TERRITORIO REGIONE CAMPANIA

Il nome Campania ( dal latino “campus” = campagna), risale al V sec. a.C. quando si utilizzava per identificare il territorio appartenente a Capua (l’area nei pressi della città di Capua era identificata con il nome di “Kampanom”). Il terreno fertile e le condizioni ambientali favorevoli grazie all’influenza mitigatrice del Mar Tirreno delimitata dai monti dell’Appennino, ne mutarono il nome in Campania Felix (pianura fortunata). Il territorio era suddiviso fra due popolazioni: i Sanniti che avevano il controllo sulle terre interne e i Lucani che dominavano sulla valle del Sele e il Cilento.
Successivamente i territori furono invasi dai Romani, i quali ampliarono i confini identificandoli nell’area perimetrale che partiva da Garigliano sino ad arrivare al Matese, avendo come capoluogo Capua. Con la caduta dell’impero romano, la regione Campania fu conquistata dai Longobardi, e il territorio fu diviso in due zone: una costiera che comprendeva i territori di Gaeta e Agropoli e mantenne la denominazione di Campania, l’altra zona interna si spingeva sino al Gargano e al Golfo di Policastro. Successivamente il nome fu perduto, sino alla unificazione del Regno d’Italia, questo grazie agli autori letterari, che avevano mantenuto dalle denominazioni nel verbo scritto delle loro opere.
La Campania ha come capoluogo Napoli, ad essa si affiancano le province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno.
La regione per estensione si colloca al dodicesimo posto con i suoi 13.595 km ² di superficie, a questi vanno sommati in oltre i 62 km ² di superficie rappresentati dalle isole che le appartengono: Ischia (è l’isola maggiore, la quale conta circa 61.000 abitanti ed è una superficie di 46 km² di origine vulcanica), Capri (la cui bellezza era già rinomata in età romana) e Procida, oltre alle due isole minori Vivara (ha una superficie di 0,4 km² a forma di mezza luna, essa è disabitata in quanto riserva naturale) e Nisida (dal greco “piccola isola” ).
I confini della regione sono identificati principalmente da elementi naturali, come i corsi d’acqua: il Garigliano identifica il confine con la regione Lazio al nord ovest, il Volturno segna quello con il Molise a nord, mentre il Fortone è la barriera naturale con la Puglia est e l’Ofanto con la Basilicata a sud, mentre a ovest si trovano la zona costiera che si affaccia sul Mar Tirreno. Anche i monti formano una zona di confine come: i monti del Sannio, l’Altopiano Irpino, la Catena della Maddalena e i Monti Serralunga.
La regione Campania comprende nei suoi territori parte dell’Appennino Meridionale e di quello Lucano, nell’area geografica campana sono compresi anche zone montuose sparse, che possono essere o di origine sedimentale, ma anche di origine vulcanica.
Verso la zona costiera si diramano le pianure fluviali, che in alcune zone lasciano il posto a promontori scoscesi a piombo sulla costa, o tratti sabbiosi e pianeggianti come il Golfo di Gaeta.
Metà del territorio Campano è occupato da zone collinari (circa il 50%), circa il 34% è montuoso, mentre la restante parte è pianeggiante, quest’ultima si affaccia principalmente sul Mar Tirreno. Tra i rilievi più importanti si citano quelli presenti nella dorsale Appenninica centrale, dove si colloca il massiccio del Matese, che arriva a toccare i 2.050 metri con il M. Miletto. Un’altra sezione montuosa si colloca fra la Valle del basso Calore sino alla piana del Sele, qui si colloca l’Appennino Campano: Taburno 1394 m.; la Catena del Partenio e i monti Avella, questi si agganciano per un tratto alla Catena del M. Arciano; in fine i Monti Piceni, i quali incastonano fra loro valli e altopiani carsici. Da questi ultimi rilievi nascono i fiumi: Sele, Ofanto, Sarno e Calore. Lungo la costa continua la prosecuzione dei rilievi con i Monti Lattari, che si ergono a strapiombo sul mare, con vette che arrivano sino ai 1443 metri.
Il litorale Campano scorre per 360 km di costa, che per un terzo presenta tratti bassi e sabbiosi, l’area maggiore è individuata a nord di Napoli, nella pianura del Volturno, un altro tratto importante è quello fra Salerno ed Agropoli nella piana del Sele.
La conformazione del territorio Campano è caratterizzato da una fascia vulcanica, che comprende l’area che scende dal Lazio e si articola lungo il Tirreno, si colloca in questa anche una zona non più in attività rappresentata dall’apparato di Roccamonfina (risalente al periodo del Pleistocene), la quale si trova fra il corso del Garigliano e del Basso Volturno; la parte ancora attiva è quella che interessa le zone costiera del Tirreno, lungo la fascia partenopea (risalente a 100 mila anni fa) che culmina con il cono del Vesuvio, in questa area si trovano anche i Compi Flegrei, Ischia ed altri isole minori come Procida. Il Vesuvio si ricorda per la sua eruzione del 79 d.C., che diramò la sua furia distruttrice sino a Pompei ed Ercolano, provocando il crollo anche del Cono Vulcanico del Somma che raggiungeva i 3.000 metri di altezza, ove ora sorge l’attuale Vesuvio. L’ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944, e da quel momento l’attività del vulcano si è assopita, lasciando intravedere la sua calma apparente attraverso le fumarole. Per quanto riguarda invece l’ultima eruzione ad Ischia, la si fa risalire al 1301, che diede forma alla cupola dell’Arso.
La regione Campania è solcata dai bacini maggiori come il Volturno, del Sele, del Garigliano, e bacini minori: Sarno, Picentino, Tusciano. Il Volturno è il fiume più lungo della regione con i suoi 185 km (il quale nasce nella regione del Molise), e il Liri con 120 km, mentre il Sele è relativamente corto, solo 64 km e nasce n Basilicata, così come i suoi due maggiori affluenti: Melandro e Platano. I fiumi che invece nascono nella regione Campania e che proseguono lungo tutto il suo territorio per andare a sfociare nel Tirreno, presentano tutti la stessa caratteristica, sono brevi e questo fa si che d’inverno siano in piena per l’aumento delle piogge, mentre d’estate sono in secca, alcuni di questi sono: Lambro, Solofrone e il Bussento.
La regione Campania ha da sempre subito momenti di terrore a causa dei terremoti, molti dei quali distruttivi, alcuni dei quali trovano il loro epicentro nell’Irpinia e nel Sannio.