COMUNE DI ANCONA

La provincia di Ancona si sviluppa a partire dalla dorsale appenninica Umbro – Marchigiano, dove le vette sfiorano di poco i 900 metri: Poggio San Romualdo (936 m.), Montelago (726 m.), per continuare sino ad arrivare verso la costa, dove le altitudini scendono dai 500 metri ai 100 metri, fino a pochi metri sul livello del mare. La provincia è solcata da diversi corsi d'acqua fra i quali i più importanti: Cesano a confine con la provincia di Pesaro – Urbino, Misa nel quale si gettano le acque del Nevola, Esino che passa vicino alla città di Jesi nel quale confluisce il Riobono e il Sentino ed il Musone che attraversa in parte la provincia, ma che nasce in quella di Macerata per poi sfociare nel Mar Adriatico, fungendo da separazioine naturale fra le due province. La costa presenta sia sezioni di spiaggia, che di scogliera, nel primo caso sono presenti stazioni balneari attrezzate, mentre nel secondo caso i luoghi naturali sono lasciati incontaminati, i quali si possono raggiungere attraverso sentieri in mezzo alla vegetazione.

La città di Ancona sorge su di un promontorio alle pendici del monte Conero (572 m.), essa è capoluogo di regione e di Provincia, anche se è in grande competizione con le città limitrofe  come Senigallia, Jesi e Fabriano.















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Le tracce dell’uomo si riscontrano in questo territorio a partire dall’età del Bronzo, alcuni dei ritrovamenti di questa era sono stati rinvenuti sul monte Cardeto.
La città di Ancona fu fondata dai Greci, i quali decisero questo luogo grazie alla presenza di un'ottima insenatura naturale per l'attracco delle navi, tant'è che il porto di Ancona era già attivo nel IV sec. a.C. per il commercio dell’ambra e dei prodotti manifatturieri come la ceramica e la cosmesi.
Successivamente fu posta sotto il controllo dei Romani e nel 90 a.C. fu proclamata “municipium”. Dell’età romana restano il foro, l’arco in onore di Traiano per l’ammodernamento del porto, il tempio intitolato a Venere Apulea, le terme e l’anfiteatro.
Con la caduta dell’impero Romano, Ancona passò sotto agli Ostrogoti e successivamente ai Bizantini.
Nel X sec. la città si proclamò libero Comune, non ebbe vita facile a causa della città di Venezia che ne ostacolava i commerci via mare, mentre sulla terra ferma si scontrò anche con Federico Barbarossa, quest'ultimo sceso in Italia per ristabilire la sua supremazia dell'impero ingaggiò un assedio ad Ancona nel 1173 che durò per circa 6 mesi, dove gli Anconiani dovettero resistere duramente, fino a quando arrivarono gli alleati da parte del duca di Ferrara, riuscendo così a respingere l'attacco.
Nel ‘300 Ancona fu espugnata con l’inganno dai Malatesta, per poi essere soggiogata dal Cardinale Albornoz. Gli scontri con i territori vicini non cessarono, solo nella metà del ‘400 la città fu dichiarata Repubblica, tale situazione politica fece aumentare nel Mediterraneo l’immagine e la fama di Ancona, tanto che papa Clemente VII, che da tempo cercava di ottenere la città, vi riuscì nel 1532. Da questo momento Ancona fece parte dei possedimenti del clero, con tale avvenimento si sancì il declino di Ancona e del suo prestigio. Si dovette attendere il XVIII sec. per avere uno slancio economico della città, dovuta a Clemente XII il quale decreterà Ancona porto franco. Nel 1797 a seguito dell’invasione Napoleonica fu proclamata nuovamente la Repubblica Anconiana, ma decadde poco dopo con l'arrivo degli Austriaci, venuti in soccorso del pontefice che voleva riappropriarsi delle terre perdute.

Tuttavia nel 1860 la città fu annessa al Regno d’Italia.

Durante il periodo fascista degli anni'20 nel XX sec. la città fu oggetto di una presenza pesante degli apparati militari e al tempo stesso furono abbattute le mura per permettere una maggiore espansione del tessuto urbano cittadino. Fu creato un importante nodo ferroviario, che durante la guerra del ’15 – ’18 fu bombardato dai nemici Austriaci. Anche durante la seconda guerra mondiale Ancona subì un forte bombardamento che dilaniò gran parte della città storica, i punti focali dell'attacco erano il porto e l'arsenale, il bombardamento del 1 novembre 1943 è ricordato dalla città per la tragicità dell'evento nel quale persero la vita migliaia di persone.
Da ricordare in epoca moderna anche le calamità che si abbatterono come una mannaia sulla città di Ancona: l'alluvione del 1959, il terremoto del 1972 e una devastante frana nel 1982.

Il settore primario agricolo, ha fatto un notevole passo in avanti al fine di produrre soprattutto viti per la produzione di uve adatte per la realizzazione del Verdicchio, il quale fonda le sue origini nell'antica comunità Etrusca, da non dimenticare è anche il mercato ittico. Per quanto riguarda l'industria il settore cantieristico navale è quello che la fa da padrone, a seguire quello petrolchimiche e delle cartaie. Il porto è anche importante per il settore terziario, in quanto non solo è un punto di transito per le merci, ma anche di persone attraverso navi traghetto e da crociera.

Di notevole importanza è il turismo balneare, che richiama un cospicuo numero di turisti ad affollare le zone costiere della provincia.

La cattedrale di San Ciriaco risale al XI sec. sulle fondamenta del tempio di Venere Euplea, il quale divenne in un secondo momento nel VI sec. tempio cristiano in nome di San Lorenzo. All’interno della cattedrale si trovano le reliquie del santo patrono della città di Ancona: Giuda Ciriaco, San Liberio e San Marcellino; a questi si aggiunse il quadro raffigurante la Madonna donata alla città da un Marinaio per il salvataggio del figlio in mare durante una tempesta.

La cattedrale fu nei secoli modificata ed ampliata, attualmente presenta una pianta a croce greca, con una suddivisione dello spazio in tre navate, culminanti in altrettante absidi. Accanto al tempio si eleva il campanile. Alla cattedrale si accede mediante una scalinata che conduce al protiro duecentesco formato da una serie concentrica di archi poggianti su altrettante colonne, con le due anteriori poggianti leoni stilofori, la facciata termina con una serie di archetti pensili, tutta la struttura esterna è realizzata con la pietra bianca del Conero.
Nell'800 fu istituito il Museo diocesano dove furono collocate alcune opere preziose della cattedrale come il reliquiario di Santo Stefano e il sarcofago di Flavio Gorgoni.

Il tempio fu voluto dai Gesuiti che diedero l'incarico della progettazione a Luigi Vanvitelli agli inizi del '700, il quale operò sulle fondamenta di un precedente edificio religioso. La facciata della chiesa è rivolta verso il mare, la quale si apre con un pronao culminante in un timpano, il quale rispetto al livello della piazza è sopraelevato, difatti l'accesso alla chiesa è consentito mediante una scalinata di forma ellittica. La struttura fu realizzata su una pianta a croce latina.

La duecentesca chiesa fu eretta sulle fondamenta di un precedente edificio religioso; il tempio presenta un'unica aula con abside attorniata da otto cappelle, in oltre al suo interno furono collocate due opere pittoriche importanti: “La Crocefissione di Tiziano” e “L'Annunciazione del Guercino”, a queste fanno seguito le nove statue e dieci medaglioni raffiguranti santi. Accanto al luogo di culto sorgeva il convento che nel XVI sec. fu il luogo in cui si era instaurato il tribunale dell'inquisizione, oggi tali locali sono utilizzati dalla Guardia di Finanza.

La chiesa, che si affaccia sull'omonima piazza, fu eretta nel XIII sec. per volere del nuovo ordine stabilito in città dei Francescani, i quali oltre al tempio fecero edificare anche l'adiacente convento. La facciata presenta un portale quattrocentesco a baldacchino, con lineamenti gotici su ispirazione di Porta Carta del Palazzo Ducale di Venezia. Il portale presenta una struttura ornamentale composta da quattro edicole che accolgono altrettante statue raffiguranti i santi, mentre a sorreggere il baldacchino è una semi conchiglia posta sopra la lunetta con il Bassorilievo raffigurante san Francesco. L'interno è composto da un'unica navata.
Nel corso del '700 la chiesa e il convento furono espropriati da Napoleone prima e dallo Stato centrale del Regno d'Italia dopo, per adempiere diversi compiti, da quello militare a quello ospedaliero. Fu riaperta al culto solamente dopo il restauro avvenuto negli anni post bellici della seconda guerra mondiale, dove fu anche ricostruito il campanile crollato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Il tempio intitolata a Santa Maria si affaccia sull'omonima piazza e fu realizzato sulle fondamenta di un precedente edificio cattolico nel XII sec. in stile romanico, per poi essere modificata e ampliata nel corso del secolo successivo. La facciata è a capanna, adornata da archetti poggianti su sottili colonne, al centro è collocato il portale adornato da una serie concentrica di archi. L'interno è suddiviso in tre navate con altare maggiore sopraelevato.

La chiesa intitolata ai santi Pellegrino e Teresa, si affaccia su piazza del Senato, fu edificata per volere dei Carmelitani Scalzi nel corso del '700, il tempio fu realizzato in stile barocco con pianta circolare, sormontata da una cupola rivestita in rame. All'interno è conservato un crocefisso ligneo del XII sec. che troneggia sull'altare maggiore.

L'anfiteatro romano fu realizzato nella conca fra i monti Guasco e Cappuccini, presenta una forma ellittica composto da una cavea di tre ordini di venti gradinate, fu abbandonato nel IV sec. d.C., da questo momento la sua fu utilizzato per la sepolture di corpi, oltre che come cava dalla quale prelevare i materiali per la costruzione di palazzi e abitazioni. Con il passare del tempo fu in oltre inglobato all'interno di altri edifici, come la chiesa di San Gregorio e il convento di San Bartolomeo. L'anfiteatro fu riscoperto solo nel XIX sec. per poi iniziarono i lavori del suo recupero.

L’arco di Traiano fu realizzato nel I sec. d.C. in onore del medesimo imperatore romano, che aveva ricostruito il porto di Ancona, la struttura si innalza per 14 metri.

Il Lazzaretto di Ancona, detta anche Mole Vanvitelliana, fu progettato come un edificio militare e ospedaliero, di supporto alla struttura portuale, oltre alla funzione di messa in quarantena di persone infette. L’opera fu realizzata nel ‘700 da Luigi Vanvitelli, si presenta con un perimetro pentagonale, il quale si sviluppa attorno a un cortile interno, dove un tempo venivano collocate le merci, mentre oggi è presente un piccolo tempio dedicato a San Rocco. Attualmente i locali dello stabile sono utilizzati come ambienti per esposizione di mostre temporanee, più una sezione dedicata al Museo Tattile Omero.

La loggia dei Mercanti fu edificata per volere del consiglio degli anziani sul finire del’300, perché si voleva creare un luogo coperto dove poter effettuare le contrattazioni e scambi commerciali. La facciata è in stile gotico veneziano suddivisa in quattro sezioni da altrettante colonne, qui sono inoltre collocate le statue delle virtù del buon mercante: Carità, Fortezza, Giustizia e Speranza. I bombardamenti della seconda guerra mondiali hanno distrutto gran parte del soffitto e con esso i relativi affreschi. La loggia fu anche sede della camera di Commercio fino agli inizi del'900, per essere restaurata a seguito dei bombardamenti.

Il palazzo degli Anziani fu edificato in tempi antichi, attorno al V sec. d.C., fu rielaborato per accogliere, al tempo della Repubblica di Anconese, il Consiglio degli Anziani e la Magistratura. Fu distrutto da un incendio nel XIII sec. e ricostruito successivamente in stile romanico gotico con finestre ornate da archetti incrociati e logge ogivali. Il basamento della facciata rivolta verso il mare è realizzata con pietra bianca del monte Conero, abbellita da archi ogivali. Nel '500 venne interrata una sezione della faccia occidentale per pareggiare l'asse della piazza adiacente, un ultimo sfregio arrivò durante la seconda guerra mondiale, quanto il palazzo fu gravemente danneggiato. Il Palazzo degli Anziani fu la sede del comune di Ancona fino ai primi anni del '900, per essere utilizzato come sede della facoltà universitaria di Economia fino al 1998.

Palazzo Benincasa fu edificato per volere dell’armatore Dionisio Benincasa commissionato a Giorgio da Sebenico, per unire tutte le proprietà del committente in un unico stabile. L’edificio, edificato in laterizio e pietra bianca del monte Conero, fu realizzato su tre livelli, con la sezione del piano terra abbellita da un portale ogivale, mentre i piani superiori presentano finestre ornate da bifore. Il palazzo fu sopraelevato nel corso del ‘700, sempre in questo periodo furono affrescate alcune stanze dalla mano del Pallavicini, che raffigurò alcune vedute della città di Ancona. Dal 2008 il palazzo è divenuta la sede della biblioteca Amatori.

Palazzo Ferretti fu edificato nel '500 per volere del conte Angelo Ferretti, il quale diede l'incarico a Pellegrino Tibaldi. Di grande pregio sono gli affreschi del piano nobile raffiguranti scene della mitologie e storie di Roma nel periodo del suo splendore da capitale dell'Impero. Nel XVIII sec. il palazzo fu modificato e sopraelevato di un piano, con l'aggiunta del giardino pensile. Nel 1958 lo Stato Italiano acquistò il palazzo e lo trasformò nel Museo Archeologico nazionale delle Marche. Qui sono esposti diversi reperti che raccontano, a partire dalla preistoria, la vita nel territorio della regione Marche.

Nel XIV sec. fu trasferito in questo palazzo la sede politica della città di Ancona dopo l'incendio del palazzo degli Anziani. Il palazzo fu ampliato nel secolo successivo inglobando al suo interno anche una torre. Nel '500 fu utilizzato dal potere temporale del papato come sede dei governatori apostolici, dai quali furono apportate nuove modifiche, soprattutto alla torre medioevale, la quale fu modellata per accogliere al suo interno l'orologio. Oggi il Palazzo è la sede della prefettura.

Il palazzo del Senato, che si affaccia sull'omonima piazza, oggi ospita la soprintendenza dei beni architettonici e ambientali della regione Marche. Questo era il palazzo che nel XIII sec. ospitava il senato della città di Ancona, edificato dove un tempo sorgeva il foro Romano della città di Ancona. La facciata è abbellita da finestre su due ordini adornate da bifore. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu gravemente danneggiato, durante i lavori di ricostruzione post bellica furono ripristinate le antiche decorazioni.

Il teatro delle Muse fu eretto nel XIX sec. su progetto di Pietro Ghinelli, il quale fu reso inagibile dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e ripristinato solo nel 2002. La struttura presenta una facciata neoclassica composta da colonne reggenti il porticato, sul timpano fu realizzato un bassorilievo con la raffigurazione di Apollo e muse.

In piazza del Plebiscito fu collocata la statua raffigurante papa Clemente XII, opera realizzata in pietra d'Istria dalla mano di Agostino Cornacchini e la fontana di Pio VII opera ottocentesca di Pietro Zara. Sulla piazza si affaccia la chiesa di San Domenico, il Palazzo del Governo e il Museo civico.