Comuni della Provincia
Benevento racconta di un popolo tenace e forte, che ha saputo combattere con grande vigore per difendere il proprio territorio dalle invasioni nemica: Etruschi, Galli ed in fine i Romani, quest’ultima avrà però la meglio sui guerrieri Sanniti, vincendoli e occupando i loro territori nel 275 a.C.
I Romani ampliarono l’insediamento Sannita, facendolo divenire una città chiamandola Beneventum, nel punto in cui il fiume Sàbato si getta nel letto del fiume Calore. Nell’86 a.C. la città fu elevata a municipium. La città grazie alla via Appia godette di una rapida crescita economica, grazie allo spostamento più veloce di merci e persone, in quanto questa arteria giungeva sino a Brindisi.
Con la caduta dell’impero Romano, la città fu invasa dai barbari e successivamente presa dai Longobardi, ponendola nel VIII sec. d.C. a capo di un ducato vastissimo per estensione territoriale.
Nel XI sec. la città di Benevento fu presa da Riccardo I di Anversa e da Roberto il Guiscardo e donata al papa. La città di Benevento divenne territorio pontificio, per essere successivamente integrata nel regno di Napoli, ma il potere continuava ad essere amministrato da in vicario papale fino al 1860 anno in cui divenne parte integrante del Regno d’Italia. Furono secoli di calma apparente, dove l’economia era in stallo e la città in affanno, in quanto la popolazione stremata dalla tassazione, carestie e flagellata da catastrofi naturali, emigrava verso altri luoghi. Nel 1806 Napoleone Bonaparte mise come reggente delle terre del Benevento Charles Maurice de Talleyrand, ma dopo la restaurazione i territori tornarono nuovamente allo stato pontificio.
Dopo l’annessione al Regno d’Italia si fecero molti progetti per riportare un attivo in bilancio per l’economia di Benvento, il settore agricolo fu incentivato mediante la coltivazione di tabacco e cereali, mentre l’industria entrò prepotente nel comparto alimentare: dolci e liquori.
Nel 1222 fece la sua comparsa in città San Francesco d’Assisi ed in suo onore fu edificata la chiesa a lui intitolata, la quale nel XIX sec. fu utilizzata come caserma.
Non fu risparmiata nemmeno dai bombardamenti del 1943 dagli aerei alleati che la rasero al suolo, lasciandosi dietro una scia di sangue in tributo di vite umane fra la popolazione civile.
Il clima di Benevento è prettamente continentale, con inverni freddi e piovosi, dove sono frequenti le comparse di nebbie. Le estati al contrario sono calde.
ECONOMIA
Ancora oggi l’economia della provincia è basata prettamente sul sostentamento del settore agricolo, ove le colture sono prettamente basate su: oliveti, viti e tabacco.
Per quel che concerne il settore secondario il tessuto industriale è prettamente composto da piccole e medie imprese artigiane. Fra queste spuntano anche quelle relative all’industria alimentare, con maggior interesse per la produzione di torrone e pasta. A queste fanno seguito industrie del settore tessile, metalmeccanico e lavorazione del legno.
La città di Benevento attualmente sta elaborando un nuovo piano che le consenta di poter crescere soprattutto nel settore del terziario avanzato, con grande interesse per il comparto del turismo, volto non solo alla conoscenza storica della città, ma ai servizi che ruotano attorno ad esso, soprattutto in campo eno-gastronomico.
La facciata della cattedrale duecentesca fu modificato in stile neoclassico nel XIX sec. , ricoperta di marmo bianco suddivisa in due ordini solcati da quattro colonne, il portale presenta battenti con bassorilievi raffiguranti storie della fede ad Avellino, a chiudere il prospetto del portale è la lunetta con il bassorilievo dell’”ultima cena”, mentre ai lati si trovano nicchie con all’interno statue di santi. Accanto svetta il campanile edificato in stile romanico, con la base composta da frammenti e materiale provenienti da edifici romani. All’interno lo spazio è suddiviso in tre navate realizzate su di un impianto a croce latina, con cappelle laterali, ove la sezione centrale è sormontata da un settecentesco soffitto a cassettoni. A sinistra del transetto si trova la cappella di San Modestino, ove sono custodite le reliquie del santo fondatore, nell’abside si trova il coro ligneo del XVI sec. intagliato con raffigurazioni evangeliche, nella cripta suddivisa in tre piccole navate sorrette da colonne, chiamata anche chiesa normanna dell’Addolorata, nella quale furono aggiunti intonaci e stucchi settecenteschi.
Il santuario si trova avvolto all’interno si una vegetazione rigogliosa. Il santuario risale al XII sec. quando il pellegrino Guglielmo da Vercelli, in viaggio verso la terra Santa, deciso di fermarsi su questo colle dal quale la vista spazia su tutta la conca avellinese, giungendo sino a lambire il Golfo di Napoli. Il santuario fu dedicato alla Madonna. Ancora oggi sono migliaia i pellegrini che si riversano presso il santuario per venerare la Vergine. Accanto al santuario fu in oltre eretto il monastero sede dell’ordine monastico verginiano.
La basilica si compone di due edifici, la chiesa vecchia dove si trova il seicentesco altare maggiore realizzato in madreperla e lapislazzuli e il ciborio marmoreo posto nella cappella dei SS Sacramento sormontato da un baldacchino duecentesco. Dalla chiesa vecchia si accede al nuovo edificio edificato nella seconda metà del ‘900 in stile romanico, sull’altare maggiore fu posta la Madonna di Mondoverine: “Madonna Schiavona” realizzata nel ‘200 da Montano d’Arezzo. In oltre in questa nuova sede, all’interno della cripta, è custodito il sepolcro di Guglielmo da Vercelli.
Adiacente alla basilica si trova in oltre il Museo, dove sono stati collocati pezzi importanti come il crocifisso del XIII sec., dipinti e paramenti sacri. In oltre all’interno del percorso museale è stato incorporata mostra del permanente del Presepe, i pezzi di questa mostra coprono un arco temporale dal XVII fino al XXI sec.
Corso Vittorio Emanuele II è la zona "cool" di Avellino, dove si trovano i più bei negozi della zona e dove la gente e i ragazzi si ritrovano per la pre serata. Sul Corso si affaccia il settecentesco palazzo Caracciolo, residenza dei principi di Avellino.
Su piazza Amendola si affaccia il medioevale palazzo della Dogana, la torre dell’orologio, mentre al centro della piazza troneggia l’obelisco in onore di Carlo II opera di Fanzago.
Il museo Provinciale Irpino si compone di una collezione che ricopre il periodo dal XVII al XIX sec., suddiviso tra sezione dalla preistorica all’età Romana grazie alla collezione Zigarelli, una risorgimentale, arte moderna ecc… una parte dedicata alle porcellane e alla sezione numismatica di monete appartenenti all’età imperiale romana.
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