COMUNE DI BRINDISI

La provincia di Brindisi è prevalentemente pianeggiante, qualche rilievo si trova avvicinandosi verso nord alle Murge, a confine con la provincia di Bari e Taranto. Non sono presenti corsi d’acqua di rilevanza, mentre citiamo il Canale Reale che da Francavilla Fontana giunge sino alla costa del Mare Adriatico, mentre nelle immediate vicinanze della città di Brindisi si trova il lago Cillarese. La provincia di Brindisi si affaccia sul mare Adriatico, i cui fondali sono bassi e sabbiosi, qui si trova anche l’oasi del WWF all'interno dell’area di Torre Guaceto.
La città di Brindisi fu fondata all'interno di una insenatura, che facilitò la nascita del porto della città. Al largo della costa si trovano le isole Pedagne, piccoli agglomerati di terreno, che attualmente sono utilizzate per scopi militari.
Brindisi divenne capoluogo dell’omonima provincia solo nei primi anni del ‘900 (1927).


















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Il territorio della provincia di Brindisi era già abitato nella Preistoria, tale deduzione si elaborò dopo il ritrovamenti di reperti nell’area di Torre Guaceto risalenti all’età del Bronzo.
La città fu una colonia greca ma di fatti fondata dai romani con il nome di Brundisium, i quali realizzarono il porto che divenne importante per le rotte verso la Grecia e l’Oriente. Nel I sec. a.C. fu elevata a Municipium. Durante l’impero Traiano fu realizzata la via Appia per collegare la città a Roma, questo diede un maggior impulso allo scambio delle merci che transitavano dal porto di Brindisi. 
La città di Brindisi fu un importante nucleo della cultura, qui nacque Marco Pacuvio e vi compose le sue ultime opere Virgilio prima di spirare.
Con la caduta dell’impero Romano la città fu distrutta dai barbari, prima dai Goti e poi dai Longobardi. Fu riedificata solo in epoca Normanna annettendola al Ducato di Puglia, mentre Federico II di Svevia vi fece costruire il castello a seguito del suo sposalizio con la regina di Gerusalemme Jolanda di Brienne, e rifece risorgere il porto dal quale partirono le navi dei crociati alla volta della Terra Santa.
In epoca Angioina la città fu potenziata difensivamente a seguito dei continui attacchi dei pirati Turchi.
Nel XV sec. divenne un possedimento di Venezia, ma nel secolo successivo passò in mano ai Borboni; i regnanti effettuarono una serie di lavori di bonifica attorno alla città, rendendola più salubre per la popolazione. Con l’annessione nel 1860 della città al Regno d’Italia e con la contemporanea apertura del Canale di Suez Brindisi fu nuovamente al centro dei commerci con direzione Oriente, in particolare verso le colonie dell’India.
Durante la seconda Guerra Mondiale Brindisi fu al centro dell’attenzione Nazionale Italiana in quanto fu per circa 5 mesi capitale d’Italia ( da settembre 1943 al Febbraio 1944) , in quanto in questa città trovò riparo dalla guerra re Vittorio Emanuele III e il Maresciallo Badoglio.

L’economia della città di Brindisi poggia principalmente sulle spalle del proprio porto, che la pone al centro dei commerci all’interno delle rotte del Mediterraneo. Il tessuto economico della città è composto da industrie del settore chimico, mentre il fertile territorio della provincia è coltivato soprattutto a vigneti, di grande rilievo è anche il ramo della pesca.
Il settore del Terziario avanzato sta prendendo piede in modo sempre più preponderante grazie al turismo balneare, che richiama turisti già dagli ultimi mesi di primavera, sino alla fine dell’estate con la chiusura della stagione nel mese di Settembre, tale struttura economica è stata incentivata anche con il potenziamento dell'aeroporto Brindisi, il quale oltre al bacino della provincia stessa, serve anche quello del Salento.

Su piazza Duomo si affacciano il palazzo della Regione risalente al ‘500 e il Duomo edificato nel XII sec. dell’antica struttura resta ben poco, a causa del terremoto nel 1743, il quale compromise l’intera struttura .
Il Duomo presenta una facciata scandita da lesene culminanti in capitelli, suddivisa in due ordini, di cui il secondo adornato da un finestrone; la struttura geometrica termina con una sequenza di quattro statue in pietra alte ognuna circa 2 metri. L’interno è suddiviso in tre navate, nel presbiterio dove è collocato l’altare maggiore si trova quel che resta del pavimento del XII sec. e il cinquecentesco coro ligneo. Sul lato sinistro del Duomo svetta il settecentesco campanile composto da due ordini con alla base un’apertura a fornice.

Adiacente al Duomo si trova l'edificio settecentesco del Seminario adornato da statue e il duecentesco palazzo Vescovile ricostruito nel ‘700 a causa dei danni riportati dopo il sisma; all’interno del palazzo è custodita l’Arca di San Teodoro d’Amasea che conteneva le reliquie del santo patrono, le quali oggi sono riposte all’interno del Duomo.

Il tempio dedicato a San Giovanni al Sepolcro risale all'epoca Normanna, il quale fu in origine la sede dell’ordine dei Templari e successivamente dei Canonici del Santo Sepolcro. La facciata è adornata da un protiro sorretto da colonne poggianti su leoni stilofori marmorei, l’interno conserva  affreschi risalenti al periodo fra il XIII e XV sec., la struttura architettonica   è realizzata su di una pianta a staffa adornato da otto colonne marmoree culminanti in capitelli.

Delle due colonne gemelle romane realizzate nel Porto di Brindisi, che indicavano la fine della via Appia, oggi ne resta innalzata solo una a causa del terremoto del XVI sec. che la fece crollare, i cui pezzi furono inviati a Lecce per essere rimodellati per la realizzazione della colonna della statua di Sant’Oronzo. La colonna svetta per 19 metri, ornata sulla sommità da un capitello, accanto è collocata un’epigrafe che ricorda il poeta Virgilio morto a Brindisi nel 19 a.C.

Il complesso trecentesco Portico fu realizzato per l’ordine dei Cavalieri Templari, oggi divenuto parte del Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo. Il portico si apre con due arcate sorrette da alti muri di sostegno e al centro entrambe poggianti su di una colonna adornata da capitello.

Il Porto di Brindisi si sviluppa dal Seno di Ponente e quello di Levante, mettendosi in comunicazione con il porto Medio attraverso il Canal Pigonat . Nel porto è presente la colonna Romana e il forte a Mare, quest’ultimo fu costruito dagli Aragonesi nel ‘400 per volere di Alfonso I d’Aragona sulle fondamenta di un convento. L’edificio militare si sviluppa su di una pianta quadra, al quale nei secoli furono aggiunti il torrione e il bastione. Percorrendo Viale Regina Margherita si giunge al monumento del Marinaio eretto in epoca fascista, in ricordo della elevazione della città di Brindisi a Provincia della Puglia, nonché alla rinascita del porto stesso come nuova porta dell’Oriente.