Itinerario fra i Laghi d'Idro e Garda


La calura estiva di Luglio non dava tregua, ancora non sapevamo esattamente se era meglio andare in piscina o cercare un posto al fresco, che fosse però nuovo ed insolito….Aprimmo l’atlante collocato all’interno della libreria, quello che si usava nell’ora di geografia a scuola dei miei tempi, quello che oggi è stato rimpiazzato da google maps. La carta per me è un elemento essenziale, non solo visiva, ma anche sensoriale al tocco delle dita, che non riesce a trasmettere lo schermo piatto di un pc, preferisco leggere i miei appunti trascritti su un taccuino, perché mi aiuta a memorizzare e riflettere. Scorremmo velocemente con le dita l’area attorno al nostro punto di partenza e iniziammo a leggere alcuni luoghi che ancora non avevamo visitato ed ecco finalmente la soluzione: Lago d’Idro.

Il Lago d’Idro è uno specchio d’acqua posizionato a ovest del Lago di Garda, al confine fra la provincia di Brescia e quella di Trento. Per arrivarci comodamente si percorre l’autostrada A1 in direzione di Fiorenzuola, qui si interseca la diramazione per l’allacciamento con l’autostrada A21 che conduce sino a Brescia, immettendosi nella A4 Milano - Venezia. Arrivati in questo imbocco si esce a Brescia Est e si continua lungo la statale, seguendo le indicazioni per il Lago d’Idro. Dall’uscita dell’autostrada ci vogliono 30 minuti circa.

Il paesaggio man mano che la strada si insinuava attraverso i rilievi montuosi iniziò a mutare, alcuni fianchi rocciosi erano stati violentati dalle cave a causa della voracità dell’uomo nello sfruttare il suolo alla ricerca di materie prime, lasciando profonde ferite, come una gigantesca scala infernale rugginosa. Purtroppo la calura non svanì, anche se i 30°C divennero più sopportabili, rispetto alla canicola della città.

La strada si snodava lungo una serie di gallerie e strane rotatorie uscite fuori da un fumetto, caso vuole che proprio quel giorno fosse in atto una gara di auto sportive d’epoca…rimanemmo con le dita piantate nelle orecchie per il rumore, cercando di restare concentrati sulla guida, in quanto dovevamo stare attenti a quando ci sorpassavano i veicoli, perché loro si limitavano solamente a dare un colpo di clacson e successivamente si buttavano in mezzo alla strada come se  ci fossero solo loro e tutto il resto fosse invisibile. Giunti in prossimità del lago d’Idro la vista iniziò a spaziare sullo specchio d’acqua racchiuso nell’incavo del bacino creato dalle montagne, il primo paese che incontrammo fu Idro, collocato proprio sulla punta a sud del Lago. Questa volta non avevamo prenotato da nessuna parte, avevamo fatto comunque qualche telefonata preventiva per sapere se c’era disponibilità, ma visto che nessuno di noi c’era mai stato e nemmeno i nostri amici, provammo l’ebbrezza di una gita last minute non organizzata. Su internet avevamo visto un hotel a due stelle con piscina, quindi andammo alla ricerca di questa struttura, ma la nostra sorpresa fu quando parcheggiamo l’auto e andammo a bussare alla porta…lo stabile era in disfacimento, parte dell’intonaco esterno era crepato e nemmeno il resto della struttura sembrava in buono stato, quindi alzammo subito i tacchi e andammo via senza nemmeno suonare il campanello. La meta successiva fu il paesino a nord del lago, dove i due fiumi: Chiese e Caffaro, si uniscono per dare origine al lago di Idro. La posizione dell’albergo non era niente male, si godeva un bel panorama e la spiaggia era a due passi, lo stabile esternamente sembrava ristrutturato, ma aimè non avevamo fatto il conto con la camera, per fortuna chiedemmo di poterla visionare, in quanto lo stile retrò anni ’60 non era di certo ciò che cercavamo, più che altro la scelta di non restare a dormirci fu a causa della doccia assente, in quanto sul pavimento del bagno era collocato uno scolo, quindi immaginatevi che macello ci potesse essere in quel bagno dopo essersi lavati! Per non parlare del materasso, totalmente affossato, piuttosto avrei dormito sul pavimento.

Rifiutammo la camera e tornammo sulla strada principale in direzione di Anfo, proprio lungo la strada trovammo il nostro B&B Garden Grill, appena spacchettato, in un’ottima posizione strategica, sia per ammirare il panorama del Lago dalla finestra della camera, che dal sottostante Bar. La camera era  in stile etnico, molto deliziosa, il  prezzo di una doppia era 75 euro con colazione inclusa. Ci cambiammo rinfrescammo velocemente e ci dirigemmo verso la spiaggia di Bondone, dall’altra parte del lago, sul versante Trentino, a 10 minuti di macchina, la quale godeva di un’ottima posizione per la tintarella, in quanto il sole la riscaldava dalla mattina sino a tarda serata. Dopo aver percorso la stradina che costeggiava la punta nord e aver oltrepassato i due corsi d’acqua, giungemmo al parcheggio gratuito della spiaggia, sulla quale si affacciava sia un campeggio, che un ristorante. Ci piazzammo con l’asciugamano sulla riva sassosa, peccato aver dimenticato la stuoia a casa, in quanto i sassi piantati nella schiena non erano il massimo del confort, ma riuscimmo comunque a dormirci sopra.


Lago d'Idro

Lado d'Idro
Cava di roccia
Spiaggia Lago d'Idro
Vista del Lago d'Idro
Lago e diga di Velvestino
 

Salo'

Lago di Garda
Passeggiata lungo lago


Al tramonto decidemmo che la tintarella era stata ottimale e tornammo verso il B&B per prepararci per la cena,  i proprietari ci consigliarono un ristorante lì vicino, dove poter mangia bene e spendere il giusto, in oltre dalla terrazza si godeva  il panorama del lago di sera…proprio romantico! Alla fine del pasto l’orologio scoccò le 22.00, ci interrogammo dove potevamo andare a quell’ora, per poter trascorrere ancora qualche ora prima del dovuto riposo.  Ci consigliarono di andare Crone, poco dopo Idro sul versante destro del Lago. Ci mettemmo circa 15 minuti ad arrivare, ma fummo stupiti di non trovare quasi nessuno, per lo più anziani e qualche famigliola che portava al pascolo la prole. Continuammo allora a salire lungo la sponda del lago, seguendo la strada, arrivati a metà tragitto non trovammo nulla, se non piazzole di sosta per i camper e alcuni campeggi. Continuammo nella speranza di poter fare il giro del lago, senza dover tornare in dietro. Ad un tratto la strada si interruppe proprio in un parcheggio sulla riva del lago, non c’era una via di comunicazione con l’altra sponda, non potevamo proseguire, per di più non c’era alcuna illuminazione pubblica, era lo scenario perfetto per un film dell’orrore o un set cinematografico di un giallo. Finalmente arrivammo in paese e da lì proseguimmo per Anfo, non provammo nemmeno a cercare di andare da un altro paese, avevamo passato più di 2 ore a girare a vuoto, nel tentativo di trovare un pub o qualcosa di simile, pertanto tornammo mestamente verso il B&B.

Il mattino successivo, dopo colazione con vista lago, ci dirigemmo verso la nuova meta del giorno: il Lago di Garda con destinazione Salò. Il tragitto fu deciso la sera prima a cena guardando la mappa del territorio posizionata accanto alla cassa del ristorante, decidemmo di attraversare i monti che separano il lago di Idro da quello di Garda, percorrendo una strada tutta curve a strapiombo sul lago artificiale di Velvestino, creato a seguito della costruzione della diga. Il tragitto ebbe inizio poco dopo la località di Crone; il tragitto fu tutto sommato rilassante, anche se nel tratto oltrepassato la prima parte di monti, ed esserci avventurati oltre il Moerna, la strada si rimpicciolì. Giunti al lago di Valvestino ci fermammo per ammirare il panorama e le acque dal color verde smeraldo che si incanalavano fra i versanti montuosi sino a infrangersi contro la diga. Lasciammo la visuale idilliaca di quel luogo silenzioso e soleggiato e percorremmo  l’ultimo tratto in discesa, che ci condusse sino al lago di Garda. Arrivammo sulla strada principale che da Gargnano costeggia la sponda del lago sino al comune di Salò. Non ci addentrammo verso il centro, in quanto volemmo evitare di restare incastrati nel traffico della Domenica. Il sole era cocente e la fame continuava ad assalire i nostri stomaci, ci mettemmo alla ricerca di un ristorante, percorremmo la banchina sino a raggiungere il porto in direzione del centro cittadino,  dove i ristoranti si susseguivano uno accanto all’altro, tutti prettamente turistici, quindi in fin dei conti uno valeva l’altro, bastava solo scegliere il prezzo. Optammo per una pizza costo in due 30 euro, esattamente quello che avevamo speso la sera prima a mangiare sul lago d’Idro con un menu dal primo al dolce. La calura del pomeriggio era veramente aggressiva, a nulla quasi serviva l’ombra  di un albero sotto il quale avevamo cercato rifugio. Tornammo quindi verso l’auto per prendere i teli e andare a sdraiarci in una delle spiagge libere che si alternavano dopo il porticciolo di barche, anche se a dire la verità la gente era comodamente sistemata persino sulla banchina e sui moli che proseguono lungo tutta la riva del Lago. Restammo come lucertole al sole fino alle 5 del pomeriggio, ci risvegliammo solo a causa di una nuvola dispettosa che aveva deciso di spegnere la luce. Accorti dell’ora ci mettemmo subito in marcia per tornare a casa, in quanto non volevamo di certo incappare nel traffico del post rientro della gita fuori porta pre estiva. Lasciammo le acque tranquille del Lago di Garda, accendemmo il climatizzatore e tornammo verso la calda e rovente città.