COMUNE DI PAVIA

La città di Pavia è una provincia della regione Lombardia composta da 190 comuni, la quale sorge sulla riva sinistra del Ticino, affluente del fiume Po, nel quale si riversa a una distanza di circa 6 Km dalla città. Pavia ha in se ancora i ricordi storici della dominazione dei Longobardi in diversi edifici, a questi si aggiungono altri monumenti storici fra cui le chiese in stile romanico e l’università.
Il territorio è per i ¾ pianeggiante, mentre la restante parte è occupata da rilievi del basso Appennino. Il centro cittadino è ancora delineato dal castrum romano, in quanto le vie sono predisposte con angoli di 90 gradi, ma man mano che ci si allontana dal centro storico, le vie diventano irregolari, a significare l’ampliamento della città avvenuto in età medioevale e nei secoli successivi. La delimitazione del centro storico sino alla fine dell’800 fu marcata dalla presenza della cerchia muraria, abbattuta solo agli inizi del ‘900 a seguito della costruzione dei viali. La città di Pavia è un crocevia per i pellegrinaggi religiosi, non solo per via della Certosa, ma anche perché essa si trova sulle mappe della via Francigena, il lungo pellegrinaggio dei fedeli verso Roma.











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Il primo insediamento sul territorio di Pavia lo si fa risalire ai Liguri, ai quali susseguirono i Galli, per poi divenire nel II sec. a.C. dominio dei Romani, i quali trasformarono la città in un imponente nodo commerciale, in quanto la sua posizione era strategia sia per il trasporto delle merci via terra, sia attraverso le rotte fluviali, tanto che Cesare la fece diventare un Municipio, dandole il nome di Ticinum.
Con la caduta dell’impero romano, la città fu governata da Teodorico, il quale costruì un anfiteatro, il suo palazzo e le terme. Nel 572 Alboino riesce a prendere il controllo della città, dopo un assedio durato circa tre anni, quest’ultimo eresse qui la sua capitale del regno Longobardo. 
All'interno della città, come in diversi Comuni, si ebbero lotte interne fra Guelfi e Ghibellini, ma a decidere le sorti della città furono i Visconti, che nella metà del ‘300 ne divennero i padroni. I nuovi signori da subito fecero costruire l’Università e qualche anno dopo la Certosa. La città in questo periodo conobbe il massimo della sua importanza, anche grazie a Galeazzo II, il quale decise di trasferire  a Pavia tutta la sua corte e che fece istituire lo studio del diritto presso l'Università cittadina.
Nei primi anni del ‘500 la città fu attaccata e messa sotto assedio dal re Francesco I, ma tale battaglia volse a favore in un primo momento di Pavia, in quanto l’esercito riuscì a catturare il re di Francia, ma l’anno successivo fu fatta cadere da Lautrec, passando quindi in mano agli spagnoli di re Carlo V assieme a Milano. Da questo momento la città scivola nella decadenza, dalla quale non riuscirà a risalire nemmeno sotto il dominio austriaco, solo l’Università riuscì ad elevarsi ai massimi vertici, grazie agli interventi dell'Imperatrice Maria Teresa e Giuseppe II d’Austria.

La città  di Pavia è un importante piazza per la vendita dei prodotti agricoli (riso, foraggio e viti) a questa attività si aggiunge l’allevamento dei bovini e dei suini. Il settore secondario è composto da imprese di trasformazione alimentare, del comparto siderurgico, metalmeccanico, tessile, calzaturiero (Vigevano) e chimico. Queste ultime tuttavia non occupano una importante fetta di popolazione attiva, mentre è il settore terziario e dei servizi ad inglobare un maggior numero di soggetti attivi.

Un primo edificio intitolato a San Michele fu eretto sulle fondamenta di un tempio paleocristiano, fu ricostruito in stile romanico per poter ospitare l’incoronazione di Federico I Barbarossa nel 1155. L'edificio presenta una facciata a capanna realizzata con arenaria, è suddivisa in tre sezioni da lesene, fra le quali sono collocati i tre portali. Sono presenti decorazioni a bassorilievi raffiguranti uomini e bestie fantastiche, mentre l'ornamento architettonico delle bifore ha anche la funzione di far penetrare all’interno del tempio la luce. A conclusione della struttura svetta accanto all'edificio il campanile. L’interno è a croce latina, suddiviso in tre navate, sulle quali si affacciano i matronei, esse sono sorrette da archi sostenuti da colonne culminanti in capitelli cesellati. 
La cripta è composta da tre navate suddivise da colonne reggenti le volte a crociera.

La basilica di San Pietro fu costruita nel XII sec. in stile romanico, al suo interno si trova l’arca di S. Agostino realizzata in stile gotico nel XIV sec., si pensa che all’interno siano custodite le spoglie del santo stesso, le quali furono portate in città dal re Longobardo Liutprando nel VIII sec. di ritorno dalla Sardegna. Sempre all’interno della chiesa si possono ammirare i pavimenti a mosaico e la tomba del re Longobardo Liutprando posta nell’ultimo pilastro della navata di destra.
Scendendo nella cripta si accede al luogo dove sono conservate le ossa di Severino Boezio, ucciso da re Teodorico nel VI sec. per motivi religiosi.

Il complesso della Certosa di Pavia fu un cantiere dove si avvicendarono molti artisti e architetti. La realizzazione fu voluta da Gian Galeazzo Visconti sul finire del ‘300, per instaurarci il mausoleo di famiglia, il complesso comprende due chiostri: uno grande dedicato alla preghiera e al lavoro dove si affacciano anche le celle dei monaci, mentre il secondo più piccolo dedito alla vita comunitaria ove l’accesso era consentito solamente ai membri dell’ordine, quest’ultimo è in oltre collegato alla chiesa. L’opera fu interrotta a seguito della morte del committente nel 1402, i lavori ripresero in un secondo momento con la costruzione delle cellette dei monaci, per poi passare al completamento della casa del Capitolo, del refettorio, della sagrestia e della biblioteca. Terminata nel 1473, pur avendo ancora la facciata incompleta, l’anno successivo fu trasportata nella Certosa la salma di Gian Galeazzo. Nel 1784 Giuseppe II d’Austria soppresse l’ordine dei Certosini e il monastero fu dato in uso ai Cistercensi, per poi passare ai Carmelitani scalzi, mentre nel 1810 l'edificio fu abbandonato a seguito degli editti napoleonici e della soppressione di tutti gli ordini religiosi. Tuttavia nel 1843 tornarono i certosini sino al 1881 anno in cui la custodia passò in mano allo Stato Italiano e solamente nel 1968 fu ceduto nuovamente ai monaci cistercensi.
All’interno sono conservate opere del Perugino e del Bergognone, fra le tante opere si vuole ricordare la tomba di Beatri d’Este e di Ludovico il Moro, oltre al quattrocentesco coro ligneo e il polittico in avori risalente agli inizi del XV sec.

L’edificio risalente al XIV sec. fu realizzato in mattoni in stile gotico, la pianta del tempio è a croce latina, con lo spazio interno suddiviso in tre navate con cappelle laterali. Nella facciata è incastonato un imponente rosone sormontata da sette guglie. Accanto alla chiesa si innalza il campanile per circa 70 metri.
La chiesa è al secondo della città per dimensioni dopo il Duomo.

L’edificio del Duomo fu voluto dal vescovo Ascanio Maria Sforza Visconti, la struttura sorge sopra le fondamenta delle due precedenti chiese intitolate a S. Maria del Popolo e S. Stefano. Alla costruzione parteciparono anche le celebri figure di Leonardo da Vinci e il Bramante; l’opera fu iniziata sul finire del ‘400 e si protrasse sino agli inizi del ‘900, in quest’ultimo periodo storico furono completati i bracci del transetto e nel secolo precedente la cupola e la facciata. Accanto all’edificio sorgeva una torre civica romana del XI sec., adattata nel  '500 a cella campanaria, la quale crollò nel 1989.
L’interno è suddiviso in tre navate.

Il palazzo quattrocentesco si frappone a quello di giustizia, lungo Corso Cavour, fu realizzata anche una torre annessa all'edificio. La faccia si presenta adornata da un fregio e lesene medioevali, l’interno si apre con un portico sorretto da colonne, che conduce allo scalone barocco, mentre alle pareti sono appese lapidi della famiglia Bottigella.

Palazzo Broletto fu edificato nel XII sec., presenta un loggiato su due ordini, la costruzione fu ristrutturata nel ‘500, del vecchio edificio rimane solo una parte visibile dal cortile interno.

Il ponte "Coperto" fu realizzato nel ‘300 per collegare il centro della città di Pavia con l’insediamento di Borgo Ticino, il quale fu distrutto nei bombardamenti nel 1944 e ricostruito successivamente nel dopo guerra.

L’Università di Pavia si presenta come un insieme di edifici, che partendo dal nucleo centrale identificato dai cortili settentrionali realizzati nel XV sec., si prosegue con una serie di corpi di fabbrica edificati fra l’800 e il ‘900. Durante il governo di Maria Teresa d’Austria, imperatrice dell’impero Austro Ungarico, furono ridisegnati i cortili interni da Giuseppe Piermarini, il quale progettò anche il grande frontone sovrastato dal timpano. Nel ‘700 venne edificata la biblioteca ed il Teatro anatomico sovrastato da una cupola (su disegno di Leopold Pollack), solo successivamente l'Aula Magna e il laboratorio chimico. Nell’800 l’università venne ancora ampliata, con la costruzione di ulteriori cortili.
Accedendo all’edificio si attraversa il cortile centrale nel quale sono collocate le quattro statue marmoree del chirurgo Luigi Porta, l’anatomico Bartolomeo Panizza, del matematico Antonio Bordoni e del biologo Camillo Golgi. Al centro del terzo cortile è posto il monumento in onore agli stupendi caduti durante la grande guerra del ’15-’18.
All’interno dell’Università, nella sezione un tempo dedicata a medicina, è stato collocato il Museo per la storia dell’università, qui si trova la testa conservata in alcool dello Scarpa, strumenti e manoscritti, fra questi è custodito lo Statuto del Collegio dei Giuristi del 1395.

Il nome deriva dalla statua creata da Francesco Messina, la quale raffigura la dea Minerva armata, a simboleggiare la gloria dell’Ateneo.

Piazza Vittoria un tempo era denominata piazza Grande, essa presenta una forma rettangolare, qui si trova il mercato coperto costruito agli inizi degli anni ‘50, durante i lavori di manutenzione, furono ritrovati i resti della rete fognaria romana, questi non furono rimossi, ma furono lasciati scoperti al fine di poter essere ammirati dai passanti. La piazza è incorniciata da palazzi risalenti al XII e XIII sec. con relativi portici.