D’inverno a non tutti piace poter sguazzare nella neve come tanti sciatori professionisti, nemmeno il freddo può essere un aspetto positivo per alcuni. Infatti per coloro che bocciano la settimana bianca, c’è sempre un’alternativa, un luogo con un clima mite, che permetta di mettere il naso fuori dalla porta, senza doversi portare appresso la borsa dell’acqua calda.
Vivendo al nord, la tragedia è assicurata, tutto è improntato per le vacanze in montagna, al freddo, e siccome la colonnina di mercurio dice che d’inverno le temperature miti si trovano al sud Italia…come fare per non buttare via un week end tra strada e aeroporti? Soprattutto per chi ha un budget limitato e un breve tempo a disposizione per la pausa vacanziera?
Dopo aver scannerizzato tutto il nord, confrontato carte topografiche e quelle delle temperature medie, oltre alle previsioni del tempo, ho finalmente trovato la destinazione, come sempre la Liguria; una regione con un clima mite, con temperature quasi mai vicino allo zero e da sempre luogo di villeggiature per le popolazioni provenienti dal nord Europa.
Fatta una scansione della regione, scelsi come luogo di villeggiatura San Remo.
Da questa località è anche facile raggiungere la Costa Azzurra, proseguendo in direzione di Ventimiglia e successivamente svalicando a Menton, prima cittadina in confine Francese.
Caricate le valige ci dirigemmo finalmente verso la meta desiderata per un po’ di riposo. Giunti all’uscita di San Remo il sole alto nel cielo ci accolse con i suoi 16 °C e quasi dovemmo togliere i cappotti per non fare la sauna. Tuttavia la doccia fredda fu il conto dell’autostrada, un salasso per fare solo 300 km. L’autostrada dei Fiori si conferma il tratto autostradale fra i più costosi della nostra penisola. Usciti dal casello iniziammo la discesa lungo la strada principale che ci condusse direttamente su Corso Imperatrice, una delle principali strade della città di Sanremo. Seguendo le indicazioni del navigatore ci districammo fra sensi unici, stradine e rotonde, arrivando davanti all’albergo, collocato di fianco al Casinò comunale. Scaricammo le valige e andammo a parcheggiare l’auto nel parking collocato in riva al mare. Risalimmo lungo via Nino Bixio solo i metri necessari a entrare nell’enorme spiazzo adibito sia a parcheggio free, che a pagamento, siccome era sabato, trovammo liberi solo quelli a pagamento.
La città era invasa da negozi, peccato solo che i saldi non erano ancora iniziati, ma lo shopping inconcludente ci rapì ugualmente, in quanto perdemmo parte del pomeriggio a vedere tutte le vetrine del centro. Una volta saziati da così tanto faschion style, decidemmo di fare una passeggiata sul lungo mare, costeggiando Corso Imperatrice adornato da palme e fiori. Sul corso si affacciavano molti edifici importanti come la chiesa Russa e la chiesa di nostra Signora Czestochowa, il tutto incorniciato dalla vista sulle acque del Mar Ligure. Tornammo sui nostri passi e ci accorgemmo di come le mareggiate dei giorni precedenti avessero devastato il litorale sanremese, il disastro era percepibile a occhio direttamente sulle banchine, sino ad arrivare al Forte di Santa Tecla. Prima di tornare in albergo feci una volata al tour office in piazza Cesare Battisti, per prendere alcune informazioni sui locali della città , facendomi consigliare dove, a parere dell’incaricata al front office, avesse mangiato meglio, in quanto i residenti sanno sempre quali sono i locali da frequentare. Fra i ristoranti segnalati decidemmo di provarne uno che oltre ai piatti tipici, offrisse nel menù anche la pizza a pochi passi dall’albergo dove alloggiavamo. La cena si consumò fra deliziosi piatti e tante risate. Ci alzammo dal tavolo verso le 23.00 troppo presto per andare a letto, perciò decidemmo di fare un giro all’interno del Casinò per vedere come fosse questa grande sala giochi per adulti. Fummo investiti dal vociare, dai rumori delle macchinette e slot machine, luci brillanti che attraevano come sinuose sirene, la gente che si accalcava attorno ai tavoli verdi con volti inespressivi, quasi consapevoli che non avrebbero vinto nulla, ma al massimo sarebbero riusciti a riportare a casa il proprio abito. Uscimmo in direzione della nostra camera, per il giusto riposo, pronti per affrontare il giorno seguente.
Il giorno successivo, dopo una abbondante colazione, ci preparammo per visitare il principato di Monte Carlo. La distanza con il confine francese fu veramente breve, pochi minuti ed eccoci al confine. Continuammo il tragitto sorpassando la prima uscita di Menton e imbucammo la seconda in direzione di Montecarlo.
Iniziammo a scendere fra tornanti e curve, sino ad arrivare all’interno
dello stato Monegasco, tuttavia la prima impressione non fu affatto di
sbalordimento, in quanto le aspettative per questo luogo erano state
montate come un enorme castello di carte e purtroppo bastò poco per
farlo crollare. I grandi palazzi erano ammassati l’uno sull’altro come
se cercassero un po’ di respiro, soffocando nell’oscurità perenne le
abitazioni più basse. Parcheggiammo a pochi passi dal Casinò, più
precisamente all'interno del suo parcheggio sotterraneo, non molto
economico, ma sicuramente molto comodo. Sbucammo dalle viscere della
terra in un parco lussureggiante rivolto verso il mare. Qui le auto che
pascolavano erano molto distinte, soprattutto per la loro carrozzeria e
quantità di cavalli: Ferrari, Mercedes, Bentley, Maserati, Lamborghini,
Jaguar….tutti bolidi rombanti e scalpitanti.
Continuammo la
passeggiata proseguendo verso il porto, dove le imbarcazioni sembravano
frazioni cittadine galleggianti, il lusso si sprecava fra i materiali
utilizzati per la loro realizzazione e gli arredi. Arrivammo nel punto
dove i team di F1 durante il Gran Premio collocano i loro garage,
nella piazza adiacente al porto si trovavano bancarelle e pupazzi che
animavano la giornata dei più piccoli, e non solo. Risalimmo il crinale
opposto alla nostra direzione arrivando fino al castello dei Grimaldi.
Dalla piazza d’arme si poteva ammirare tutto il panorama sulla città e
sul porto, tenuti sotto controllo dalla ferocia dei cannoni assopiti da
tempo. A controllo del castello c'era una guardia armata di mitra, che
durante tutto il suo servizio continuava con passo e cadenza a
sorvegliare l’ingresso del palazzo.
Giunse l'ora del pranzo,
iniziammo a cercare un luogo dove poter fare uno stuzzichino. Mentre i
compagni di viaggio cercavano un locale che andasse bene a tutti, mi
intrufolai all’interno della chiesa dove fu celebrato il famoso
matrimonio fra Grace Kally e il sovrano di Monaco.
Fu deciso di mangiare in una creperia dove facevano menu fissi a prezzi
accessibili, ma il dolce lo prendemmo in un altro locale dove servivano
paste. Ordinammo crepes dolci con crema di marroni, nutella
ecc…ricoperta da crema chatilly, questa fu un vero disastro, perché per
tutti i soggetti fuori dall'Italia sembra che la crema chantilly sia la
panna montata, mentre in realtà è crema con una quantità di panna ben
calibrata. Ritornando verso il parcheggio dell’auto mobile passammo
sotto il famoso tunnel utilizzato come tracciato durante i gran premi e
la curva delle piscine.
Arrivati al parcheggio pagammo il salasso per la sosta di sole 4 ore e impostammo la nuova direzione verso l'Italia.
Erano
le ore 17.00 quando tornammo a Sanremo e la città sembrava indemoniata,
come se si fosse svegliata tutta in quel momento, di conseguenza
cercammo di recuperare la via del ritorno prima che qualcosa andasse
storta a causa dell’intensità del traffico.
Ritornammo in albergo
dove ci preparammo per la cena e una scappata al casinò in quanto
dovevamo utilizzare le fiches da 10 € che ci aveva donato l’albergo.
Purtroppo
la serata non durò a lungo, la stanchezza mi aveva colto alla
sprovvista e gli occhi non erano più in grando direstare aperti,
pertanto poco dopo cena mi ritirai in camera e crollai nel mio sonno.
Il terzo e ultimo giorno espatriammo nuovamente nei domini Francesi per
dirigerci alla volta di Nizza e Cannes. Ripagammo nuovamente il
pedaggio alla frontiera autostradale e ci immettemmo lungo la super
strada francese. Superata l’uscita per Monaco, ecco la prima barriera
francese di pagamento pedaggio, molto futuristica, con un grande
canestro nel quale lanciare le monetine del pagamento, 2 €
indistintamente da dove tu fossi entrato all'interno della loro super
strada. Il primo step fu Nizza, la quale si svelò ai nostri occhi con
poco entusiasmo, una città molto spenta, che accoglie i visitatori con
una periferia del tutto anonima e quasi abbandonata a se stessa.
Parcheggiamo in un centro commerciale vicino al centro cittadino, poco
distante dal mare. Arrivati nella piazza principale tutto iniziava
finalmente a prendere forma, in una atmosfera natalizia, piena di colore
e di armonie, casette delle bancarelle, giostre e abeti imbiancati per
l'occasione, tutto l’insieme era costellato da decorazioni e riflettori,
che alla sera donavano alla città un aspetto incantato da palcoscenico.
Continuammo la passeggiata lungo il mare, dove le onde piano piano
raggiungevano la riva per infrangersi dolcemente. Continuammo il nostro
tour nelle vie principali per vedere se si trovava qualcosa da
acquistare a poco prezzo, ma non trovammo nulla che potesse andare bene,
più che altro la carta di credito non voleva venire fuori dal
portafogli, quindi ci limitammo solamente a guardare. Metà della
giornata era terminata, decidemmo di fare un breve break per mangiare
un panino in una paninoteca del centro commerciale, prima di prendere la
direzione verso Cannes, ultima meta della giornata. Lungo la super
strada pagammo un altro pedaggio di 2 euro e uscimmo lungo lo svincolo
per la città di Cannes.
Anche Cannes fu molto pigra nell’accoglierci,
era improbabile che l’avrei riconosciuta se fossi andato da solo, in
quanto sembrava di stare in una di quelle piccole città industriali,
dove lungo i marciapiedi non scorrazzano nemmeno i bambini, trovammo il
parcheggio sotto l’auditorio delle premiazioni della palma d’oro, in
riva al mare, dove lungo il perimetro della struttura si trovavano i
calchi dei palmi delle mani di attori celebri. La città era pressoché
popolata di negozi lungo le vie del centro, ma di altre attrazioni
turistiche e naturalistiche non riuscii a vederne, forse per la troppa
fretta. Tuttavia la città poteva essere benissimo paragonata alla nostra
Rimini o Riccione, spenta dai colori dell'inverno.
La nostra
passeggiata in giro nei negozi era conclusa, non c’era rimasto molto
tempo, in quanto il viaggio del ritorno poteva portare con se anche
alcune code, oltre al mal tempo. Di fatti trovammo code alla barriera di
Ventimiglia, con una serie di nuvoloni che ci inseguiva, pronti a
scaricare acqua.
La nostra ultima sera a Sanremo provammo un nuovo
locale del quale rimanemmo molto soddisfatti, chi per il filetto al pepe
verde e chi per il nasello,con porzioni molto abbondanti.
Il giorno
successivo era il giorno della partenza, non solo per noi che dovevamo
tornare a casa, ma anche per i saldi del la regione Liguria, quindi non
potevamo non fare almeno una scappata veloce a fare acquisti ! Che
immancabilmente riuscimmo a fare, prima di ritornare al freddo delle
nostre città .
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