaziava dal lago di Bolsena all’estremità dello specchio d’acqua, sino alla catena montuosa. La Rocca dei Papi oggi ospita al piano terra il Museo dell'architettura di Antonio da Sangallo, l'edificio purtroppo è giunto sino a noi solamente per una parte, i restanti corpi di fabbrica sono stati perduti a seguito della fine dei restauri e delle implementazioni che erano state avviate nel '500, in quanto la rocca fu abbandonanta dal potere papale, per essere affidata ai cardinali, i quali la utilizzarono per diversi fini, anche come stamperia e magazzino. Annesso alla rocca c'è anche un parco dove poter passeggiare all'ombra della vegetazione.

Scoccarono le ore 04.00 del pomeriggio, fu l’ora di ritornare verso Arezzo, anche perché il viaggio da ripercorrere era di due ore e siccome volevamo visitare la città in piena luce, ci affrettammo, sempre rispettando i limiti, in quanto gli autovelox sono ovunque, senza che ve ne rendiate conto avrete collezionato un sacco di scatti fotografici da collezionare nel book dei ricordi.

Itinerario verso Arezzo >>