COMUNE DI CODOGNO

Le origini della città risalgono al tempo degli antichi Romani, quando le truppe di Roma sconfissero i Galli, e su questo territorio fondarono il primo centro cittadino. Successivamente con la caduta dell’impero Romano si persero le tracce della città, sino a quando il nome della stessa non fu citato in un documento imperiale nel X sec. d.C.

In epoca medioevale nella città di Codogno era presente un castello, di cui oggi si sono ritrovate le fondamenta, attraverso le quali si è potuta individuare la pianta rettangolare di questo edificio, con annesse 4 torri e il fossato, quest'ultimo cingeva l’intera struttura.

Il territorio del comune di Codogno, durante il Medioevo, fu sotto il controllo dei possedimenti Vescovili di Lodi, ma nel ‘400 tale proprietà passò alla famiglia Fagnani e successivamente ai Trivulzio. L’assetto economico del borgo di Codogno era totalmente diverso da quello della città di Lodi, la quale ne aveva il controllo, tanto che i cittadini cercarono di ottenere una maggiore autonomia, cercando di annettersi sotto la giurisdizione di Piacenza, il trasferimento avvenne con un atto ratificato nel 1492, tanto che cambiò anche lo stemma di Codogno, nel quale fu rappresentata la lupa incatenata con una catena dorata all’albero di mele cotogne. Nel ‘500 si susseguirono una sequenza di eventi infausti, sia per le lotte per il potere dei territori fra Francesi e Spagnoli, sia per l’avvento della peste, la quale decimò la popolazione. Alla morte del principe Antonio Teodoro Trivulzio, sul finire del '600, la popolazione chiese ed ottenne dal sovrano di non essere più costretta ad essere assimilata sotto proprietà feudale e per tanto Codogno divenne Regio Borgo. L’epoca tra il ‘600 e ‘700 fu un periodo estremamente florido per il territorio, infatti non solo l’agricoltura giovava di questa congiunzione, ma anche il settore produttivo come quello dei tessuti di seta e lino, il nuovo comparto caseario grazie al quale si sviluppò un'area di produzione di forme di formaggio, dovuto alla nascita di diverse aziende casearie e di conseguenza anche di botteghe. Fu a Codogno che nacque la prima Industria Casearia, grazie ad Antonio Zazzera, che fonderò la "Antonio Zazzera e Figli", il quale entrò in società con i fratelli Polenghi.















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Nella piazza principale della città di Codogno, Piazza XX Settembre, si affaccia la cinquecentesca chiesa di San Biagio, la quale si presenta con una facciata in cotto opera di un restauro cinquecentesco; la struttura è divisa in sue sezioni da un cornicione, la prima è adornata da lesene che incorniciano i portali minori laterali sormontati da timpani, oltre a quello principale, di quest'ultimo si esalta l'importanza attraverso un portico sorretto da colonne. La facciata si conclude con un finestrone incastonato in un arco sorretto da colonne, sopra il quale è collocata la nicchia ove è collocata la statua del santo, incastonata anch'essa fra una fila di lesene che concludono il disegno stilistico con un timpano e guglie.

L’interno del tempio è realizzato su una pianta a croce latina, suddiviso in tre navate, ai lati delle quali furono realizzate le cappelle votive, mente nella cantoria è collocato l’organo.

La Chiesa delle Grazie o dei Frati, tale denominazione deriva dal fatto che un tempo adiacente al tempio si trovava il convento dei frati francescani edificato in un secondo momento. La chiesa fu eretta per volere di Teodoro Trivulzio nel XVII sec., la quale fu progettata con una sola navata con cappelle votive ai lati.

La chiesa oggi è uno scrigno contente opere a partire dal ‘500 collocate sugli altari, statue e quadri; di questi ultimi citiamo la sezione dedicata alla “Via Crucis” opera di Pietro Antonio Magatti. Oggi il convento fa parte della congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore.

Il Settecentesco Santuario della Madonna di Caravaggio fu eretto nel luogo dove era presente un tempietto dedicato alla Madonna, a seguito dell’apparizione della Vergine ad una contadina di Caravaggio. La progettazione del tempio fu affidata a Carlo Antonio Albino originario di Codogno, il quale realizzò la chiesa seguendo una pianta a croce greca. La cupola fu realizzata solamente nel secolo successivo dall’ing. Giuseppe Squassi. Adiacente alla costruzione si trova il campanile settecentesco.

Villa Biancardi si trova nelle immediate vicinanze del centro cittadino di Codogno. L'edificio fu edificato in stile eclettico e presenta una struttura su due livelli con annessa una torretta che svetta a lato. L'ingresso alla villa è permesso attraverso una cancellata adiacente alla dependance dove sono ancora visibili gli affreschi delle facciate esterne, assieme alle travi a vista e le finestre adornate da archi in cotto.