STORIA DELLA BASILICATA

La presenza umana all’interno di questa regione si rileva già nel paleolitico, con il neolitico iniziano a circolare nei villaggi attorno a Melfi e Matera la ceramica impressa. Con l’età dei metalli, la regione diventa un passaggio obbligato di molte popolazioni provenienti dalla Puglia e dalla Campania, le quali portano con sè anche le loro abitudini e usi che si manifestano anche nella sepoltura e nel corredo funebre, con sepoltura a grotticelle. Con la fine dell’età del Bronzo si afferma invece la cremazione del morto, questo viene a essere testimoniato dai ritrovamenti nella necropoli protovillanoviana di Timmari e da un’urna cineraria rinvenuta sulla collina di Castello di Matera. Con l’avvento dell’età del ferro, le popolazioni provenienti dall’Anatolia, discendono lungo la penisola italiana, arrivando sino al Gargano, per poi stabilirsi nella valle del Baseto dando origine alla terra dei Lyki, da cui divenne Lucania. Essi erano un popolo evoluto, avevano acquisito propri dei e avevano radicato il culto dei morti, importanti sono anche le loro conoscenze sulla pastorizia e sull’agricoltura.
Nel VIII sec. furono fondate le prime colonie Greche, fra questa ci fu Siris e a seguire quella di Metaponto
Nel IV sec. a.C. i Lucani cercano di ampliare i loro territori, arrivando a dominare su parte della Campania (zone del Cilento e del Salernitano), della Calabria (territori di Sibari e del Cosentino),
spingendosi sino ai territori della città di Taranto, aiutati dagli alleati Romani, ma in soccorso della città arrivarono gli Spartani con Archidam, che cadde nel 338 a Manduria, questo permise agli invasori Lucani di continuare il loro cammino arrivando sino ad Heraclea, ma furono arrestati e sconfitti.
Nel 291 a.C. i Lucani si ritrovano a dover lottare contro la potenza romana, che prima le era stata alleata, quest’ultima, guidata da Pirro, sconfigge i Lucani appropriandosi di Poseidonia e Pandosia, e successivamente si impadronirono di tutta la regione.
Con l’avvento di Annibale la popolazione Lucana vede la possibilità di riappropriarsi della propria indipendenza, ma una volta annientato l’invasore Annibale, tocca anche alle città ribelli che lo avevano aiutato, le quali furono rase al suolo dalla potente Roma, recando un grosso danno a tutta la regione, che fu isolata, e lasciata in decadenza.
Anche in Basilicata arrivarono i Barbari, i quali si alternarono fra Visigoti , Ostrogoti, e successivamente fu la volta dell’impero Bizantino che a sua volta fu spodestato dai Longobardi nel 568 d.C., per essere poi inglobata nel ducato di Benevento. In questo ultimo frangente iniziano le costruzioni di molte chiese.
Nell’XI sec. Melfi divenne capitale dello stato Normanno per un breve periodo, sino a quando non fu spostata a Salerno, facendo quindi scomparire l’antica Lucania.
Con la morte di Federico II la regione si trova coinvolta da prima nella guerra di successione per il potere del trono e successivamente negli scontri dei rivoltosi ghibellini. Tutte queste vicende portarono a un rapido spopolamento della regione, che fu abbandonata, tale causa provocò il ristagno della terra e l’ampliarsi delle zone acquitrinose e infette da malaria.
Nel 1799 scoppia la una rivolta anti- spagnola in favore degli ideali della Repubblica, in questa marcia moriranno molti componenti della borghesia, successivamente il potere fu amministrato dai francesi, ma le aspettative furono deludenti, in quanto non ci fu una equa distribuzione delle terre oltre a una continua disuguaglianza fra i più alti ceti sociali. Con la caduta di Napoleone, a Potenza si cerca di mettere in atto il sogno tanto sperato di una Repubblica, ma con la restaurazione del potere centrale in mano ai Borboni, tale speranza venne celata con la creazione di molte associazioni segrete. Nel 1848 i contadini insorgono per protestare contro i latifondisti e il potere centrale, per ottenere anche loro un pezzo di terreno, che fino ad allora era stato controllato solo da poche famiglie della regione. Nel 1860 venne proclamata la caduta del potere Borbonico, a seguito dell’arrivo del contingente liberatorio di Garibaldi.
Tuttavia anche questo nuovo governo si rivela fallimentare agli occhi dei contadini, i quali vedono il passaggio delle terre alla nuova classe sociale predominante, che in realtà era sempre composta dai precedenti proprietari Borboni, che per non perdere i loro averi hanno deciso di affiancarsi al fronte liberale. Tuttavia i contadini insorsero, assieme alla classe media affiancata dal clero, ma il potere centrale riuscì a rimarginare la situazione, sedando la rivolta.
Con l’avvento del fascismo la situazione degenera, in quanto la popolazione emigra verso altre regioni o altri stati esteri in cerca di un miglior tenore di vita. Una delle poche opere che vengono compiute in quegli anni è l’acquedotto, oltre a qualche strada.
Durante la seconda guerra mondiale, la regione è presa di mira dai bombardamenti, questo tuttavia non impedì alla popolazione di essere compatta assieme ai partigiani contro la cacciata dei tedeschi.
Nel secondo dopo guerra i contadini riescono finalmente ad ottenere la loro terra, ma paragonandoli al resto della penisola, sono i più regrediti e i più poveri, a causa di una classe dirigente che non è stata capace di formarsi e di dare una svolta alla regione, per potersi riprendere da tanti secoli di infecondità. Una nota positiva del XX sec. fu la sconfitta della malaria, e della bonifica dei territorio del metapontino.
Da rilevare anche fra gli eventi de 2003, un emendamento proclamato dallo Parlamento Italiano, con il quale si era deciso di trasferire tute le scorie radioattive ancora in essere delle centrali nucleari, in un sito di stoccaggio individuato nella città di Scanzano Jonico, questo portò la popolazione in subbuglio, tanto che organizzò una manifestazione di massa per protesta, alla quale parteciparono circa 100.000 persone, questo mise in allarme il Governo che ritirò nel Gennaio 2004 l’emendamento.