IL PORTALE DEDICATO AI VIAGGI

Itinerario nella città di Pistoia


Un sabato di mezzo autunno ancora non ben definito, con un sole meraviglioso nel cielo azzurro turchese e una voglia irrefrenabile di stare all’aria aperta, decidemmo di prendere lo zaino del bivacco e dirigerci alla volta di Lucca per il “Comics & Games Festival”, con tappa intermedia per la merenda a Pistoia. Purtroppo il weekend quasi primaverile con il ponte di ognissanti, aveva fatto uscire dalla tana tutti gli automobilisti in cerca di relax, tanto da restare imbottigliati nel traffico. Uscimmo dall'autostrada all’altezza di Prato e percorremmo la variante pratese, imbottita di autovelox.

Arrivati a Pistoia ci dirigemmo alla volta del centro cittadino, dove sostammo in un parcheggio a lato di Viale Antonio Pacinotti, il quale conteneva svariati posti aiuto, per fortuna era a pagamento solamente nei giorni lavorativi. Prendemmo gli zaini e ci incamminammo passando a lato dei resti della cinta muraria cittadina, o quello che ne restava e proseguimmo su via Atto Vannucci, arrivando all’intersezione con Via Camillo Benso Cavour sulla quale si affacciava sul lato sinistro la chiesa intitolata a San Giovanni, una imponente struttura realizzata in marmi bianco e verdi, decorata da una sequenza di semipilastri adornati da capitelli, sui quali poggiavano altrettante archi, la struttura architettonica si sviluppavano su due ordini di colonne candide, terminanti in capitelli e archetti. Entrammo all’interno del portale laterale per ammirarne l’interno, ma non restava nulla di quello che potevano essere gli affreschi che un tempo ne rivestivano le pareti, le quali oggi appaiono vuote.
Svoltammo su via Roma sorpassando Palazzo Panciatichi, arrivando in Piazza del Duomo, centro politico e religioso della città, dove si trovano: la cattedrale di San Zeno, il Battistero, la torre campanaria, il Palazzo Vescovile e il palazzo del Comune di Pistoia. Fu un concentrato di meraviglie. Sul lato sinistro si trovava il trecentesco battistero coperto dall’impalcatura per i lavori di restauro, quindi non potemmo apprezzare a pieno la magnificenza architettonica della struttura realizzata in marmo bianco e verde, la quale presentava un maestoso portale con intarsi, sopra il quale erano collocate all'interno della lunetta tre statue e un bassorilievo nell’architrave. Giunti dinanzi alla facciata della cattedrale intitolata a San Zeno rimasta incompiuta, con un porticato suddiviso da tre arcate per lato, con quello centrale realizzato in modo tale da sovrastare quelli laterali, per permettere la veduta della lunetta posta sopra il portale ove era stata collocata l’effige della madonna su sfondo azzurro. Entrati all’interno la luce divenne fioca, in quanto filtrava dalle finestre poste nella sezione adiacente il tetto della navata centrale. La chiesa si presentava spoglia di affreschi, ma tuttavia restavano le poderose colonne con capitelli ad aprire lo scenario, conducendo il fedele verso l’abside centrale dove si trovava l’altare maggiore realizzato in marmi policromi, adornato da due candelabri dorati con le effige di angeli. Scendendo i gradini posti ai lati dell’altare si giunge alla cripta, sormontata da volte a capriate poggianti su colonne. A lato del portale principale si trovava un’acquasantiera adornata da bassorilievi, collocata all’interno di una nicchia, anch’essa decorata con diverse scene fra cui il battesimo di Cristo celebrato da San Giovanni Battista. Nella intersezione tra la navata centrale e quella di destra si trovava il pulpito sorretto da 4 colonne, al quale si accedeva per mezzo di una scaletta a chiocciola realizzata con parapetto in ferro battuto. Nella navata di destra si trova il fonte battesimale, adornato da bassorilievi sul quale veglia l’effige della Madonna su campo azzurro. Uscimmo dal portale laterale della navata di destra sbucando in un viottolo stretto, con le abitazioni addossate l’una alle altre, dove tra un edificio e l’altro erano stati anche realizzati dei rafforzamenti con degli archi per evitare eventuali crolli. Girammo tutto attorno all’isolato, sino a sbucare nuovamente in piazza Duomo. Ci dirigemmo alla volta del Palazzo Comunale, dove all’interno era allestito il Museo Civico.

Entrammo dal portone d’ingresso e salimmo la scalinata in pietra, arrivammo al primo pianerottolo che si affacciava nel cortile interno, dal quale volgendo lo sguardo al cielo si potevano ammirare le sezioni di trifore, mentre guardando verso il basso ci si accorgeva della vastità dell’area del cortile sorretta da pilastri sui quali poggiavano gli archi di pietra.

Salimmo l’ultima rampa giungendo al piano nobile, sulla sinistra si apriva la porta di accesso alla sala delle conferenze sormontata da soffitti altissimi a cassettoni, dai quali pendevano candelabri in ferro battuto, all’interno di questo ambiente era anche esposto parte del mobilio originario del tempo, con gli scranni lignei intarsiati. Dalle finestre la vista dava su piazza Duomo. Dalla porta opposta si accedeva al Museo Civico. Discendemmo la scalinata e una volta tornati nella piazza principale, restammo per qualche minuto ad ammirare i palazzi che qui si affacciavano, come la torre Catilina edificata in pietra sulla sinistra del palazzo Comunale, la quale presentava una pianta rettangolare svettando verso il cielo per un’altezza di 30 metri, suddivisa su 5 livelli ove si aprivano due finestre sul lato lungo con decorazione ad arco, mentre una sola finestre sul lato corto, sulla sommità dell’edificio fu allestita una terrazza panoramica. Girammo attorno alla piazza e ci fermammo nuovamente ad ammirare le colorazione marmoree bianco e verde del battistero, adornato da lunghe monofore, mentre come decorazione culminante della struttura furono realizzate due serie ornamentali, una con archetti poggianti su semicolonne e l’altra con archi a tutto sesto, i quali attorniavano la cupola, quest’ultima sormontata da un lanternino con guglia in stile orientale. Ci incamminammo lungo via Roma, tornando nuovamente in via Cavour, sulla destra imboccammo via Francesco Crispi, che ci condusse sino a Piazza Garibaldi, sulla quale si affacciava la chiesa di Sant’Antonio Abate, la quale si presentava con una facciata spoglia e un portale composto da un arco a tutto sesto. Dall’altra parte della strada si trovava il Convento di San Domenico, la chiesa ha preservato solamente il portale ligneo intarsiato, protetto da una lastra di vetro, incastonato da una serie di carchi concentrici a tutto sesto poggianti su semicolonne, mentre il resto della facciata si presentava con la nuda pietra. Adiacente la chiesa si trova il convento, il quale si presenta con una struttura semplice, con l’unico aspetto decorativo composto dal portico sorretto da una coppia di esili colonne sulle quali poggiano le tre arcate.

Proseguimmo per qualche metro su Corso Silvano Fedi, sino ad arrivare alla chiesa di San Paolo, le cui fondamenta risalgono a prima dell’anno 1000, la chiesa tuttavia è stata rimaneggiata nel corso dei secoli, fino all’incendio nel XIX sec. che ne ha distrutto parte della struttura. La facciata è realizzata in pietra con sfumature verdi ed è rimasta inalterata mantenendo intatto lo stile gotico originario. Nella sezione del basamento sono presenti gli stemmi delle famiglia che finanziarono la costruzione della chiesa, nella fascia sovrastante si trovano due arcate a sesto acuto per lato realizzate in pietra bianca e verde, al centro spicca il portale ligneo adornato da esili semicolonne culminanti in capitelli reggenti archi a tutto sesto concentrici, all’interno dei quali è posta una lunetta realizzata a bassorilievo, la decorazione del portale continua con il rosone a fiore in pietra rossa, adornato da due guglie laterali, mentre al centro si trova la statua del santo. La facciata termina la sua cura stilistica con una sezione di archi poggianti su colonnine, sopra i quali corre un cornicione a conclusione del classico stile a capanna della facciata con un finto rosone murato. Adiacente alla chiesa si trova il campanile in pietra a base quadrata culminante con una guglia, nel quale fu installato l’orologio.

Tornando verso il parcheggio, ci fermammo su di una panchina adiacente le mura per poter consumare una merenda veloce, fatta con muffin ai mirtilli preparati la sera prima, ci rilassammo sotto il sole mentre ammirammo uno dei torrioni rimasti delle mura che abbracciavano la città di Pistoia.

Visitando la città di Pistoia

Cattedrale di San Zeno
Battistero
Chiesa di San Giovanni
Chiesa di San Paolo
Palazzo Comunale
Torre Catilina
Torrione Mura di Pistoia