COMUNE DI MONZA

La provincia di Monza è una giovane realtà, la quale sorge nel mezzo della Pianura Padana, fra Milano e la Brianza. La provincia fu istituita nel 2004, ma solamente a partire dal 2009 è divenuta operativa, la quale comprende un totale di 55 comuni. Il territorio del Monzese è prettamente pianeggiante, attraversato dai due fiumi: Lambro e Seveso.

All’interno del territorio di Monza furono istituiti alcuni parchi per salvaguardare l’habitat e il paesaggio circostante come: Il Parco della Valle del Lambro ove al suo interno si trova l’area del parco di Villa Reale e i due laghi Alserio e Pusiano. Il Parco del Groane istituito nel 1976, il Parco dell’Adda il quale si trova nell’area della Valtellina istituito nel 1983.











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Il territorio di Monza era già abitato in età Preistorica durante l’età del Ferro, successivamente avvennero le prime incursioni da parte di altre etnie di ramo Celtico, creando quindi le basi per i primi insediamenti in loco e non più migratori. Con la conquista del territorio da parte dei Romani, fu fondata Monza (Modicia) la quale fu dipendente della vicina Mediolanum (Milano). Modicia sorgeva lungo le sponde del fiume Lambro, le due ali della città divise dal fiume erano comunicanti mediante il ponte romano chiamato “Arena”, ancora oggi esistente. Sotto il periodo dell’imperatore Augusto, Monza fece parte della Regio XI di fatto all’interno dei territori della Gallia Transalpina.
Con la caduta dell’impero Romano, si dovrà attendere il V sec. quando Teodorico, re degli Ostrogoti, fece costruire a Monza il suo palazzo per risiedervi durante il periodo estivo. Successivamente con l’arrivo di Berengario nel IX sec., imperatore del Sacro Romano Impero, la città di Monza iniziò ad essere anche fortificata e racchiusa all’interno di mura difensive. Nel XI sec. con l’incoronazione di Ariberto di Intimiano a Vescovo di Milano, Monza perderà la sua libertà acquisita nei secoli, divenendo territorio della città di Milano, l’autonomia del Comune sarà nuovamente concessa solo nel XII sec., sempre in questo secolo la città di Monza ebbe come protettore Federico Barbarossa, il quale, oltre a farsi incoronare imperatore nella città, la prese sotto la sua protezione e vi fece costruire una propria residenza imperiale, tale manovra politica fu attuata in quanto Federico voleva controllare le strategie della rivale Milano, acerrima nemica.
Monza nel XIII sec. la città passò sotto il dominio dei Visconti di Milano. Galeazzo fece costruire il castello, mentre Azzone la cinta muraria della città. Nel secolo successivo la città passò come Milano agli Sforza divenendo un centro altamente produttivo grazie al commercio della lana. Con il passaggio del potere a Carlo V l’intero territorio ebbe una brusca frenata economica. Sul finire del ‘700 inizia una nuova svolta per Monza in quanto l’assetto urbano venne ridisegnato a scapito dei quartieri medioevali che vennero abbattuti, a favore di una nuova costruzione che vedeva in primo luogo la nascita di botte artigianali. Nel 1840 venne realizzato il tratto ferroviario che metteva in comunicazione Milano con Monza, incentivando quindi i trasporti di merci e persone.

La denominazione di Brianza non ha una radice effettiva, come anche i suoi confini non furono mai del tutto identificati. Il territorio, non di grande rilevanza agricola, ha sviluppato un impressionate tessuto urbano, che comprende sia le aree adibite a centri abitati, che quelli a scopo commerciale, arrivando quasi a ricoprire il 50% del territorio Brianzolano. 
Nella Monza Medioevale iniziarono a sviluppare le prime imprese artigiane per la lavorazione del panno della lana, al quale si unì nell’età moderna l’allevamento e lavorazione del baco da seta, lavorazione che si era estesa a tutta la regione Lombardia.
Nel ‘900 nacquero i grandi giganti industriali che ebbero un grosso peso sociale, grazie al loro fabbisogno di personale, sia nell'area produttiva, sia per la logistica e amministrazione. A seguito della recessione della seconda metà del '900 molti di questi colossi decise di chiudere i propri stabilimenti nel Monzese, un esempio fra tutti la Singer e la Gilera di Arcore, al loro posto sono sorti nuovi comparti, fra questi la lavorazione del legno che comprende la produzione di mobili, serramenti e derivati, mentre purtroppo l’industria legata alla produzione dei cappelli è andata quasi scomparendo, e forse la stessa sorte toccherà anche al settore tessile ora mai in crisi. Fra le grandi multinazionali presenti nel territorio di Monza si ricordano: IBM, Alcatel e Star.
Il territorio di Monza come detto in precedenza è ben strutturato sotto il profilo urbano, così come il tessuto stradale, che permette di accedere alla provincia e alla città sia attraverso la statale 36 in direzione di Lecco, che la statale 35 in direzione di Erba.
Anche le ferrovie dello Stato forniscono un’alternativa fattibile, grazie alle due linee che pongono Monza al centro dello snodo verso Lecco e Como.
Un settore in forse espansione è quello del turismo, questo si sviluppa in diverse opporunità, fra questi anche il Gran Premio di F1 che ogni anno fa arrivare da tutto il mondo team automobilistici e al seguito i loro tanti tifosi, una clip storica da ricordare è quella che il tracciato di Monza fu realizzato nel 1922 in soli 6 mesi.
Per quanto riguarda invece il polo fieristico, una fiera importante per Monza è “Mia- Mostra”, la mostra internazionale del mobile, la quale nacque nel lontano 1946; accanto a questo evento ne sono nati altri come ad esempio il “Concorso internazionale di Rose”, il quale si svolge nel mese di Maggio nel parco della Villa Reale di Monza.

La costruzione del Duomo di Monza, intitolato a San Giovanni Battista, iniziò a partire dal VI sec. d.C. con l’arrivo dei Longobardi, che a Monza costruirono il palazzo reale, concepito come residenza estiva del sovrano, con annessa la cappella privata del palazzo dei Longobardi voluta da Teodolinda. Nel 1300 il Duomo fu realizzato con un impianto a tre navate a croce latina, la cui volta fu affrescata con la raffigurazione dell'incoronazione della Madonna e storie della vita di San Giovanni Battista, mentre il coro fu aggiunto solo nel XVI sec. assieme alla costruzione del campanile, il quale si innalza per più di 70 metri. Sul finire del ‘700 la struttura del Duomo venne rivisitata a tal punto da cancellare la struttura stilistica gotica, la quale resiste solo nella cappella Teodolindea, la quale si trova a sinistra del presbiterio ed è affrescata  con le storie della vita della regina Teodolinda. In questa cappella, all’interno del tabernacolo, si trova la Corona Ferrea di età Longobarda, antico simbolo dell’unità del Regno d’Italia.

La facciata del Duomo è rivestita da blocchi marmorei di colore bianco e verde, suddivisa in cinque sezioni da pilastri culminanti in edicole, la cui sommità sulmina con una cornice con archetti pensili. Ai lati della facciata si aprono due bifore, mentre nella due sezioni mediane si trovano trifore e bifore. La parte centrale si apre con il portale adornato da una lunetta abbelleta dalle raffigurazioni di animali marini, scene di caccia ed elementi vegetali; al di sopra si impone lo splendido rosone adornato da formelle. La struttura interna è suddivisa in tre navata sorrette da pilastri culminanti in capitelli, sopra i quali furono realizzati i ritratti dei re longobardi e imperatori. Dal coro si accede alla Cripta realizzata nel ‘600 ad opera di Ercole Turati dove è conservata in un’urna il busto argentato di San Giovanni Battista. Dall’interno del Duomo si accede a un ambiente denominato sagrestia grande dove si trovano gli armadi reliquiari, da qui si accede alla sagrestia dei canonici e successivamente alla Biblioteca capitolare, dove sono custoditi codici miniati e pergamene.

Adiacente al Duomo si trova anche il cimitero con annesso il chiostro settecentesco e il Museo del Duomo, realizzato all’inizio del ‘900 per grande devozione della Vedova Serpero, che diede anche il nome al museo stesso. In questi locali si trova il tesoro del Duomo composto da oggetti reliquiari e opere di alta oreficeria, questo tesoro è solo una parte di quello originario, in quanto nei secoli fu dispero e saccheggiato anche dai francesi.

Il palazzo dell’arengario fu edificato sul finire del ‘200 per volere del potere politico del Comune di Monza accanto a quello del podestà; un tempo a lato dell’edificio era posto il patibolo per i condannati a morte, eliminato nel corso del XVIII sec. Al primo piano si trovavano gli ambienti dove si riuniva il consiglio e i Mercanti, una parte dell’edificio era anche utilizzata come prigione temporanea.
L'edificio è di forma rettangolare, con un basamento costituito da una serie di colonne a sostegno della struttura, creando un portico a pian terreno. Lungo il lato minore furono ricavate finestre a trifore come ornamento, qui fu anche collocata la “parlera”, un piccolo balcone da dove si effettuavano discorsi alla popolazione. Nel ‘400 fu aggiunta la torre civica culminante con merlature ghibelline e una copertura a guglia.

La villa Reale di Monza fu voluta dall’arciduca Ferdinando d’Austria, il quale volle realizzare una corte fuori Milano come residenza estiva, per la quale fu progettato successivamente anche il Parco e il teatrino. La residenza fu goduta poco da Ferdinando in quanto i lavori furono ultimati in pochi anni ma nel 1796 l’arciduca dovette rifugiarsi fuori Monza per l’arrivo delle truppe francesi che occupano il territorio. Con la caduta dell’impero Napoleonico, la villa tornò in mano agli Austriaci, ma nel 1859 divenne possedimento Sabaudo. Nel 1900 a seguito dell’assassinio di Umberto I la Villa fu chiusa e abbandonata. Nel 1922 all’interno del parco furono costruiti l’autodromo, celebre per le gare di Formula 1, l’ippodromo e un Golf Club.
La Villa fu progettata da Piermarini, il quale prese a modello le ville settecentesche e il progetto di Schonbrunn, la struttura dell’edificio si sviluppa a forma di ferro di cavallo, racchiudendo all’interno il cortile d’onore, il quale si apre con i corpi cubici della cappella sulla sinistra opposta alla Cavallerizza. Il corpo centrale si sviluppa due livelli, con finestre decorate da cornici e timpani, al centro si trova la scala a doppia rampa che conduce direttamente al primo piano nobile. Le ali sono decorate da quadranti di orologio contrapposti. Nel corpo centrale fu progettato un ’ambiente ottagonale che fungeva da sala d’aspetto dalla quale si accedeva alla sala da ballo realizzata su due livelli con stretto ballatoio. Nell’area a sinistra del corpo centrale si trovavano gli ambienti dell’Arciduca Ferdinando: la sala degli arazzi, la sala del trono, salotto Giapponese, sala degli specchi e la sala da pranzo.
Agli Appartamenti Reali si accede mediante l’edificio della Cavallerizza, oggi ingresso del Museo, qui si trovano in oltre gli appartamenti ricavati per le alte cariche dello stato: Presidente del Consiglio, oltre a quelle dedicate agli ambasciatori; a seguire si trova l’appartamento di Umberto I realizzati in stile neo-roccocò, composta dal guardaroba, la camera da letto, bagno, studio e l’armeria. Gli appartamenti della Regina Margherita si compongono di diverse sale, fra cui: sala da biliardo, sala dei quadri, sala d’attesa, salotto Rosso e la Camera.
I giardini Reali sono caratterizzati da un prato all’inglese dove furono realizzati diversi ambienti fra cui: il laghetto, il tempietto dorico e la grotta Antro di Polifemo.
Il parco fu realizzato nel 1805 a seguito dell’editto reale di Napoleone, comprendo al suo interno le ville dei conti Durino, oltre a tutto quello che sulla fascia di terreno di circa 5 km fu designata, così come mulini e cascine. Il progetto fu affidato a Luigi Canonica. Una delle ville dei conti Durino è la seicentesca Villa Mirabello realizzata con una pianta a ferro di cavallo, ai cui lati svettano due torri; la seconda Villa chiamata Mirabellino fu edificata nel '700 per volere del Cardinale Durini, la quale è adornata da da un pronao.