Proseguimmo il nostro tragitto in cerca di un luogo dove pranzare, dato che volevamo successivamente andare a visitare il centro cittadino di Sarzana; decidemmo di arrivare alla cittadina prima del pomeriggio e pranzare direttamente in loco. Parcheggiammo nel primo park adiacente il centro cittadino (all’incrocio con via Pace), che durante i giorni festivi era gratuito. Passeggiammo sino ad arrivare in piazza Matteotti, sulla quale si affacciava il palazzo Comunale (Palazzo Fonatana), attorno al quale si susseguivano i portici, ove al riparo dalle intemperie si trovavano negozi e ristoranti. Cercammo in internet un ristorante vicino che potesse essere conosciuto da altri viaggiatori per leggerne anche le recensioni, e come primo della lista fu segnalato il ristorante Ottone I, il quale era segnalato a pochi passi da piazza Matteotti, ma dopo dieci minuti che giravamo per la piazza senza riuscire a scorgerlo, optammo per il ristorante “ I Maestri”, dove leggemmo alcuni piatti nella locandina collocata fuori dal locale: menù di pasta, carne e pesce. Il locale era arredato in modo semplice, una tipica trattoria intima, scegliemmo di accomodarci nella stanzina adiacente il piccolo cortile coperto
interno
e ordinammo come primi piatti tortelli con crema allo zafferano e testaroli al pesto, mentre per secondo optammo per braciole di agnello impanate e baccalà su crema di porri, nell’attesa ci servirono un cestino con pane e panissa, quest’ultima è un prodotto tipico locale fatto con un impasto di farina di ceci, acqua e sale, che nel caso del cuoco sono state tagliate a strisce e successivamente fritte e cosparse con un poco di sale, una vera bontà anche con lo stracchino. In ultimo non potevamo di certo farci sfuggire il dolce al cioccolato e ricotta. Totale della spesa per due, con acqua e caffè 60 euro.
Usciti dal ristorante, ci incamminammo per le vie della città, passando di fronte al palazzo comunale e proseguimmo su via Bertoloni, arrivando alla porta d’ingresso della città dove si trovava anche il Torrione Genovese, una costruzione a pianta circolare in pietra, oggi adibita ad abitazione, un tempo questo edificio era attorniato da un fossato, al suo posto oggi è stato ricavato il giardino del caseggiato. Guardammo attentamente la mappa che era collocata sulla porta e prendemmo spunto per identificare le sezioni più importanti della città, come il castello e i luoghi di culto. Tornammo indietro verso piazza Matteotti e imbucammo via Mazzini arrivando davanti alla Pieve di Sant’Andrea, la quale fu edificata su di un precedente edificio medioevale. La facciata in laterizio era ornata da un portale marmoreo adornato da due figure femminili e teste di angelo, un tempo erano esposte anche le statue dei santi Pietro, Paolo e Andrea, ma agli inizi del ‘900 fu deciso di portale all’interno del tempio per preservarne l’integrità. Sopra il portale fu realizzata una apertura a bifora e un oculo. Adiacente svetta il campanile decorato da una sezione di bifore, trifore e quadrifore, e culminante con una serie di merlature. L’interno della chiesa è composto da un unico ambiente, recenti scavi hanno portato alla luce le antiche fondamenta, che dividevano l’area in tre navate. Importanti sono anche i dipinti conservati nella chiesa risalenti al ‘600, così come l’organo di Steiniger. La passeggiata proseguì verso la chiesa di Santa Maria, nonché Cattedrale di Sarzana. L’edificio si presentava con una facciata rivestita in marmo bianco, decorata da un portale con battenti bronzei cesellati, incastonato all’interno di una serie di archi concentrici poggianti su altrettante semicolonne, nella lunetta sopra il portale è raffigurata la Vergine Maria adornata da ricchi ricami dorati. Nella seconda parte della facciata si trovava il rosone di pietra realizzato a forma di fiore, mentre a terminare la sezione architettonica sono gli archetti pensili che seguono il perimetro del frontale a capanna, sopra il quale sono collocate tre statue, dove quella centrale raffigura papa Niccolò V. Adiacente svetta il campanile in laterizio, adornato da bifore, trifore e quadrifore e culminante anche esso con una merlatura, simile a quella della pieve di Sant’Andrea. L’interno è suddiviso in tre navate, rette da pilastri ottagonali marmorei, sopra i quali il soffitto è decorato a cassettoni lignei in pregiato noce, decorato con motivi floreali. Lungo le navate laterali si aprono diverse cappelle votive, quelle più importanti sono accanto all’altare dedicate a San Tommaso e alla Purificazione.
Passammo di fronte al teatro degli Impavidi, il quale fu realizzato
all’interno dell’edificio che un tempo ospitava la chiesa e il convento
dei Domenicani, quest'ultimo fu abbandonato nel corso dell’800 e di
conseguenza la comunità locale lo trasformò in teatro privato,
preservando alcune tracce del precedente edificio sacro, come ad esempio
gli affreschi. La facciata è suddivisa su due livelli, con la prima
sezione decorata a bugnato e suddivisa da lesene, mentre il primo piano
presenta una serie di finestre adornate da decorazioni a timpano.
L’edificio culmina con un cornicione, sotto il quale fu realizzata la
scritta del teatro. L’interno si compone dalla platea realizzata su tre
ordini di palchi. Di fronte il teatro si apre Viale XXI Luglio, zona
pedonale adornata da profumatissimi alberi di arancio, che fanno da
contorno a quest'area circondata da piccoli esercizi e bar. Svoltammo in
via Cittadella e arrivammo di fronte al Torrione Testaforte, questo
edificio fortificato divenne una residenza signorile, alla quale si
accede per mezzo di una scalinata, il basamento cilindrico di quella che
un tempo era la costruzione militare, è divenuto oggi il contrafforte
per il giardino pensile dell’abitazione, ancora oggi sono presenti le
merlature ricoperte da edere.
Continuammo a seguire il percorso sino ad arrivare alle mura della cittadella, detta anche fortezza Firmafede, ancora oggi difesa da mura e fossato. L’edificio si presentava in tutta la sua magnificenza, come se il tempo non fosse mai trascorso, le mura in pietra circondano il mastio, con agli angoli perimetrali protetti da grosse torri circolari, baluardi contro gli attacchi nemici, le quali furono ingentilite da un cornicione composto da archetti pensili. L’ingresso è consentito attraverso la passerella che conduce al ponte in pietra che oltrepassa il fossato, dando accesso al cortile d’onore. Oggi all’interno del castello si trova un museo e una sezione espositiva, vale la pena poter passeggiare per le mura e percorrere a ritroso nel tempo le vicende storiche di una così importante città a confine fra le due potenze marinare di Genova e Pisa.
Da qui è
possibile volgere lo sguardo alle spalle della città e scrutare la
collina Sarzanello, sulla cui sommità è collocata l’omonima fortezza a
pianta triangolare, dove ai vertici si trovano i torrioni circolari, a
protezione del corpo di fabbrica del rivellino, unito alla fortezza per
mezzo di un ponte volante; attorno a questa poderosa struttura difensiva
militare si trova il fossato, il quale si supera attraverso un ponte in
pietra. Le fondamenta delle fortezza di Sarzanello risalgono a prima
dell’anno 1000. Nel ‘400 inizia la nuova fase della costruzione della
fortificazione militare per volere dei Signori Medici di Firenze, la
realizzazione del progetto fu ultimato solo nel secolo successivo, con
l’ultimazione della costruzione del revellino a difesa della rocca.
Durante il dominio francese la rocca fu nuovamente ritoccata nel suo
assetto difensivo e furono poste una serie di cannoniere sui torrioni.
Oggi all’interno della fortezza di Sarzanello si celebrano eventi,
matrimoni e cene a tema.
La giornata giunge al termine, il nostro tour del week end è stato intenso e ricco di meraviglie, accompagnate da un caldo sole invernale. La liguria si conferma una meta perfetta per ogni stagione dell'anno, ha sempre qualcosa da regalare ai suoi turisti.
© 2006. Esploriamo