COMUNE DI ROMA

Nascita di Roma 21 Aprile 753 a.C.

Nella città di Roma possiamo distinguere: la città antica, quella vecchia e quella nuova. La città di Roma dista 20 Km dal mare, si divide in 22 rioni, 35 quartieri e 6 suburbi, si colloca nel crocevia fra il nord e il sud della penisola italiana, ed è anche il centro di numerosi snodi ferroviari. Da Roma partono le strade della via Appia che giunge fino a Brindisi, l’Aurelia che raggiunge Viterbo, la Flaminia che sale fino Ancona e Rimini, la Salaria che porta conduce a San Benedetto del Tronto e la Tiburtina che sale per la via Adriatica sino a Pescara.

Verso Roma confluiscono diversi acquedotti (Acqua Paola, Acqua Marcia, Acqua Vergine), numerose sono anche le torri costruite in età medievale (Torre Sapienza, torre Spaccata, Torre di Conci), oggi sedi in parte di case agricole. Roma nella sua trasformazione moderna attuò modifiche al porto ampliandolo aumentando le movimentazioni al suo interno, si arricchì di palazzi grazie allo sviluppo edilizio, mise in giusta luce i monumenti del passato, ampliò le varie reti di comunicazione, e incrementò l'indotto industriale. I dintorni di Roma sono ad alto interesse turistico, si raggiungono agevolmente con ferrovie, tram e bus; fra questi ne citiamo alcuni come: via Appia la quale ha importanza archeologica, Ostia antica, Tivoli celebre per le sue cascate e le ville, i castelli romani, pittoreschi cittadine e borgate sui colli Laziali e monti Albani (Frascati, Grottaferro, Marino, Albano, Castel Gandolfo).

Roma è una delle più belle città al mondo, la quale custodisce una miriade di monumenti e opere d'arte sparse per tutta la città. Il centro della città è Piazza Venezia, così detta dal palazzo quattrocentesco che fu per secoli sede degli ambasciatori Veneziani presso il pontefice, a chiudere la piazza è il Vittoriano, nella cui cavea riposa il milite ignoto, simbolo di tutti i caduti in guerra. Il Colle Capitolino, il più piccolo dei sette colli, fu centro religioso e politico della città. Una lunga scala conduce alla michelangiolesca Piazza del Campidoglio adornata degli antichi marmi dei Dioscuri e della statua equestre di Marco Aurelio. Ai lati della piazza si innalzano i palazzi dei Conservatori ed il Museo Capitolino, entrambe disegnati dal Michelangelo. Sul colle, ove sorge la più antica acropoli, si erge la chiesa di S. Maria in Aracoeli, eretta prima del V sec. d. C., ma riedificata nelle forme romane nel XIII sec.

Ai piedi del Campidoglio, nella piana compresa fra il Viminale, Quirinale e Palatino, ci sono i maestosi resti del Foro Romano, nel quale si trovano i resti di antichi edifici come: il portico Dei Consensi, il tempio di Vespasiano, la Basilica Emilia, la Curia, i Plutei di Traiano, l’arco di Settimio Severo, il tempio di Saturno, il tempio di Castore e Polluce, la chiesa di S. Maria Antiqua, il tempio e la casa delle Vestali, il tempio di Antonio e Fausto e al termine della via Sacra l’arco di Tito. I Fori Imperiali si susseguono lungo il viale che dal Vittoriano porta al Colosseo e la via Trumphale porta all’arco di Costantino e alla Domus Area di Nerone. Il foro Traiano, ad opera di Apollodoro di Damasco, è caratterizzato dalla bellissima colonna Traiana, altri resti sono quelli delle biblioteche, la Basilica Ulpia ed i mercati Traianei. Vicino a questo vi sono altri fori, fra i quali quello di Augusto e quello di Cesare. Da piazza Venezia si diparte via del Corso, sulla quale si affacciano i palazzi rinascimentali e barocchi, tra questi il palazzo Doria del sec XV. Il Corso si allarga in Piazza Colonna, così chiamata dalla colonna di Marco Aurelio, qui si trova Montecitorio attualmente sede della Camera dei Deputati, progettato nel 1650 dal Bernini. Il Corso termina in una delle più scenografiche piazze di Roma, quella del Popolo disegnata in stile Neoclassico da G. Valadier, al centro si trova l’obelisco Flaminio, mentre sul fondo troviamo la chiesa di S. Maria del Popolo. Oltre la porta del Popolo troviamo la via Flaminia che conduce a Rimini. Il corso Vittorio Emanuele è illustre per i capolavori dell’arte barocca, come la chiesa di Gesù iniziata dal Vignola nel 1568, il Pantheon eretto per volere di Marco Agrippa nel 27 a.C. e attualmente tomba di Raffaello e dei re d’Italia.


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Di fronte a Palazzo Madama (palazzo rinascimentale eretto nel XVI sec) attuale sede del Senato, troviamo Piazza Navona che conserva la forma Ellittica del circo di Domiziano, all'interno vi sorgono la fontana del Fiumi, capolavoro del Bernini e la chiese di S. Agnese in Agone portata a termine nel XVII sec. dal Borromini. Sempre nei pressi della piazza troviamo la chiesa di S. Maria dell’Anima di cui la facciata è attribuita a Giuliano da Sangallo. Troviamo la Basilica di S. Andrea della Valle compiuta dal Maderno, quasi di fronte troviamo il palazzo Massimo delle Colonne (capolavoro di Baldassarre Peruzzi). Più avanti troviamo il palazzo della Cancelleria, attribuito al Bramante, nei pressi troviamo piazza Campo dei Fiori dalla quale si raggiunge il palazzo Farnese iniziato nel 1514 da Antoni Sangallo, i cui lavori furono proseguiti da Michelangelo e terminati da Giacomo della Porta. Tornando verso il Tevere passando per il ponte Vittorio Emanuele e il ponte Principe Amedeo, troviamo la prima strada aperta dal Papa Giulio II.

Superata via del Tritone e proseguendo verso Nord si raggiunge la pittoresca pizza di Spagna col berniniano palazzo di Propaganda Fide e la scenografica scalinata che sale sulle pendici del Pincio, sino alla Chiesa della Trinità dei Monti, accanto si estende Villa Medici, opera di A. Lippi , ove troviamo il parco disegnato dal Valadier ed ornato dai busti dei maggiori patrioti Italiani. Un cavalcavia unisce il Pincio a Villa Borghese, qui si apre il parco ove si trova il galoppatoio e piazza di Siena, dove si trova la Galleria Borghese e più avanti il giardino Zoologico.

A 2 Km da Porta Pia, al di sopra di estese catacombe, troviamo la chiesa di S. Agnese fuori le Mura, fatta costruire nel 324 d.C. dalla figlia di Costantino, Costanza, a sua volta seppellita nel vicino mausoleo a pianta circolare, il quale porta il suo nome.

La via Nazionale è fiancheggiata da palazzi di epoca moderna, la quale si conclude in Piazza della Repubblica, sulla quale si affaccia la Chiesa di S. Maria degli Angeli di Michelangelo, che fu rivacata dal tepidarium delle terme di Diocleziano. Da qui si giunge in poco tempo  alla Stazione Termini.

Da piazza Venezia salendo verso l’Esquilino si raggiunge la chiesa di S. Pietro in Vincolo ove si trova il mausoleo di papa Giulio II qui è collocato il celebre Mosè di Michelangelo, oltre troviamo la Basilica di S. Maria Maggiore (la chiesa attuale è dovuta a Sisto III nel V sec. e proseguita da altri pontefici). Da qui si raggiunge Porta Maggiore, dove si trova la Basilica sotterranea di porta Maggiore.

Dietro il Vittoriano, ai piedi del Campidoglio, ci sono le pittoresche rovine del Teatro Marcello e i tre templi del foro Olitario. Nei pressi troviamo la chiesa di S. Maria in Cosmedin del VI sec e l’arco di Giano.
Tra il Palatino e l’Aventino, in un ampia distesa, si trova il Circo Massimo, lungo quasi 500m, oggi utilizzato per le grandi manifestazioni o i concerti.
Seguendo il Tevere arriviamo a Ponte S. Angelo, il quale conduce al castello omonimo e alla zona dei vecchi quartieri, i quali vennero abbattutti per dare maggiore risalto, assieme a Via della Conciliazione , al colonnato di S. Pietro in Vaticano. A monte di Castel S. Angelo c’è la grande mole del palazzo di giustizia e ai piedi di Monte Mario troviamo il quartiere sportivo denominato Foro Italico.

L'Italia nasce come stato nel 1861 e nel 1946 diviene una Repubblica Parlamentare, assumendo come capitale Roma.

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La civiltà Etrusca era molto espansa sul territorio del centro Italia ed aveva instaurato diversi commerci, anche grazie allo sfruttamento delle miniere di rame sulla costa toscana, la loro rete di contatti era localizzata nel Mediterraneo Orientale: Cipro, la Fenicia, l’Egitto e la Grecia. Il commercio riguardava soprattutto oggetti di lusso come braccialetti e ceramiche. Le due culture, greca (sud Italia) ed etrusca, determinarono la formazione della cultura artistica di Roma.

Tuttavia Roma stava subendo una trasformazione interna, dovuta alla nascita di nuove tribù le quali furono governate da un sovrano, e che la storia fa susseguire come i 7 re di Roma: Romolo (discendente di Enea), Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo.

La Roma all’età dei re presentava le caratteristiche di una monarchia militare, l’organo supremo era l’assemblea delle tribù, divise per curie; quest’ultime eleggevano il re, dichiaravano guerra o proclamavano la pace. Ogni curia aveva diritto a un voto e la decisione era presa in base alla maggioranza. Dopo la curia veniva il senato o consiglio degli anziani, di questo organo facevano parte solo i componenti appartenenti alle famiglie patrizie. Il re non era una figura assoluta, era un  capo tribù eletto a vita con poteri limitati, fungeva da capo militare e aveva cariche religiose.

Tuttavia le lotte interne portarono a uno sconvolgimento della Roma dei re, tanto che le sommosse del popolo (plebei), furono così violente, che le classi nobili dovettero scendere a patti per poter ristabilire l'ordine interno proclamando diverse leggi a favore dei plebei:

  • leggi Valerie-Orazie che stabilivano la obbligatorietà delle decisioni prese dai plebei nei comizi e l’immunità dei tribuni della plebe.
  • legge Canuleia con la quale si permettevano i matrimoni fra plebei e patrizi.
  • leggi Petelia-papiria con la quale era concesso l’iscrizione alla tribù che si preferiva.

questo portò nel IV sec. a.C. alla nascita della Repubblica.

L'espansione  dei confini di Roma continuò giungendo nel II sec. a.C. ad estendere i suoi domini sino in Asia Minore, per poi estendere i propri domini anche verso il nord Europa, sconfiggendo le tribù Galliche. Questo periodo espansionistico portò anche alla confluenza verso Roma di manufatti, opere e ricchezze, provenienti da ogni parte dell'Impero; ma anche schiavi da utilizzare per la forza motrice nei campi e nelle grandi attività latifondiste. Purtroppo, a seguito della non redistribuzione delle ricchezze, i malcontenti delle classi sociali meno ambiente e in difficoltà economica iniziano a fomentare le rivolte, le quali scoppiano da prima fra gli schiavi contro i loro padroni espandendosi in tutto l'Impero, sarà solo sotto il comando del I triumvirato composto da Cesare, Crasso e Pompeo che ristabilì l'ordine, anche perchè si spartirono in tre parti l'Impero. Tuttavia la bramosia di potere, porterà i tre protagonisti a cercare i uccidersi a vicenda, per poter avere il controllo assoluto, tanto che Cesare sarà assassinato, e fra questi sicari c'era anche Bruto, il figlio di Cesare. Ovviamente la bramosia di potere continuò anche con il II Triumvirato formato da Ottaviano Augusto, Marco Antonio ed Emilio Lepido, i quali iniziarono anch'essi ad avere bramosie di potere e espandere i propri domini. Antonio si era unito a Cleopatra regina d'Egitto espandendo i suoi territori verso l'Oriente, tale operazione militare non fu gradita da Ottaviano, che nel frattempo aveva già confinanto Lepido, pertanto decise di attraversare il Mediterraneo per porre fine al potere di Antonio, distruggendo così la sua flotta. Augusto Ottaviano fu proclamato primo vero Imperatore di Roma, il quale la governò per circa 40 anni. Successivamente alla sua morte si susseguì un periodo di terrore, guidato dagli imperatori della Gens Iulia: Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone,  intenti a uccidere e sottomettere ogni voce contrastante. Tuttavia alla morte di Nerone, non essendoci un successore, iniziarono le guerre intestine, che proclamarono nuovo Signore di Roma Vespasiano, il quale a sua volta passò il potere al figlio Tito. Questi due imperatori si adoperarono per la promulgazione di leggi a favore delle province Romane e la concessione della cittadinanza.

Nel 79 d.C. un evento catastrofico colpì Ercolano e Pompeo, le due città furono distrutte dalla violenta esplosione del Vesuvio, il quale con una nuvole cenere, seguita da esplosioni di lapilli, sommerse le due città cancellandole.

Dopo l'assassinio di Tito si susseguirono altri imperatori, ma il declino dell'Impero era oramai stato segnato, tanto che diverse furono le sommosse interne, alle quali si unirono le incursioni barbariche. Con la scesa al potere di Aureliano il senato romano fu soppresso e tutti i poteri furono accentrati nelle sue mani, fu lui a istituire il culto del Sole il 25 Dicembre. Quando al potere salì Diocleziano egli istituì un potere dittatoriale militare-sacrale, intraprendendo varie riforme sia di carattere amministrativo, ma anche economico e militare; ed iniziarono ad intensificarsi le persecuzioni verso i cristiani. Diversamente dal suo predecessore, Costantino interpretò la cristianità come un'opportunità, tanto che la innalzò a culto ufficiale; spostò inoltre la capitale a Bisanzio riuscendo a riunificare l'impero. Alla sua morte nel 337 d.C. però non susseguì un uomo forte e l'impero si divise fra Oriente ed Occidente. Nel 455 d.C. Roma fu depredata e sottomessa dal re dei Vandali, ma la parola fine fu decretata con l'ascesa al potere di Odoacre nel 476 d.C. ponendo fine definitivamente all'impero Romano e al suo essere.

Roma in epoca Medioevale aveva perso il suo prestigio politico ed era decaduta a semplice provincia, tuttavia si andava affermando nel "mondo-conosciuto" l’autorità del vescovo di Roma, che ereditò il prestigio politico degli imperatori. Roma si trasformò in capitale spirituale e morale, questo portò al sorgere di numerosi luoghi di culto. Lentamente la città riuscì a distaccarsi dall’influenza dell’impero d’Occidente e prese una sua autonomia, soprattutto dopo la formazione dello stato della Chiesa. Nel 727 Roma divenne una proprietà del Pontefice, grazie all’alleanza con i Franchi. Un momento particolare fu dovuto a Cola di Rienzo nel 1347 che instaurò un governo democratico, mentre i papi si trovavano in esilio ad Avignone. Il cardinale Egidio d’Albornoz condusse una campagna contro il prefetto di Roma Giovanni di Vico, che cercava di realizzare una propria signoria all’interno della città imperiale. In seguito dovette sconfiggere anche i Malatesta di Rimini che insidiavano la città. Fu con Gregorio XI che il 17 gennaio 1377 entrò in Roma proclamandola capitale del mondo cristiano.

FRA IL XVIII SEC. E XIX SEC.
Dopo la pace di Aquisgrana nel 1748, Roma non partecipò al fervore intellettuale e politico dell’età delle riforme, che a quei tempo vedeva la cultura in fermento presso le città di Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Il potere temporale dei papi iniziava a essere corroso e nel 1797 il Vaticano subì il maggior colpo quando dovette arrendersi alla supremazia francese di Napoleone, che con la pace di Tolentino nel 1797, ove il potere temporale decadde per tutto il predominio francese. Nel 1799 venne mandato in esilio papa Pio VI e fu restaurata la repubblica Romana dai francesi, da questo momento il potere temporale papale ebbe fine.
Ma la sorte della repubblica era già segnata, infatti i francesi penetrarono il 4 giugno 1849 e il 30 giungo Roma capitolò e Mazzini fu costretto all’esilio. Roma dovrà attendere fino al 20 settembre del 1870 la liberazione e l’annessione al regno d’Italia. Una volta portato il potere politico e burocratico a Roma, essa iniziò a crescere anche come densità di popolazione. L’avvento del fascismo impostò il problema urbano ed edilizio sulla ideologia pratica, igienica, logistica, dinamiche proprio di una metropoli moderna. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 tra l’Italia e gli Anglo- Americani, i tedeschi cercano di conquistare Roma. Malgrado le forze dei Granatieri e Arieti (divisione corazza), ai quali si erano uniti diversi cittadini, le difese crollarono e malgrado l’armistizio a Frascati, la città cadde ugualmente nelle mani dei Tedeschi. Ma l’anima della città non si piegò sotto il tallone tedesco, malgrado la fame, le fucilate senza processo, le deportazioni, gli arresti e le torture.

L’11 Maggio del 1944 gli alleati sferrano l’attacco e dopo una pressante resistenza dovettero ritirarsi, il 4 giugno il corpo armato americano, alle ore 18 entrò in Roma. Fu subito ripristinato il comune e sciolto il governatorato e dopo un breve periodo di amministrazione militare, Roma tornò in mano al legittimo governo italiano.

L’architettura romana racchide al suo interno le forme in prevalenza greche. Scarse sono le tracce delle opere realizzate in età regia, tra queste citiamo: le mura della cinta Serviana e il tempio di Saturno sul Campidoglio. Più numerosi invece sono i resti in età Repubblicana, fra questi ricordiamo: i templi di Apollo, di Giunone ed Ercole del largo Argentina. L’età successiva, quella di Cesare, mostra una influenza ellenica, come il tempio del Foro Boario, ove troviamo dei piccoli templi dedicati ad Apollo Soriano e Sibilla di Tivoli. In età repubblicana è maggiormente utilizzata la pietra di tufo, anche per la realizzazione delle mura difensive, nelle strade e negli acquedotti. In età imperiale, sia per la ricchezza del materiale impiegato, sia per le migliori tecniche di costruzione, si moltiplicano le costruzioni: i templi dei Dioscuri, il tempio della Concordia, il Tempio di Claudio, la Venere genitrice e il Pantheon.
Numerosi sono i Fori in età imperiale: Augusto, Nerva, Traiano; tra le basiliche ricordiamo quella di Giulia e Ulpia; in età Augusta fu eratto il teatro Marcello, mentre tra i maggiori anfiteatri di immane potenza è il Colosseo. Nell’epoca imperiale furono eretti archi e colonne trionfali, dell'età Augusta restano quelli di Rimini, Aosta, Fano, Pola, Susa; di età posteriore sono quelli di Tito, Traiano ad Ancona, ma anche a Benevento, in Spagna e in Africa. Tra i più importanti si ricordano quello di Settimio Severo e il celebre arco di Costantino.
Tra le colonne celebrative più rinomate troviamo quella di Traiano simile a quella Antonina e Aureliana. Nel I sec. è assai diffusa la scultura e la creazione di bassorilievi, ma l’apice di tale tecnica arrivò in età imperiale, i più noti bassorilievi sono quelli realizzati sulle colonne Traiana e Aureliana, oltre alle balaustre del Foro romano. Questo stile fu ripreso anche nella decorazione dell’arco di Settiminio, quello di Tito e la base dell’obelisco dell’ippodromo di Costantinopoli.
Assai fiorente in epoca Repubblicana era l'arte degli affreschi, mentre un sistema decorativo molto di moda a quel tempo era dato dagli stucchi, un esempio lo sono le terme Stabiane che presentano le decorazioni a cassettoni quadrangolari e ottagonali, un altro esempio è la basilica sotterranea a porta Maggiore. In epoca Costantiniana prende forza il mosaico, di derivazione greca, dapprima usato per i pavimenti, per essere successivamente utilizzato anche  sulle pareti e le volte, tra gli esempi murali ci sono le Callere d’Achille a Pompei.

Nel XV sec. Roma diventa un centro per gli studi di architettura, poche però sono le opere prodotte, se si guarda ciò che è stato costruito oltre a Palazzo Venezia. Il secolo successivo è segnato dalle opere del Bramante, il quale aprì l'inizio del cantiere di Roma, il monumento per eccellenza è costruzione di S. Pietro attraverso il genio di Raffaello, Sangallo e di Michelangelo.

La pittura rinascimentale sorge in Roma grazie agli artisti forestieri chiamati dai pontefici a decorare le loro chiese e i loro palazzi. Un grande risveglio per Roma sarà l’età barocca, ove si distinguono le opere del Bernini e del Borromini, sia dal punto di vista architettonico, che i concetti urbanistici, i quali modificano l’aspetto della città. Fioriscono anche fontane, edicole, cappelle e piccole ville. Nella prima metà dell’800 si afferma la corrente neoclassica a cui collaborano le accademie straniere sorte a Roma per lo studio delle antiche tradizioni e del restauro.

All’avvento dell’unità di Italia (1870), le condizioni non erano favorevoli all’industrializzazione e al commercio, per insufficienza di capitali, di tecnici e maestranze, nonché della materia prima per poter far partire le macchine a vapore: il carbon fossile. Tuttavia una volta eletta Roma come capitale d’Italia, i traffici aumentarono, questo anche perché la sede del potere si era insidiata nella città, così come le altre ramificazione dell’amministrazione politica, giudiziarie e militari, da qui partì l’industrializzazione di Roma (macinazione del grano, caseifici, birreria, rayon, chimica, cartaria, saponificio, tessile, enologia,editoriale, turistica ecc…). Il volto economico di Roma ha poi mutato, in quanto il settore primario ha perso forza lavoro, la quale è andata ad incrementare quello secondario e terziario.

Ad oggi le produzioni agricole di maggior rilievo sono: frumento, vino, olio, patate, tabacco, fiori e barbabietole da zucchero. L’agricoltura è cresciuta ampliando le produzioni cerealicole e l'allevamento e di conseguenza le tecniche zootecniche, questo grazie alla possibilità di avere grandi spazi per gli erbari e pascoli, che consentono una produzione di foraggio per il sostentamento dei bovini. Sui colli Laziali i vigneti trovano un terreno friabile ricco di carbonato di calcio.

La pesca ha il suo centro a Civitavecchia, mentre l’industria estrattiva sfrutta i giacimenti di travertino a Tivoli (oltre che fonti d’acqua minerale) e di argilla a Monte Mario.

L’industria ha ramificato e differenziato i suoi settori produttivi, quello principale resta l'alimentare, l’edilizia, la vetraria, la meccanica, la chimica (fibre artificiali, gomma), il tessile, la farmaceutica, la cartaria, il legno e il mobili.
A questo segmento si affianca quello del terziario e terziario avanzato, ove il turismo è il cavallo trainante di tutto un comparto molto più ampio, che mette in moto arte, culture, intrattenimento, settori fieristici, e che vede sempre al suo interno il complesso cinematografico di Cine- città, il quale si colloca fra i principali produttori al mondo di "pellicole".

La Basilica di Massenzio fu edificata a partire dal 306 d.C. e terminata nel 312 da Costantino. L'interno era suddiviso in tre navate sorrette da otto pilastri, sormontate da una cupola che raggiungeva i 35 metri di altezza e sorretta a sua volta da pilastri di 14 metri. Nell'abside si trovava la statua di Costantino oggi custodita a Palazzo Conservatori. L'unica colonna che rimase, dopo il terremoto del IX sec., fu trasferita nel '600 davanti a S. Maria Maggiore. Oltre alla colonna resistette anche la navata minore settentrionale la quale presenta una volta a botte ornata a cassettoni.

Piazza di S. Giovanni in Laterano fu ultimata nel XVI sec., su di essa si affaccia la basilica intitolata a S. Giovanni (gli interni furono realizzati dal Borromini, mentre le statue esterne furono collocate solo nel corso del '700) alla quale è annesso l'adiacente chiostro, scampato ai due incendi che devastarono la basilica nel XIII sec., il palazzo Laterano residenza papale sino al 1309, ricostruito sul finire del '500, il cui preimpianto risale al periodo Costantiniano, il quale impertore fece costruire qui la prima basilica Cristiana di Roma.
Al centro della piazza è collocato il più antico obelisco egizio di Roma, qui si trova un altro elemento importante per la cristianità: la Scala Santa, che conduce alla porta del Sancta Sanctorum.
In questa basilica può celebrare la messa solo il Papa, nonchè unico vescovo di Roma, all'interno della quale si trova l'altare "del papa", adornato da un baldacchino in stile gotico; la giornata di tale avvenimento è fissata nel calendario durante il giovedì Santo.

Basilica S.Giovanni
Palazzo Laterano
Obelisco Egizio

La Basilica intitolata a S.Maria fu costruita all'interno delle rovine delle terme di Diocleziano nel 1563 dal Michelangelo, la quale fu modificata nel XVIII. Il progetto originario della costruzione si trova tutt'ora nella sagrestia.

 

Uscendo dalle mura di S. Sebastiano, si accede ad una zona ricca di reperti paleocristiani, famoso è il luogo ove, secondo le cronache dei cristiani, il "Signore" incontrò Pietro e a lui disse la frase: "Domine Quo Vadis", e in quel preciso punto fu eretta una cappella in ricordo di tale evento. Poco distante si trovano le Catacombe di S. Callisto, le quali si snodano nelle profondità del terreno, raggiungendo una lunghezza complessiva di circa 20 km, i cunicoli si intersecano fra di loro a formare un labirinto sotterraneo. In questo luogo furono sepolti sedici pontefici e cinquanta martiri, i visitatori ancora oggi possono ammirare i loculi e le cappellette affrescate.

 

La costruzione della chiesa del Gesù fu realizzata dal Vignola nella seconda metà del '500, con una facciata in travertino, l'interno è composta da un'unica navata sormontata da una volta a botte, adornata da cappelle e terminante in un transetto con abside a cupola, mentre gli affreschi risalgono a un secolo piuttardi. Nel transetto sinistro è collocata la cappella intitolata a S. Ignazio, di fronte alla quale si trova quella di S. Francesco Saverio, opera del Cortona, nella quale sull'altare maggiore è collocata la pala d'altare che raffigura la morte del santo.

 

La chiesa intitolata a S. Andrea presenta una maestosa facciata barocca realizza nel '600, ad opera di Carlo Rainaldi. In questa chiesa sono sepolti i papi: Pio II e Pio III. La cupola della chiesa è seconda in grandezza dopo quella di S. Pietro, la quale fu realizzata da Carlo Maderno e affrescata da Giovanni Lanfranco ( l'affresco della "Gloria del Paradiso" ) e dal Domenichino.

 

La chiesa di San Carlo si colloca nell'intersezione fra via Porta Pia e Via Felice , ai lati delle quali sono collocate 4 fontane, due figure maschili che rappresentano il fiume Tevere e l'Arno, mentre in contrapposizione le due figure femminili sono le divinità Diana (fedeltà) e Giunone (forza). Il complesso architettonico e scultoreo della chiesa fu elaborato dal Borromini nel '600, l'opera si articola su due ordini culminante con un medaglione ovale, accanto si staglia il campanile a chiudere la scenografia della facciata.

 
Giunone

All'interno del tempio si ammira la cupola a lanternino di forma ellissoidale, ornata a cassettoni che degradano di dimensioni salendo verso l'alto; dalla chiesa si accede al piccolissimo chiostro.

Tevere
Arno
Diana

La chiesa fu costruita sopra il tempio di Giunone e sulle fondamenta di un monastero greco. La chiesa deve il suo nome "Aracoeli" ad una leggenda degli inizi del XIV sec., in quanto si fa risalire a questo luogo apparizione della Vergine a Ottaviano.

 

Nel 1250 Innocenzo V concesse la chiesa ai frati minori, che la modificarono in forme romanico- gotiche, nel XIII sec. i lavori furono conclusi realizzando anche la scalinata di 122 gradini che fronteggiano il tempio. L’interno è composto da tre navate con arcate a tutto sesto poggianti su ventidue colonne. Il soffitto ligneo è a cassettoni con decorazioni di stucco, opera della scuola del Bernini, mentre la pavimentazione è ad intarsi marmorei. La navata destra inizia con la Cappella Bufalini, che ospita le storie di S. Bernardo, sempre in questa navata si trova il monumento al cardinale Ludovico d'Albret e la pietra tombale di Giovanni Crivelli. Sopra l’altare maggiore è collocata l’immagine della Madonna con bambino risalente al X sec., mentre nel transetto sinistro troviamo la Cappella di S. Elena costruita con le geometrie di un tempietto, composto da una serie di colonne.

La chiesa risale al periodo Medioevale e conserva al suo interno il pavimento a mosaico. Essa sorge ove era collocato l'antico mercato cittadino, alla costruzione risalente il VI sec. fu aggiunto il campanile romanico e il portico nel XII sec. La costruzione subì nuovi mutamenti in stile barocco, i quali furono asportati nel corso dell'800 per ridare vita alla costruzione originaria. Nel portico della chiesa è collocata la famosa "bocca della Verità", una leggenda popolana vuol far credere che la mano dei bugiardi sarebbe stata divorata dalla bocca della belva, una volta che essa fosse stata introdotta al suo interno.

 

Nel 1099 in seguito alla conquista del Santo sepolcro a Gerusalemme, papa Pasquale II ordinò la costruzione della chiesa a spese del popolo romano, il luogo prescelto fu quello ove si pensava ci fossero sepolte le ceneri di Nerone da dedicare a Maria.

L'edificio fu ricostruito nel 1472 per volere di papa Sisto IV della Rovere, ma nel secolo successivo iniziarono i lavori per alcuni rifacimenti, fra questi quello del coro collocato all'interno dell'abside ad opera del Bramante, l’aggiunta delle cappelle del transetto, la sostituzione dell’altare maggiore, il rifacimento decorativo del Bernini fra il 1655-1659, l’aggiunta della cappella Cybo di Carlo Fontana, mentre la facciata in travertino fu rielaborata da Bernini. Da ricordare anche l'opera di grande pregio della cappella Chigi disegnata da Raffaello, il quale la realizzò per Agostino Chigi,
Accanto alla cupola, collocata sul tamburo ottagonale, s’innalza il campanile in laterizio terminante in una cuspide conica in cotto con quattro pinnacoli angolari. La pianta della chiesa è a forma di croce latina suddivisa in tre navate sormontate dalla volta a crociera. I mosaici della cupola raffigurano Dio creatore del firmamento attorniato dal Sole e dai sette pianeti.
Le finestre sono decorate con scene della creazione e del Peccato originale. Sull’altare è collocata una pala raffigurante: “Nascita della Vergine”, in basso “Gesù e la samaritana”, mentre alle pareti troviamo tombe a forma piramidale, qui sono custodite le spoglie del cardinale Ascanio Sforza e del cardinale Giuliano Basso della Rovere, in quest'ultima cappella sono custodite due opere del Pinturicchio.

La chiesa fu fondata nel '600 da Antonio Barberini, a quel tempo cardinale e frate cappuccino, nonché fratello dell'attuale papa in carica Urbano VIII. Egli volle essere sepolto nella chiesa accanto all'altare, ma in quel luogo giace solo una lastra che riporta la scritta " Qui giace solo polvere,cenere e null'altro", in quanto nella cripta è custodito l'ossario, ove i cappuccini sistemavano i loro fratelli, utilizzando le loro ossa per comporre altari, lampadari e simboli sacri. Questi 5 altari della morte sono composti da circa 4000 corpi, tra questi vi è anche una principessa Barberini morta bambina.

 

La Basilica di Santa Maria Maggiore fu fondata da Papa Libero dopo aver avuto una visione di Maria, da cui prenderà poi il nome l’opera: Santa Maria ad Nives, dedicata alla maternità divina di Maria. Essa fu la prima chiesa romana dedicata al dogma della divina maternità di Maria. La Vergine sarebbe apparsa al Papa e al ricco patrizio romano Giovanni indicando il luogo ove costruire la chiesa, ossia la zona in cui quella notte sarebbe nevicato. Probabilmente fu scelto questo colle per sostituire il culto pagano. La basilica è suddivisa in tre navate e all'inizio il progetto era senza transetto, ma con coperture a capriate. Sarà Nicolò IV a costruire il transetto e a decorare l’abside con affreschi e mosaici, aggiungendo in le volte sulle navate laterali. Solo nel '500 furono costruite le cappelle laterali, la facciata esterna con portico e la loggia a tre arcate. La facciata settecentesca si articola su due ordini di portici, quello a cinque fornici e quello superiore a tre fornici ove si trova la Loggia delle Benedizioni. Accanto alla basilica svetta il campanile romanico piramidale fatto costruire da Gregorio XI nel 1377.

Sul retro della basilica si ammira l’articolazione absidale, realizzata nella seconda metà del '600. Sulla piazza Esquilino, ove si colloca il retro della basilica, si innalza l’obelisco proveniente dal mausoleo di Augusto. L’interno della basilica è suddiviso in tre navate composte da 36 colonne monolitiche di marmo e quattro di granito con capitelli ionici, il pavimento è in parte cosmatesco. Lungo i muri laterali scorrono i trentasei riquadri a mosaico delle storie di Mosè e Giosuè, mentre a sinistra quelli di Abramo, Isacco e Giacobbe. Al di sopra dei mosaici, tra le finestre, vi sono collocate scene di vita quotidiana della Vergine. L’abside è decorata con finestre ogivali a strombo all'interno della quale fu realizzato il mosaico dell’incoronazione di Maria tra il cardinale Giacomo Colonna e Niccolò IV fra due schiere di angeli. Al centro è posto il ciborio bronzeo a forma di tempietto sostenuto da quattro angeli. Attraverso una scaletta si scende nell’oratorio del presepio ove è custodito il più antico presepe realizzato con delle statue, inoltre nella cripta riccamente decorata è custodita la reliquia della culla di Gesù,

La piazza antistante la basilica, trova il suo fulcro nella colonna che papa Paolo V fece trasportare dalla Basilica di Massenzio collocato nel foro Romano, la quale si innalza per 14 metri, su di essa domina la bronzea statua della Madonna col Bambino.

Questo altare fu voluto per consacrare la vittoria di Augusto nel 13 a.C., tale monumento vuole anche sancire un evento successivo alla battaglia: la Pace. L'altare è racchiuso da un recinto, sulle pareti sia interne che esterne corrono delle decorazioni, queste sono divise in due sezioni: nella parte alta è raffigurata la nascita di Roma, in quella bassa è rappresentata la famiglia Imperiale ove Augusto è posto davanti a tutti, a seguire troviamo la figura di Agrippa con il figlio.

 

Nelle vicinanze dell'Ara Pacis si trovava un imponente orologio e calendario del 10 a.C. che nel giorno del compleanno dell'imperatore veniva coperto dall'ombra dello gnomone, il quale era costituito dall'obelisco oggi a Montecitorio.

Il monumento dell'Ara Pacis fu ricomposto agli inizi del secolo e successivamente fu progettato un involucro di vetro e acciaio per contenerlo e proteggerlo, tale esposizione fu inaugurata nel 2006.

L'arco di Costantino fu eretto dal Senato e dal popolo di Roma per celebrare la vittoria di Costantino su Massenzio al ponte Milvio. Fu innalzato nella valle del Colosseo, sulla via Triumphalis. Fu trasformato in torre nel Medioevo e poi incorporato nel palazzo fortificato dei Frangipane. Sono invece contemporanee alla costruzione dell’arco le sculture che si trovano sui plinti delle colonne (soldati romani e barbari prigionieri).

 

La costruzione è composta da tre fornici ed è alto circa 25 metri, le decorazioni sono state apposte nei secoli, in quanto l'opera è del periodo Adrianeo, e successivamente nel IV sec. furono apposti l'atrio e le decorazioni in onore a Costantino adornato da bassorilievi di epoca traiana e antonina. Davanti alla costruzione commemorativa si estendeva una immensa fontana conica, distrutta in epoca fascista.

L'arco di Settimio Severo fu elevato nel Foro Romano nel 203 a.C. in onore dell’imperatore e dei figli Caracolla e Geta. L’arco è a tre fornici comunicanti, costruito in mattoni e travertino, rivestito in marmo e misura 21 m di altezza, 23 m di larghezza ed 11 m di profondità, le due facciate sono coronate da un attico ed arricchite da quattro colonne.

 

Fra le diverse figure ritratte a bassorilievo spiccano quelle delle divinità come: Marte ed Ercole nel foro centrale e due femminili in quelli laterali. Sugli archivolti dei fornici centrali vi sono Vittorie con trofei e personificazioni delle stagioni. I pannelli invece ritraggono scene della battaglia contro i Parti.

L'arco fu dedicato da Domiziano al fratello e predecessore dopo la sua morte Tito. Anche questa costruzione era stata inserita nelle fortificazioni medievali dai Frangipane. la costruzione si innalza per 15,40 m ed è rivestito di marmo greco pentelico, è a un solo fornice fiancheggiato sulle due fronti da quattro semicolonne scanalate con capitelli compositi ed è sormontato da un alto attico.

 

Sul lato rivolto al Colosseo è ancora chiara la dedica, mentre sulla facciata rivolta ai Fori l’iscrizione è di Pio VII a ricordare il restauro ottocentesco. La decorazione sulla scultura è costituita dalla figura della Dea Roma raffigurata come un'amazzone, vittorie con stendardi su un globo e ai lati dell’archivolto un piccolo fregio rappresentante il trionfo di Vespasiano e Tito sui Giudei. Nel centro della volta a cassettoni vi è rappresentato Tito che solca il cielo sulle ali di un’aquila, mentre ai lati ci sono due grandi pannelli con scene in rilievo riguardanti il trionfo, uno rappresenta il corteo che precede l’imperatore mentre passa la porta trionfale, nell'altro è raffigurata la quadriga imperiale con Tito incoronato dalla vittoria, mentre la Dea di Roma guida i cavalli.

In epoca romana il colle del Campidoglio, il più piccolo dei colli di Roma situato verso il Tevere, fra la Valle del Foro - la pianura del campo di Marzio e la spianata del foro Boario, fu il luogo dove sorse la necropoli e dove furono edificati templi e santuari, fra questi ultimi si ricorda quello innalzato in nome di Giove Feretrio.
Quello che sovrastava tutti per grandiosità era quello della Triade Capitolina (Giove ottimo Massimo, Giunone e Minerva) costruito nel VI secolo a.C. dai re Etruschi Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo e inaugurato all’inizio della Repubblica nel 509 a.C.
In epoca medioevale furono edificati i palazzi della magistratura oltre a luoghi di culto. Di grande rilevanza è la piazza trapezoidale ideata da Michelangelo, in contrapposizione con la scalinata medioevale che conduce alla Chiesa di S. Maria in Aracoeli. Nella pavimentazione è impresso un disegno ellissoidale, al centro del quale era collocato un basamento sul quale era collocata la statua equestre di Marco Aurelio,

Palazzo Senatorio

la quale fu rimpiazzata da una copia agli inizi del '900, in quanto l'originale è conservata nei Musei Capitolini. La piazza si conclude con una balaustra sulla quale sono collocate statue che animano la scenografica piazza, mentre alle spalle è edificato il palazzo Senatorio, sede degli uffici del sindaco di Roma, il quale fu iniziato da Michelangelo, ma concluso da Giacomo della Porta e Girolamo Rainaldi. Sulla piazza si affacciano altri due edifici: Palazzo Nuovo (sede dei musei capitolini) e quello dei Conservatori, entrambi presentano facciate ornate da lesene terminanti con un possente cornicione.

La costruzione del castello iniziò attorno al 123 d. C. per volere dell’imperatore Adriano e terminò nel 138. Inizialmente doveva ospitare il mausoleo della famiglia dell’imperatore, per accedervi venne costruito un ponte, il quale attualmente prende il nome “Sant' Angelo”. Il progetto originario del mausoleo prevedeva una struttura alta 6 piani, rivestita in marmo e sormontata da una collina artificiale, con cipressi e sculture, di cui una raffigurante l’imperatore su di un carro reggente le redini di quattro cavalli.

Il mausoleo, ispirato a quello di Augusto, era formato da tamburo cilindrico alto 21 m con un diametro di 64 m. Tuttavia l'opera fu modificata dalla politica difensiva di Aureliano cambiò la struttura dell’opera, modificandolo in un fortino, innalzando le mura e le torri.
Nel 590, durante la peste, papa Gregorio Magno ebbe una visione dell’Arcangelo Gabriele nell'atto di brandire la spada di Dio sopra il mausoleo, fece pertanto un voto all’angelo chiedendo a Dio di far cessare l’epidemia. La preghiera fu accolta e fu collocato l’angelo barocco sul castello, per rispettare la promessa fatta.
Nel medioevo i papi trasformano questa struttura in una fortezza per proteggere se stessi dalla guerra contro la nobiltà di Roma e gli imperatori del Sacro Romano impero.
Nel rinascimento fu un luogo di piacere per i pontefici, fra questi un esempio fu Papa Clemente VII, il quale si fece costruire una vasca da bagno riscaldata in una piccola stanza.
Nel 1410 l’antipapa Giovanni XXIII aggiunse un passaggio coperto che attraversava la parte delle mura che collegava il Vaticano a Castel S. Angelo. Nel 1500 papa Alessandro VI Borgia ristruttura questa parte delle mura e completa il “Passetto”, in modo da potersi spostare indisturbato tra i suoi appartamenti Castel Sant'Angelo.
Nel rinascimento fu aggiunta la cappella di Michelangelo e nel '600 il ponte S. Angelo, costruito da Adriano, fu adornato da sculture ad opera del Bernini.
Oggi il castello è sede del museo Nazionale che espone reperti di ceramica, arredi, dipinti ecc…il castello è quasi interamente visitabile al turista, alla visita sono annesse anche le segrete e gli alloggi papali.

Secondo le fonti antiche, il primo circo adibito alle corse dei carri nella valle tra il Palatino e l'Aventino, fu costruito dal re etrusco Tarquinio Prisco, denominato Circo Massimo, costruito dopo la bonifica della Valle Murcia, luogo dove sarebbe avvenuto il ratto delle Sabine. Con il passare del tempo gli originali sedili in legno vennero sostituiti dalle gradinate in pietra, il circo fu ampliato da Cesare, il quale lo modificò inserendovi una struttura in muratura, mentre Augusto aggiunse il pulvinar (palco imperiale o area sacra).

 

L’edificio poteva contenere 150.000 spettatori. In seguito fu nuovamente ampliato raggiungendo una lunghezza di 600 metri e una larghezza di 200. attualmente si conserva parte del lato curvo meridionale.
Ad adornare la struttura cìera l’obelisco di Costante II, ora al Laterano. Successivamente al rogo del 36 d.C. non rimase quasi nulla della struttura, fu ricostruito, ma il fuoco lo rovinò nuovamente. Traiano lo ricostruì e nel 357 fu arricchito da un altro obelisco, quello di Thutmosis III. Gli ultimi giochi si svolsero nel 549 per essere adibito a campo agricolo. Un uso singolare fu riservato alle pendici dell’Aventino: infatti dal 500 in poi fu utilizzato per il cimitero degli ebrei.
La fase dell’industrializzazione portò nel 800 alla nascita, all’interno dell’area del Circo Massimo, di capannoni, magazzini, abitazioni, i quali vennero eliminati solo negli anni ’30.

La colonna Traiana fu innalzata nel 100 a.C. ed è alta 30 m, è adornata da bassorilievi, i quali creano un effetto ottico a spirale, il cui effetto visivo mostra al visitatore le immagini delle guerre combattute da Traiano, proiettandolo all'interno della scena. All'interno del monumento funerario vi era una scala, la quale conduceva sino alla sommità ove fu collocata la tomba di Traiano, sormontata dalla statua con le sue effigi, in seguito sostituita nel '500 con quella di S. Pietro.

 

Il Colosseo è il più grande anfiteatro e massimo monumento romano. Fu costruito dagli imperatori Flavi, il primo dei quali fu Vespasiano nel 72 d.C. e inaugurato nell’80 d.C. ad opera di Tito. L’opera effettivamente fu poi ultimata da Domiziano quando fece costruire anche le strutture sotterranee, attraverso le quali si portavano sulla scena dell'arena belve feroci, gladiatori e imprevisti, tutto per animare lo spettacolo, si calcola che al tempo di Tito, il quale proclamò i cento giorni dei giochi, ci fosse stata una mattanza di ben cinquemila animali.
Il Colosseo perse la sua importanza a seguito del crollo dell'impero e fu abbandonato dopo l’anno 523, per essere adiito a zona cimiteriale ed uso abitativo, fino a quando i Frangipane non ne fecero una fortezza in torno al 1200.

 

Con il passare dei secoli il Colosseo fu saccheggiato e le sue componenti e statue servirono per costruire altri e abbellire altri edifici, soprattutto per il travertino che fu utilizzato per erigere i Palazzi di piazza Venezia, della Cancelleria e del Porto di Ripetta, fino a quando papa benedetto XV non lo consacrò alla passione di Cristo.
La costruzione ha una forma ellittica, la cui asse maggiore misura 188 m e l’asse minore 52 m. Per la costruzione servirono 100.000 metri cubi di travertino e 300 tonnellate di ferro per tenere saldi i blocchi fra ti loro, alla costruzione lavorarono 4 cantieri, uno per ogni quadrante. La costruzione fu iniziata prima con una intelaiatura portante, costituita da pilastri in travertino che scendevano in profondità fino a 6,50 m per poggiare su un fondo di calcestruzzo spessa più di 10 m. l’anello esterno, tutto in travertino, è formato da tre ordini sovrapposti, ognuno di 80 arcate. A due terzi dell’altezza gira una corona di grosse mensole sulle quali poggiavano pali di legno che sostenevano le grandi sezioni del velarium, destinato a proteggere gli spettatori dal sole.
Si calcola che il Colosseo potesse avere una capienza massima di 70.000 spettatori, compresi i posti in piedi.

La fontana di Trevi è il simbolo della Bella vita Romana, composta da figure allegoriche e mitologiche. L'opera fu iniziata nel 1732 da Nicola Salvi e conclusa da Giuseppe Pannini nel 1762. L'opera vuole riprodurre la reggia di "Oceano", il quale fu raffigurato alla guida di un cocchio trainato da cavalli marini. Alle spalle della fontana si affaccia Palazzo Colonna, all'interno del quale si trova l'omonima galleria d'arte, composta da preziosi pezzi opera dei grandi maestri dell'arte: Bronzino, Tintoretto, Guercino.

FORO BOARIO

Il foro Boario fu edificato fra il Tevere e il Campidoglio come primo porto di Roma. Di questo centro economico restano ancora i resti dei templi inglobati nella chiesa di S. Nicola in carcere, il tempio della Fortuna Virile collocato su di un alto podio e sorretto da semicolonne, il tempio di Vesta edificato nel II sec. a.C. costituito da un basamento circolare composto da venti colonne. A fare da scenario a questa immagine di templi è la fontana dei tritoni costruita nel '700 ad opera di Carlo Bizzaccheri.
Collocato nella piazza si trova anche l'arco quadrifronte di Giano, realizzato in marmo ed adornato da nicchie. Dietro a questa grandiosa opera si staglia la chiesa di S. Giorgio in Velabro, accanto alla quale si staglia il campanile romanico. L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate sorrette da colonne recuperate da altri templi. Distante dal tempio si trova l'arco degli Argentari dedicato a Settimio Severo.

Tempio di Vesta
Tempio di Ercole
Fontana dei Tritoni
Arco di Giano

FORO ROMANO

Il foro Romano era il centro della vita politica, economica e religiosa nonché piazza per antonomasia. Il foro nacque fra il Campidoglio e il Palatino, per la sua realizzazione fu innanzi tutto necessario un’opera di bonifica e drenaggio. Con l’avvento di Cesare si identificò il nascere nell’attuale Forum Iulium nel 54 a.C. ampliandolo, per tale opera fu distrutta la parte del Comizio, ove vi erano le istituzioni politiche e giudiziarie, spostò gli edifici della Curia e dei Rostri. Successivamente Augusto definì la struttura del Foro, facendo sorgere edifici a glorificazione della Gens Iulias (tempio di Giove, archi onorari a se stesso e il portico in onore dei nipoti Gaio e Lucio). Con l’età imperiale il Foro perse la sua funzione politica e si trasformò in un monumento di rappresentanza. Successivamente comparvero altri mutamenti come la statue equestre a Domiziano distrutta alla sua morte nel 96 a.C. , l’arco in onore a Settimio Severo, dopo l’incendio dell’anno 283, Diocleziano fece sorgere una schermatura di file di colonne davanti alla Basilica Giulia e cinque per parte sui Rostri vecchi e nuovi. La storia del Fori si conclude nel 608 con la colonna dedicata all’imperatore di Bisanzio, Foca, meritevole per aver donato il Pantheon al Papa Bonifacio IV.
Con il passare del tempo l'area del Foro tornò ad essere un luogo paludoso e la terra sommerse tutta l'area. Ciò che rimaneva del Foro fu adibito a cava, in quanto i materiali venivano prelevati dai vecchi edifici e utilizzati per la costruzioni di altre opere. Sarà solo con le prime scoperte archeologiche del XVIII sec. che si riportarono alla luce questi grandiosi edifici.

 
Tempio di Saturno
Tempio di Vespasiano

FORO DI TRAIANO

Il foro di Traiano fu l'ultimo in ordine di tempo ad essere costruito e fu anche il più grande (300 metri x 90), al quale un tempo si accedeva attraversando un arco trionfale adornato dalla statua equestre dello stesso Traiano. I lati erano occupati da due emicicli, su di uno si estendeva la Basilica Ulpia, la più grande di Roma. Quest'ultima era suddivisa in cinque navate sorrette da colonne, dal tempio si accede a un cortile che un tempo era inquadrato da due biblioteche e nel mezzo si ergeva la colonna Traiana. Dietro la Basilica si estendeva il tempio eretto da Adriano in onore a Traiano, purtroppo non rimane quasi nulla, se non una colonna mastodontica a simboleggiare le dimensioni che poteva avere la costruzione.

 

FORO ITALICO

Il foro Italico è una creazione, soprattutto ideologico del periodo fascista, il quale comprende un complesso di edifici e strutture sportive alle pendici del monte Mario. La realizzazione fu affidata a Enrico del Dubbio nel 1928, il quale progettò l'ingresso al foro mediante i due edifici gemelli dell'Educazione Fisica e della musica, dietro i quali si staglia l'obelisco in marmo di Carrara in onore al duce. Successivamente al termine della realizzazione furono apportate modifiche e nuove edificazioini come nel caso della casa delle Armi da parte di Luigi Moretti, oggi divenuta sede dell'aula giudiziaria.

Il palazzo del Viminale è la sede del ministero dell’interno, il quale fu iniziato nel 1912 ed ultimato nel 1925 su progetto del Manfredini, l'edificio fino al 1961 ospitava anche la presidenza del consiglio. Il palazzo si articola in vari corpi di fabbrica, collegati fra loro da corridoi e passaggi coperti. La parte frontale è formata da un basamento a bugnato, che comprende il piano terra e il mezzanino. La piazza antistante, completata nel 1931, si sviluppa attorno a una grande vasca circondata da rampe corazzabili, parapetti ed eleganti lampioni.

Il palazzo della Cancelleria fu realizzato a cavallo fra il XV e XVI sec. per il cardinale Riario. L'edificio ingloba al suo interno la basilica di S. Lorenzo in Damaso, la struttura è composta su tre ordini realizzati con la tecnica a bugnato liscio, nei due ordini superiori si trovano come ornamento una serie di lesene. Oltrepassando il portale Maggiore si accede al cortile del Bramante, da qui attraverso lo scalone principale si giunge al primo piano, ove si colloca il salone dei cento giorni affrescato dalla mano del Vasari.

L'edificio fu progettato nel 1882 per ospitare le esposizioni della capitale. La struttura realizzata in stile neoclassico si apre con una scalinata che conduce sino ad un gigantesco arco adorno di colonne corinzie. Attualmente gli spazi sono stati rimodernati, qui sono esposte opere d'arte che vanno dalla pittura alla scultura, passando per le pellicole dei film granzie anche alla sala cinema realizzata al suo interno.

Il palazzo Madama si affaccia sull’omonima piazza. Il nucleo del palazzo risale alla fine del XV sec., nel 1503 il palazzo fu eretto per volere di Giovanni dè Medici, passando di proprietà a Margherita d’Austria, la quale si conquistò il nome di “madama” e da questo appellativo prese il nome anche il palazzo. Successivamente fu acquistato nel 1750 da Benedetto XIV ove vi insidiò la Corte criminale, successivamente la sua funzione cambiò divenendo la sede del Ministero delle Finanze e delle diligenze pontificie. Nel 1870 il palazzo fu scelto come sede del Senato dal re d’Italia.
Le finestre riccamente decorate e il portone sormontato da un balcone sono in stile barocco, la costruzione presenta anche alcune bizzarrie architettoniche presenti nel cornicione sovraccarico e nei comignoli.

Il palazzo fu iniziato dal Bernini su ordine di papa Innocenzo X e terminato dal Fontana, il quale modificò il progetto iniziale e inserì un campanile a vela. Il progetto nel 1655 fu interrotto per mancanza di fondi e ripreso 30 anni dopo.

 

Al termine dei lavori si volle anche ricavare uno spazio da dedicare ai poveri, ma poi l’idea fu accantonata e si decise di instaurarvi la curia apostolica (tribunale), divenendo così il centro della vita amministrativa e giudiziaria pontificia. Con l’unità d'Italia il palazzo fu adottato per insidiarvi la Camera dei Deputati. La campana Maggiore suona solo per l’occasione dell’elezione del Presidente, mentre in precedenza dal balcone, ogni sabato, venivano sorteggiati i numeri dell’otto. Quando si decise per la scelta ove collocare l'aula dei Deputati si era pensato prima a palazzo Venia o al Campidoglio, poi la scelta cadde su Montecitorio, il quale fu sventrato per poter apportare le modifiche occorrenti allo scopo. L’architetto Basile si occupò dei lavori internirealizzati in stile liberty, anche per quanto riguardò l’arredamento. La parte originale realizzata dal Bernini è la facciata che da sulla piazza. L’aula di Montecitorio è caratterizzata da un velario di vetri colorati e da un fregio pittorico che la circonda intitolato al Popolo Italiano. Il palazzo ha i pavimenti in marmo policromati, con un salone di gran effetto, grazie anche alla sua illuminazione particolare propria delle navi da crociera, che ne da il nome di transatlantico, questo salone è adiacente l’aula parlamentare ove i parlamentari trascorrono i momenti di intervallo fra una seduta e l’altra. Le principali sale di rappresentanza sono al secondo piano, ove sono collocati gli uffici del presidente, ufficio della presidenza e del Segretario generale. Attraverso uno scalone si arriva al corridoio dei busti, ove sono collocati trenta busti in bronzo e marmo che raffigurano le personalità celebri come Cavour e Garibaldi. Il salone della Lupa, che prende il nome dalla lupa romana in bronzo posta a suo interno, è una delle sale dell’ala berniana più grande, l’ambiente è circondato da arazzi fiamminghi alle pareti. Qui il 2 giugno del 1946 fu proclamato il risultato del referendum che dava inizio alla Repubblica Italiana. A sinistra del salone troviamo la biblioteca del presidente, sul lato destro invece è situata la sala gialla, chiamata così per il colore delle tappezzeria, la quale è arredata con mobili in stile roccocò originali provenienti dalla reggia di Caserta.

Il Pantheon fu realizzato nel 27 a. C. da Vespasiano Agrippa nel luogo in cui Romolo ascese in cielo durante una cerimonia; la costruzione è orientata verso nord- sud, in cui erano venerate le principali divinità olimpiche, fu durante i secoli danneggiato da avvenimenti naturali e poi restaurato. Nel 608 l’opera fu donata al pontefice Bonifacio IV, inseguito fu poi consacrato a chiesa con la denominazione di S. Maria Martjres. L'ingresso è sormontato dal pronao, composto da sedici colonne di granito grigio alte 13 metri, con basi e capitelli corinzi e marmo bianco, sul fregio compare l’iscrizione dedicatoria a Vespasiano.

Il corpo centrale è costituito dalla cella composta da un muro alto ben 30 metri e spesso circa 6 (scavato all'interno per dare meno peso alle fondamenta), la struttura è sormontata dalla cupola il cui diametro è pari a 43,44 m (tale misura è la stessa che risulta se si misura l'altezza dal pavimento sino alla cupola), questa opera è unica al mondo, in quanto fu realizzata con un unica colata di calcestruzzo. La cupola è inoltre composta da cinque anelli concentrici che si restringono verso l'alto, essi sono ornati con ventotto lacunari ciascuno, i quali furono realizzati seguendo la prospettiva e le dimensioni dei cerchi. Al centro della cupola fu realizzato un oculo di 8,92 m di diametro, questa apertura oltre a dare luce all’interno e a fungere da sbocco per i fumi degli incensi e fuochi sacrificali, ogni anno alle 12 del 21 giugno, con il solstizio d’estate, i raggi del sole che attraversano l’ocus, investono il visitatore che accede al centro del portale, tale effetto scenico era stato creato per l'imperatore che varcando la soglia del Pantheon era come se fosse asceso alla volta degli dei. L'interno è composto da un ambiente emisferico, interrotto da sette nicchie ornate da lesene e coppie di colonne. Nel 1520 qui vi fu sepolto Raffaello e dal 1870 fu utilizzato come luogo di sepoltura dei re d'Italia.

Il senatus (dal latino consiglio) in Roma era un’asseblea di anziani dei principali esponenti della gentes, con ampi poteri deliberativi e consultivi, dagli originali 100 patres (patrizi) appartenenti alle tribù dei Ramnes, divisi in 10 decurie di dieci membri ciascuno. Dopo la riforma di Servio Tullio anche i plebei furono accolti al senatus con il nome di conscripti. Il senato aveva il compito di reggere lo stato quando il capo fosse venuto a mancare. Nel periodo repubblicano i suoi membri erano nominati con rigida procedura dai censori, i quali ogni 5 anni compilavano una lista, fra coloro che si distinguevano per prestigio e cariche ricoperte. La convocazione del senatus avveniva alla curia hostilia, oppure in un altro luogo sacro, la seduta era a porte aperte, ma il pubblico poteva seguirla solo al di fuori. Al senatus venivano sottoposte tutte le proposte di legge che sarebbero state portate ai comizi. Vasta era la competenza del senato su materie internazionali, amministrazione e finanza, oltre che nel campo religioso (specialmente per cerimonie straordinarie).
Il senato perse la sua importanza sotto i triumviri, nel passaggio da repubblica a impero, ma Augusto contribuì a rialzare le sorti di questo organo, utilizzando il senato per il governo di alcune province dell’impero, dette appunto senatorie. L’imperatore era al si sopra del senato e presiedeva alle assemblee. Con il basso impero il senato decadde, in quanto la politica si accentrava tutta nelle mani dell’imperatore e dell’esercito, nacque quindi il concistorium principis (consiglio privato dell’imperatore) e delle cancellerie imperiali. Il senato sotto Costantino si trasformò in una semplice assemblea comunale della città di Roma.

Nell’antica Roma tardarono ad affiorare gli edifici da adibire a teatri, in quanto l’aristocrazia senatoria decretava questi luoghi come un turbamento e un veicolo di corruzione per i costumi della gioventù, in quanto si dovevano preferire gli scontri nell'arena.

Fu Pompeo che decise di costruire un teatro in pietra, affinché non potesse essere distrutto facilmente, oltre che per limitare ulteriori rischi, decise di farci costruire un tempio sulla sommità della cavea. Solo dopo qualche decennio furono inaugurati altri due teatri a Roma, quello di Balbo e quello di Marcello.
I problemi comunque non mancarono, soprattutto con l’avvento del Sacro Romano Impero, in quanto si dovette chiudere il teatro a seguito della lotta ingaggiata dalla chiesa, in quanto reputava questi edifici come luoghi di lussuria e brutalità, paragonando il teatro a immagini del demonio.
Il teatro Marcello fu cominciato da Cesare, facendo arretrare il tempio di Apollo Sosiano (di cui oggi restano solo tre colonne sormontate da un fregio) e inglobando i piccoli templi come quello della Pietas e di Diana. Fu Augusto ad ultimarlo nell'11 a.C. l'opera, il quale lo dedicò alla memoria del nipote Marcello. La cavea aveva un diametro di 130 m e una capienza di circa 15.000 posti, due grandi aule absidali e dietro un’enorme esedra al centro della quale erano stati costruiti due tempietti, l’altezza complessiva della costruzione è di 33 m, l’intero edificio poggia su una platea di calcestruzzi e blocchi di travertino spessa 6,35 m, sopra un terreno argilloso opportunamente costipato da pali di rovere. Della parte relativa alla cavea e del palco non è rimasto quasi nulla, gran parte dei materiali furono impiegati in altre costruzioni. Con il passare del tempo questo edificio fu trasformato in fortezza e nel '500 in un palazzo, che ancora ora in parte lo comprende. Il teatro fu liberato solo nel 1929 dai piccoli edifici che erano stati costruiti a ridosso delle sue mura.

La realizzazione del tempio fu voluta dal figlio di Adriano per il padre, considerato al pari di un dio. I resti attualmente si possono ammirare recandosi in piazza PIetra, i quali sono stati inglobati nell'edificio che attualmente ospita la borsa. Le undici colonne corinzie che si innalzano per 15 metri un tempo facevano parte del lato esterno della costruzione, dislocate sul lato settentrionale del tempio.

 

Fu l'imperatore Caracalla a terminare i lavori per la realizzazione di queste terme nel 217 a.C.. Esse avevano una capienza di oltre 1500 persone, il loro utilizzo fu costante sino a quando i Goti non abbatterono gli acquedotti. L'impianto della struttura era alimentato da una enorme cisterna ricavata all'interno del colle, la quale alimentava un insieme di ambienti: natation (piscina scoperta adorna di statue), aula basilicale, calidarium e tepidarium. All'interno della struttura erano anche stati ricavati altri spazi come palestre, biblioteche e gallerie d'arte, mentre nei sotterranei si trova un grande mitreo.

 
Mappa Terme Caracalla

La villa si compone da diversi corpi di fabbrica: l'abitazione padronale, le scuderie e la loggia di Raffaello. L'edificio fu inizialmente progettato per il banchiere Chigi, ma a seguito del "Sacco di Roma" e del continuo passaggio di proprietà, la villa fu seriamente danneggiata. Il complesso passò allo Stato Italiano, il quale ne ordinò la ristrutturazione. Oggi si possono ammirare gli affreschi nella sala dedicata a Galatea con raffigurazioni delle costellazioni e corpi astrali (opera del Peruzzi), al piano di sopra l'autore ideò un loggiato che si proiettava verso il panorama romano dell'epoca, mentre nella camera da letto sono raffigurati episodi della vita di Alessandro Magno.

 

Il nome della piazza deriva dalla colonna eretta dal senato e dal popolo romano in onore di Marco Aurelio: nel fregio a rilievo sono rappresentate le guerre vittoriose contro i Germani e i Sarmati. La fontana che si trova vicino alla colonna, è alimentata dall’Acqua Vergine, essa fu costruita a una certa distanza dalla colonna e fu ornata con quattro piccole cuspidi da cui sgorgava l’acqua, la quale ricadeva in un bacino a due tazze. Nell’ottocento questi elementi furono sostituiti dagli attuali delfini. La fontana è composta da una grande vasca in marmo, mentre l’esterno è decorato con sedici verticali in marmo di Carrara che culminano in teste di leoni. Dall’acqua emergono due delfini con la coda intrecciata. La colonna di Marco Aurelio sorgeva nel mezzo di un complesso monumentale, costituito dal tempio di Marco Aurelio, sul quale oggi sorge il palazzo Wedekind.
Il palazzo Wedekind era il palazzo del Vicegenerale del Vicariato di Roma e dei notai della reverenda camera apostolica. Gregorio XVI lo fece demolire per farne costruire un altro con un portico più arioso, formato da dodici colonne ioniche. Nel nuovo palazzo fu collocata la posta pontificia, nel 1879 venne acquistato dal banchiere Wedekind. Oggi l'edificio è la sede del giornale “Il tempo”. Sull’altro lato della piazza sorge la “galleria colonna” realizzata con una pianta a Y inaugurato nel 1922. Completa la piazza l’edificio del potere, sede della presidenza del consiglio dei ministri: Palazzo Chigi, costruito nel 500, esso spicca per la sua mole. Il palazzo nella sua lunga storia fu la sede dell’Ambasciatore dell'impero Austro-Ungarico.

Fontana dell'Acqua Vergine
Palazzo Wedekind
Galleria Alberto Sordi

PALAZZO CHIGI

Palazzo Chigi è la sede del presidente del Consiglio, l'edificio si affaccia su via del Corso, mentre l’ala meridionale si affaccia su piazza Colonna. Il palazzo si sviluppa attorno ad un cortile interno, seguendo una pianta quadrangolare,

 
 

questo edificio fu realizzato dalla famiglia Aldobrandini nel XVI sec., ma le modifiche proseguirono ad oltranza sino al '700, mentre le ultime furono apportate nel 1916 quando lo Stato Italiano ne fece la sede del ministero delle colonie e nel periodo dal 1922 al 1959 la sede del ministero degli esteri, quest’ultima si spostò in quello stesso anno nel palazzo della farnesina al foro Italico, in quello che era l'edificio del Partito Nazionale Fascista.

COLONNA DI MARCO AURELIO

La colonna di Marco Aurelio, situata nell’attuale piazza Colonna, fu innalzata sull’esempio della colonna Traiana in onore dell’imperatore dopo la sua morte nel 180 d.C.

 

Sulla sommità della colonna era collocata la statua in bronzo dorato, andata perduta nel medioevo e sostituita nel 1589 da Sisto V con quella di S. Paolo. Il fusto della colonna misura 29,74 m mentre comprendendo anche il capitello, con il basamento l'altezza sfiora i 42 m. Dietro alla colonna, nelle vicinanze di Palazzo Wedekind, doveva sorgere il tempio di Marco Aurelio, dedicatogli dal figlio e successore Comodo.

Piazza Barberini sorge accanto a via Veneto, una strada molto importante degli anni della "Dolce Vita", centro nervoso del turismo, ove si collocano i più importanti alberghi della città. Nel XVII sec. fu costruito a ridosso della piazza il palazzo Barberini (famiglia papale), qui fu collocata anche la fontana del Tritone opera del Bernini (1642) e la fontana delle Api sempre opera del Bernini in onore dei suoi mecenati i Barberini.

Fontana delle Api
Fontana del Tritone

All'interno della piazza del popolo troviamo due emicili, ornati ognuno da una fontana, sormontati da sfingi e statue raffiguranti le stagioni. Delimitano la piazza le due chiese gemelle del XVII sec. : Santa Maria di Montesanto (a destra) e Santa Maria dei miracoli (a sinistra). Sulla balaustra si ergono statue di santi forse disegnate dal Bernini. Chiude la piazza verso nord la porta del popolo, costruita verso la metà del '500 e completata dal Bernini, il quale vi aggiunse la facciata interna nel 1655, per rendere onore alla regina di Svezia, giunta a Roma dopo la sua conversione al cattolicesimo, fiancheggia la porta la chiesa di S. Maria del Popolo. Nel 1834 l'area della piazza fu rielaborata e trasformata in isola pedonale. Al centro della piazza si erge l’obelisco Flaminio portato a Roma da Augusto, già in epoca Romana era il luogo dove la via Flaminia faceva il suo ingresso nella città, divenendo anche il luogo per le celebrazioni e i fasti del potere imperiale.

Chiesa Santa Maria del Popolo
Chiese Gemelle

OBELISCO FLAMINIO

L’Obelisco Flaminio è il secondo più antico di Roma, è alto 24 metri, ma aggiungendo la base raggiunge i 34 metri. Il monumento proveniente dall’Egitto fu il primo obelisco situato in Roma come elemento decorativo per il Circo Massimo, ma successivamente al decadimento di quest’ultimo, l’obelisco su sepolto anche a causa dell’innalzamento del manto stradale. Fu Leone XII a voler aggiungere all'obelisco una gradinata, quattro leoni in stile egizio e le vasche sottostanti.

 
 

Il monumento trafugato era parte integrante del Tempio del dio Rhà (il dio del sole), i geroglifici che sono scolpiti sulla pietra mostrano il nome del faraone Ramsete II. Nell'800 furono aggiunte le vasche in stile egizio ad opera del Valadier.

PALAZZO DEL QUIRINALE

Il palazzo del Quirinale è la sede del presidente della Repubblica Italiana dal 1947. Il palazzo fu costruito a partire dal 1573 sull'omonimo colle, destinato alla residenza estiva del papa, per divenire residenza reale nel 1870.
L'opera fu iniziata da Martino Longhi il Vecchio e terminata nel '600 dal Bernini. Al piano nobile si accede mediante lo scalone monumentale a rampe incrociate. Fra le sale più importanti ricordiamo: quella dei corazzieri, la cappella Paolina del Maderno, la cappella dell'Annunciata e le sale Napoleoniche. Nel centro della piazza è collocata la fontana con obelisco centrale ai cui lati sono collocate le statue dei Dioscuri con i propri destrieri, sotto la quale è incastonata una vasca di epoca romana.

 

PALAZZO DELLA CONSULTA

Il palazzo della consulta è situato sul lato est della piazza del Quirinale. Dal 1955 è la sede della corte Costituzionale, organo preposto al controllo della conformità della costituzione delle leggi promulgate dal Parlamento, dei decreti legge e legislativi emanati dal governo. Fu eretto nel 1732 su progetto dell’architetto Fuga, l'edificio presenta una facciata marmorea, scandita in due piani più mezzanino, con al centro un portale di ispirazione michelangiolesca. Le finestre hanno un timpano triangolare al piano terra, mentre la forma muta in un arco nei piani superiori.

Nel 1502, sull’altura che sovrasta piazza di Spagna, fu iniziata la costruzione della chiesa francese Trinità dei Monti, ultimata nel 1587, nota fino al XVII sec. con il nome di Platea Trinitatis. L’interno è a navata unica, con cappelle laterali, fra queste vogliamo mettere in primo piano la prima cappella a destra troviamo il Battesimo di cristo e scene della vita di S.Giovanni, nella terza l’assunzione. Sopra l'altare maggiore troviamo il Crocifisso opera di Cesare Nebbia.
Per poter mettere in comunicazione la chiesa con la piazza sottostante, nasce il progetto della scalinata di 138 gradini, la quale mancando di simmetria favorisce una prospettiva libera in continuo movimento, adornata con rilievi di gigli di Francia e aquile come richiamo a Innocenzo XIII , mentre in mezzo della costruzione si apre una terrazza sulla piazza. Adiacente alla scalinata si trova la Casina Rossa, dove visse e morì John Keats, sede della fondazione Keats- Shelley Memorial e della omonima biblioteca. Accanto a questo edificio si trova anche la più antica sala da Tè di Roma: Babingtons, aperta nel 1893 da Isabel Cargill e Anna Maria Babington.
Piazza di Spagna prende il nome dal palazzo di Spagna, sede dell’ambasciata spagnola dal 1647, la piazza divenne con questa nuova scenografiaì uno dei luoghi più suggestivi di Roma.

Alla base della scalinata troviamo la fontana della Barcaccia, opera del 1629 di Bernini, rappresenta una barca sul punto del naufragio, ed è situata leggermente sotto il livello del manto stradale per facilitare lo sgorgare degli zampilli d’acqua.

 

Da piazza di Spagna parte via Condotti, la via dello shopping delle vetrine più costose della capitale, dove si trovano le grandi Firme della Moda, e non a caso, la scalinata di Trinità dei Monti ospita un evento mondiale, quello delle sfilate di moda a Settembre. Nella piazza è collocata anche la Colonna dell’immacolata Concezione, proveniente dal monastero di Santa Maria della concezione in campo Marzio, dove fu ritrovata nel 1777, posta in questo luogo solo nel 1856 in memoria del dogma. Sulla sommità è collocata la statua della Vergine in bronzo, mentre il basamento è decorato con statue del Mosè, Isaia, Ezechiele e David. Un altro palazzo di propaganda Fide, centro missionario del mondo cattolico.

Piazza Navona misura 240x65 metri, ed è l'area corrispondente all'Arena di Domiziano eretta nel 85 a.C. , come in quasi tutti i luoghi dedicati allo svago degli antichi romani, esso era circondato da osterie e bordelli, questi ultimi esponevano le schiave nude per mostrarle ai possibili clienti. Una di queste era S. Agnese, una vergine cristiana, che venne protetta dagli sguardi, grazie alla crescita sorprendete delle sue chiome, a lei è dedicata difatti la chiesa progettata dal Borromini che si affaccia su Piazza Navona. Questa piazza rappresenta un esempio dell’arte Barocca romana,  il nome di piazza Navona deriva dalla parola “agone”: gara, poi trasformato in “nagone”: navone, in ricordo delle nautiche. Le tracce dell’antico stadio sono situate ancora oggi nei sotterranei della chiesa di S. Agnese in Agone.

Foto durante l'Epifania
Fontana dei Fiumi

La fontana dei Fiumi, opera del Bernini del 1651 su commissione di Innocenzo X, collocata nel centro della piazza, è sormontata dal granitico obelisco proveniente dal Circo Massenzio, essa è costituita da una scogliera su cui poggiano le personificazioni dei fiumi: Nilo, Gange, Danubio e Rio de la Plata, i quali rappresentano il mondo conosciuto ed esplorato siano a quel tempo. Secondo la leggenda, i gesti delle statue sarebbero una sorta di sbeffeggiamento al Borromini, autore della chiesa di S. Agnese, in quanto il Rio de la Plata alza la mano come per proteggersi dal crollo della facciata, mentre il Nilo si copre il volto per non vedere gli orrori della costruzione. Altre due fontane sono collocate ai lati estremi della piazza realizzate sul progetto di Giacomo della Porta, quella del Nettuno del 1586 con gli ottocenteschi gruppi scultorei e quella del Moro realizzata nel 1576 opera completata con le sculture seicentesche del Bernini.

CHIESA SANT'AGNESE

La chiesa di S. Agnese fu edificata in età medioevale in quella che oggi è piazza Navona, la quale fu riedificata per decisione di Innocenzo X Pamphilj nel '500, in quanto volle donare un nobile aspetto alla piazza, l'incarico fu affidato a Borromini.

 
 

L'artista elaborò la chiesa ispirandosi all'opera di Michelangelo con S.Pietro, egli infatti realizzò una cupola con un tamburo molto alto, per conferire maggiore slancio all'edificio, in oltre per meglio inquadrare la facciata, fu deciso di incastonarla fra due torri, le quali fungono da cornice alla cupola.

Piazza Venezia ebbe il suo aspetto attuale con la costruzione sul finire dell'800 e con i rimaneggiamenti agli inizi del secolo successivo con la realizzazione del monumento a Vittorio Emanuele II, che portò al rifacimento di tutta la zona adiacente alla piazza, realizzando un ampio spazio monumentale.

 

Il monumento a Vittorio Emanuele II, conosciuto anche come il Vittoriano, è anche utilizzato come altare delle cerimonie dello Stato Italiano. Ideato da G.Sacconi, la sua caratteristica peculiare è il bianco del calcare botticino con il quale è costruito. Al centro, in un edicola, è collocata la statua di Roma, verso la quale convergono due bassorilievi. Sotto la statua si colloca la tomba del milite ignoto. Più in alto si leva un portico di 16 colonne, sormontato lateralmente da due quadrighe bronzee.
La piazza davanti a palazzo Venezia, da Porta Flaminia, conduce al centro della città. Sulla piazza, al posto dell’odierno palazzo delle Assicurazioni, si trovava la bottega d’arte di Michelangelo. La nuova sistemazione riflette la nuova ideologia di grandiosità e la volontà di creare il mito della terza Roma sui resti della Roma imperiale e di quella papale.
Nel periodo natalizio al centro della Piazza viene posto il coloratissimo albero di Natale, che richiama l'attenzione non solo del turista, ma anche dei giornali di tutto il mondo.

PALAZZO VENEZIA

Il palazzo rinascimentale fu costruito nella seconda metà del '400 per il cardinale veneziano Pietro Barbo, fu da prima residenza papale e poi ambasciata di Venezia a partire dalla seconda metà del '500. Successivamente divenne residenza austriaca sino agli inizi del '900 come sede diplomatica e dell'ambasciata presso la santa sede.

 

Dal 1916 fu la residenza di Mussolini durante il periodo fascista, famosa è la sala dei mappamondi, dove il governo si rinchiudeva per decidere le mosse politiche e militari; inoltre fu dal balcone di palazzo Venezia che Mussolini nel 1940 dichiarò guerra alla Francia e al Regno Unito. Dalla fine della seconda guerra mondiale quella finestra non fu mai più aperta, come per evitare di aprire nuovamente un vaso che nasconde ricordi ancora oscuri e bui.
All'interno di palazzo Venezia oggi è collocata la galleria rinascimentale composta da quadri, armature, maioliche, arazzi e sculture; in oltre è presente la biblioteca di Archeologia a e Storia dell'Arte.

A seguito dell'unificazione del Regno d'Italia Vittorio Emanuele, nel marzo del 1861, trasferì la capitale del regno a Roma. Il 9 gennaio 1878 il re morì e l’immagine che si divulgò fu quella di un eroe che aveva partecipato al riscatto nazionale. La salma fu esposta al Quirinale e il feretro trasportato al Pantheon , il quale per l’occasione fu decorato con la scritta “ a Vittorio Emanuele padre della Patria”. Il 10 febbraio 1878 si ebbe l’idea di far sorgere un monumento nella capitale in onore a Vittorio Emanuele II. Venne così bandito nel 1880 un concorso a carattere mondiale. I partecipanti inviarono i progetti, che furono ben 315, i quali rappresentavano 13 paesi. Nel 1882 venne bandito un secondo concorso dove il programma prescriveva come doveva essere il monumento, l'edificio doveva erigersi sull’altura del Campidoglio in asse con via del Corso, comprendere la statua equestre del re, un fondo architettonico di almeno 30 metri di lunghezza e 29 d’altezza. La commissione reale votò all’unanimità il progetto di Giuseppe Sacconi. Per la costruzione del monumento furono demoliti interi quartieri medioevali e rinascimentali, fra cui la casa di Michelangelo e il convento dell’Ara Coeli. Il 22 marzo 1885 ci fu la posa della prima pietra. Il progetto si ispirava a un grande spazio, come poteva esserlo un foro aperto ai cittadini, in una sorta di piazza sopraelevata. Per la realizzazione della statua equestre del re fu chiamato Enrico Chiaradia e 5 anni dopo la statua era perfettamente fusa, levigata e in occasione della visita di Vittorio Emanuele III, venne imbandita una tavolata all’interno del ventre equino. Dopo la morte di Sacconi il progettò fu continuato dagli architetti: Gaetano Koch, Pio Piacentini e Manfredo Manfredi.
Il sacrificio di milioni di italiani nelle guerre verrà rappresentato da uno di loro, il Milite Ignoto caduto anch’egli in guerra, il quale verrà tumulato il 4 Novembre 1921 sotto l’altare della patria, nella cripta a lui dedicata, l’Italia intera si fermò per rendergli omaggio. Questo simboleggia la fusione fra il soldato e il popolo che formano la Nazione Armata.

Con l’avvento del fascismo, il monumento fu il riflesso del regime il quale se ne impossessò ai fini bellici e militari, ove far trasparire la potenza armata e le sue relative virtù. Con la fine del fascismo e con la nascita della repubblica, il popolo Italiano riscoprì l’altare della patria, dove si celebrano tutt'oggi le 3 manifestazioni più importanti: 25 Aprile giorno della liberazione, 2 giugno festa della repubblica, 4 novembre giornata delle forze armate.

Il monumento si apre con una scalinata larga 41 m avente 243 gradini, ai lati di questa si ergono due gruppi scultorei in bronzo dorato: a destra l’azione e a sinistra il pensiero. Sui lati esterni del monumento troviamo due grandi fontane, le quali rappresentano i due mari più importanti: l’Adriatico (simboleggiato dal leone di S. Marco) e il Tirreno (simboleggiato dalla Lupa). Sul primo ripiano troviamo la tomba del milite ignoto e nella nicchia centrale la dea Roma. Sul terrapieno del primo terrazzo sono collocati i gruppi scultorei: a destra quelli della Forza e della Concordia, mentre a sinistra quello del Sacrificio e del Diritto. Sovrasta tutta la scenografia la statua equestre di Vittorio Emanuele II collocata sopra un alto basamento. L'opera è alta 12 metri ed è stata realizzata con la fusione di 50 tonnellate di bronzo. Alla base del complesso scultoreo sono rappresentate 14 città italiane: Urbino, Ferrara, Genova, Milano, Bologna, Ravenna, Pisa, Amalfi, Napoli, Firenze, Torino, Venezia, Palermo e Mantova.
Al di sopra dei portali troviamo le raffigurazioni della Politica, Filosofia, Guerra e Rivoluzione, a significare gli strumenti del pensiero e dell’azione per la libertà della patria. Segue il portico lungo 72 metri, con 16 colonne alte 15 metri. La decorazione della trabeazione presenta la personificazione della regioni d’Italia, ogni statua venne affidata ad uno scultore della regione stessa.
All’interno del portico ci sono delle decorazioni che rappresentano: la fede, la forza, il lavoro e la sapienza. Al di sotto del portico otto altari ricordano le città liberate durante il primo conflitto mondiale.
Poste sulla sommità dei due tempietti laterali sorgono due quadrighe rappresentanti a destra l’Unità e a sinistra la Libertà, con queste due quadrighe il monumento sale a 81 metri.

Il concordato del 1929 firmato da Mussolini e Pio XI riavvicina lo Stato Italiano a quello pontificio. Si decide quindi di dare vita a un’opera che riporterà alla vista la cupola di San Pietro, offuscata da borghi medioevali che vennero demoliti, dando vita all’attuale Via della Conciliazione che porta direttamente in piazza S. Pietro.

 

Questo stravolge però l’opera ideata dal Bernini, in quanto il visitatore doveva vedere la basilica come una sorta di sorpresa da ammirare un poco alla volta, la quale si doveva intravedere dalle costruzioni che la circondavano, ora invece compare d’imbatto tutto l’imponente monumento.
Il Vaticano è il più piccolo stato al mondo all'interno di uno stato (quello italiano), il quale è indipendente ed è sotto la sovranità del papa, il quale è vigilato dai gendarmi e dalla Guardia Svizzera, istituita nel 1506, che ancora oggi controlla e vigila sull’incolumità del papa.

Chiesa di San Rocco
Palazzo di Giustizia XIX sec.
Fiume Tevere