REGIONE SICILIA

La regione Sicilia è l'isola più estesa del Mediterraneo, la prima regione per estensione a livello Italiano, la settima in ordine di grandezza in Europa, mentre a livello mondiale è al quarantacinquesimo posto. La città di Palermo è sia capoluogo di provincia che di regione, le altre province della regione sono: Agrigento, Caltanisetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa, Siragusa e Trapani.

La Sicilia a nord è bagnata dal mar Tirreno, a est dallo stretto di Messina e dal Mar Ionio, e a sud è divisa dall’Africa dal Canale di Sicilia, la distanza fra Capo Bon in Tunisia e la Sicilia è si soli 140 Km. La costa a nord si presenta alta e frastagliata, ricca di insenature e golfi, di questi ricordiamo quello di Castellammare, Palermo, Termini Imerese, Patti e di Milazzo. Nel lato ad est la costa si presenta varia e a tratti ghiaiosa, ricca di sedimenti lasciati dallo scorre dei fiumi, è il caso di: Alcantara e Riposto. Percorrendo il litorale verso Catania ci si accorge di come la costa cambi, divenendo più frastagliata fino ad arrivare a una conformazione di fiordi, tra questi il più noto è quello di Brucoli. Verso sud la costa diventa bassa e sabbiosa con un’unica rientranza verso il Golfo di Gela.

I fiumi della Sicilia hanno una breve percorrenza, quelli a nord sono chiamati fiumare, i quali presentano soprattutto caratteristiche torrentizie d’inverno, mentre in estate sono in secca. Il fiume più lungo della Sicilia è l’Imera Meridionale, a seguire per importanza troviamo Alcantara, Simeto, Anapo, Torto, Imera settentrionale, Oreto, Gela, Salso e Platani.


Per quanto riguarda i laghi, quelli naturali non ne esistono quasi più, tranne uno: il lago di Pergusa, che però nei mesi estivi è in secca. Con la realizzazione delle dighe, si sono creati nuovi laghi artificiali: lago dell’Ancipa, Pozzillo (che è anche il maggiore dell’isola), Arancio, Piana degli Albanesi e quello di Ogliastro.

Il territorio della Sicilia è prevalentemente collinare, mentre solamente il 14% è pianeggiante e circa il 20% montuoso, quest’ultimo si compone di tre catene montuose: Peloritani, Nèbrodi e le Monie. I primi sono una continuazione dell’Appennino Calabro, i Nèbrodi hanno la caratteristica di essere molto boscosi, mentre le Madonie hanno una consistenza calcarea, questo favorisce il fenomeno carsico dell’infiltrazione delle acque nel terreno. Le vette più alte sono l’Etna con i suoi 3.323 metri, a seguire troviamo il monte Pizzo Carbonara (1979 m.) che si trova nelle Madonie, monte Cammarata (1578 m.) appartenente ai rilievi dei monti Sicani, Monte Cuccio (1050 m.) all'interno dei monti di Palermo.

Nella provincia di Agrigento, più precisamente nella riserva Naturale di Macalube di Aragona, si verifica un fenomeno molto particolare, quello del vulcanesimo sedimentario, ovvero piccoli vulcani di fango eruttano terreno argilloso misto a gas metano, avvolte tale fenomeno può verificarsi anche in modo violento, con esplosioni di materiale anche a una notevole altezza. Lungo la fascia tettonica, si trovano molti fenomeni vulcanici, i più importanti sono quelli dell’Etna, dello Stromboli e di Vulcano.

Questi tre vulcani hanno un’attività fra loro diversa, il primo alterna a periodi di calma apparente a momenti di eruzioni di lava basaltiche, il secondo ha continue eruzioni, mentre l’ultimo erutta con particolare violenza dopo lunghi periodi di calma. Questi fenomenici vulcanici portano anche alla nascita di nuove terre, come nel caso dell’isola di Ferdinandea la quale nacque dell’800 a seguito di questi fenomenici vulcanici. Tutt’attorno alla Sicilia si propagano molte isole ed arcipelaghi, fra le isole minori le più importanti sono: Pantelleria, Lampedusa, Linosa, mentre per quanto riguarda gli Arcipelaghi troviamo: le Eolie (anche denominate Lipari), Ustica e le Egadi.

Due particolarità che non molti sanno: l'isola di Malta sino al 1798 era sotto il dominio della Sicilia, ma una volta occupata da Napoleone Bonaparte fu tolta al controllo del regno, e le Isole Pelagie, le quali sarebbero geograficamente dipendenti dalla Tunisia, ma politicamente fanno parte dello Stato italiano.
Il nome Sicilia si può individuare dalla radice indoeuropea: “sik” che vuol dire: "crescere velocemente" o "abbondanza". Tuttavia il nome lo si riscontra a partire dai poemi Omerici, in quanto queste terre nell'antichità erano terra dei Sicuki o Sicani, da tale denominazione si fa risalire il nome di Sicilia.

La Sicilia è una regione a Statuto Speciale, secondo quando esplicitato dall’art.116 della costituzione italiana, ad essa sono assegnate autonomie sia in campo amministrativo che finanziario. L’organo legislativo è rappresentato dall’Assemblea Regionale siciliana, quello esecutivo invece spetta al Presidente della Regione assieme a 12 assessori regionali che formato la Giunta di Governo. Il presidente della Regione Sicilia dal 2001 non è più eletto dall’Assemblea Regionale, ma direttamente dai cittadini siciliani. Lo statuto Speciale rende la Sicilia non vincolante a determinate materie su cui lei stessa può legiferare in autonomia, come nel caso dei beni culturali, pesca, agricoltura, enti locali, territorio, polizia forestale e turismo. C’è da aggiungere che le imposte riscosse alle persone fisiche e giuridiche operanti sul territorio siciliano, sono da confluire tutte alle casse della Regione Sicilia, ad essa in oltre spetta un fondo di solidarietà che lo Stato Italiano deve elaborare in base a un piano quinquennale, così come espresso dalla stessa Costituzione.

Il reddito pro capite per un terzo dei Siciliani è sostenuto dalle casse dell'INPS, questo a causa di molte scelte sbagliate che non hanno spinto il volano dell’occupazione, ma si è preferito tamponare tramite strumenti dell’assistenzialismo, a questo si affianca anche il pubblico impiego, dove invece registra un soprannumero di lavoratori rispetto a quelli che occorrerebbero veramente.

INDEX

PROVINCE DELLA REGIONE


La regione Sicilia era già abitata nell'era Paleolitica, grazie alla scoperta di graffiti all'interno della grotta dell’Addura in provincia di Palermo, a questi si aggiungono i resti di utensili in terra cotta relativi all'età del Bronzo scoperti sulle isole Eolie.

La colonizzazione della Sicilia da parte dei Greci fu dovuta soprattutto per la sua posizione geografica, fulcro fondamentale per le rotte commerciali in tutto il Mediterraneo. I primi colonizzatori furono i Calcidesi che fondarono Naxos (attuale Nasso), mentre Siracusa fu fondata dai Corinzi nel VIII sec. a.C.,  in successione tutte le altre città: Zancle (Messina), Catania e a partire dal VII sec. Akragas (Agrigento) e Selinunte. In seguito arrivarono i Cartaginesi, i quali fondarono Panormo (Palermo). I greci si impossessarono della Sicilia attorno al VII sec. a.C., la colonia inizialmente era sotto il controllo di un governo oligarchico, l'economia era impostata principalmente sull'agricoltura e dai commerci con le popolazioni del mediterraneo, successivamente la colonia siciliana fu autorizzata anche a coniare moneta. Con il passare del tempo nacque iniziarono a sorgere le prime lotte interne per cercare di rendere la Sicilia indipendente, questo periodo vide al potere un susseguirsi di tiranni, alcuni portarono solo violenza, altri resero magnifiche le città siciliane. Importanti furono due personaggi: Ducezio nel V sec. e Euno nel II sec. a.C., essi si proclamarono re di Sicilia, ma esprimevano effettivamente il loro potere come tiranni. Dalla Grecia fu inviata una imponente flotta per riportare l'ordine e la supremazia sull'isola, ma furono sconfitti da Ducezio, il quale riuscì a contrastare l'armata greca. Nel 409 i Cartaginesi, approfittando del conflitto con la Grecia, conquistarono da prima Selinunte e poi Agrigento, ma furono successivamente sconfitti e cacciati dall'isola. Tuttavia i Cartaginesi, restarono nell'ombra per qualche tempo, in attesa di nuovi scostamenti del potere centrale, per poi tornare alla ribalta. Il momento fu propizio con lo scontro con la grande potenza emergente di Roma. Il territorio siciliano fu il campo di battaglia fra le due fazioni rivali, che si contendevano il territorio, dando inizio nel 270 a.C. alla prima guerra Punica. I Romani erano affiancati da Messina, mentre i Cartaginesi da Siracusa, le due fazioni si scontrarono su vari campi: Milazzo, Palermo e Trapani, e la vincitrice fu sempre la fazione romana, la quale conquistò l’isola, che divenne la prima provincia dell'impero. Nel 218 scoppiò la seconda guerra Punica, durante la quale si susseguirono una serie di ribellioni da parte dei siciliani verso i romani, ma non furono sufficienti per impedire al console Marcello di ristabilire l'ordine. Questo evento sarà molto negativo per l'intera Sicilia, in quanto fu trasformata in area tributaria e la cittadinanza di Agrigento venduta come schiava. Solo nel 212 d.C. I siciliani riuscirono ad ottenere dall'imperatore Caracalla la cittadinanza romana. 

Con la caduta dell'impero romano, l'isola fu in seguito conquistata dai barbari e dai bizantini nel 535 d.C., questi ultimi la dominarono per circa tre secoli, con una certa indipendenza da Costantinopoli, la quale riscuoteva ingenti tasse come tributo per l'impero. Allo sgretolamento dell'impero Bizantino nel 500 d.C. gli arabi iniziarono la loro conquista dell'isola, i quali detennero il potere fino al X sec., quando giunsero sull'isola i Normanni. Con l'ascesa al potere di Federico II, figlio di Enrico IV,  un uomo di grande cultura, iniziò un periodo fiorente, egli istituì la scuola di poesia siciliana e l'università di Napoli; sotto la sua guida il regno fu governato da una efficiente burocrazia, tanto da non dover mai scendere a compromessi, questo lo portò ad entrando in conflitto con il Papa Gregorio IX che lo scomunicò. Tuttavia Federico II per cercare la benevolenza del pontefice partecipò alla VI crociata, riuscendo con la diplomazia ad ottenere la resa di Gerusalemme. A Federico II succedete il figlio Manfredi, che continuò a governare seguendo le orme del padre. Il Papa Urbano IV scatenò una guerra muovendogli contro la Francia governata da Carlo d'Angiò, il quale riuscì a sconfiggere Manfredi, incoronandosi re di Sicilia nel 1266. Con l'avvento degli Angioini iniziò una fase di oppressione, soprattutto a causa delle ingenti tasse che la popolazione doveva pagare. Questa situazione di degrado causò molte insurrezioni, tutte represse con violenza, che portarono allo sterminio di molte cittadine, e molti nobili furono spogliati dei loro possedimenti. Nel 1282 il malcontento era scoppiato nei famosi Vespri Siciliani, riuscendo a cacciare da Palermo i soldati Francesi, per proclamare re di Sicilia Pietro III d'Aragona. Con la pace fra Angioini e Aragonesi nel 1302 a Caltabellotta, si sentenziò il passaggio a quest'ultimi del controllo della Sicilia. La casata Aragonese emanò leggi a favore della popolazione, per difenderla dal potere feudale e fiscale, proclamando anche la formazione del primo Parlamento in Europa, al quale partecipavano i nobili, membri del clero e una rappresentazione delle città non feudali. Tutto questo era stato costruito per non permettere ai nobili feudatari di poter prevaricare il potere del Re, ma questo progetto decadde, così come tutta la Sicilia. Nel '500 giunse il dominio spagnolo, che si manifestò sul territorio in tutta la sua durezza, oltre al tribunale dell'inquisizione, stabilendo un periodo di terrore. La decadenza colpì anche i commerci a seguito dello spostamento delle rotte commerciali verso l'Atlantico, a seguito della scoperta delle Americhe. Il XVII sec. fu un susseguirsi di eventi catastrofici per la popolazione siciliana a causa della pestilenza che colpì la città di Palermo nel 1624 e la successiva eruzione dell'Etna nel 1669, a questi eventi si aggiunse il terremoto del 1693. Il malcontento della popolazione contadina verso i baroni era tale da far scoppiare molte rivolte, che portarono il potere a oscillare nelle mani di diversi sovrani. Nel 1718 la Sicilia andò nelle mani dell’imperatore Austriaco, così come era stato sancito dalla pace di Utrecht nel 1713, a seguito della guerra scoppiata con il regno di Spagna. Tuttavia il potere austriaco non durò a lungo e nel 1734 Carlo di Borbone tornò in possesso della Sicilia.


Il settore primario della regione Sicilia è ancora quello trainante, le maggiori coltivazioni sono quelle di cereali, frumento e grano duro; importante è anche la coltivazione di oliveti, che permettono la produzione di olio di grande qualità, a questi si affiancano anche gli alberi da frutto come i Kaki, mandarini, aranci, limoni, pompelmi, kiwi, mango, banane e fichi d'india. Fra gli ortaggi troviamo: pomodori pachino, legumi, pistacchi (pregiati sono quelli di Bronte), e i carciofi che fanno della Sicilia il primo produttore Europeo. Molti di questi prodotti sono entrati nelle liste DOP, come decreto ministeriale, per salvaguardare il prodotto tipico del territorio.
Altro grande pilastro di questo settore è la coltivazione di vite, dalla quale si ricavano liquori di alta gradazione alcolica, tali prodotti a partire dagli anni '90 hanno iniziato ad essere commercializzati anche all'estero, tra i vini e liquori più noti D.O.C. troviamo: Corvo di Salaparuta, Marsala, Moscato di Pantelleria, Malvasia di Lipari, Nero d'Avola e lo Zibibbo. Un altro segmento parallelo alla coltivazione è quella della floricoltura in serra soprattutto di Orchidee, questo grazie anche al clima caldo-umido, mentre troviamo delle piantagioni di cotone nella piana di Gela. L'allevamento è presente in modo radicato, soprattutto quello di ovini, caprini ed equini, mentre nell'ultimo periodo si è andato espandendo quello dei bovini. Fino alla seconda metà dell’800 la Sicilia era anche una esportatrice della seta, grazie all’allevamento del baco, rendendosi il primo produttore nel Mediterraneo, facendo quindi grande concorrenza alla Cina, ma tale attività fu bloccata dal governo per favorire l’indotto dell’industria manifatturiere del nord – est. La pesca è estremamente importante per la Sicilia e vede su tutto il territorio costiero impegnate grandi flotte di pescherecci, fra i quali quelli più importante sono quelli di Mazara del Vallo, Licata, Sciacca, Pozzallo e Porto Empedocle. Il prodotto del pescato è composto da pesce spada, tonno, sardine e sgombri, accanto alla pesca tradizionale, soprattutto nelle zone di Trapani e Messina, è attiva la itticoltura di: spigole, tonni, orate e anche ostriche.
Il settore estrattivo vede in prima posizione i pozzi petroliferi sparsi nelle zone costiere dell'isola Siciliana, i più importanti sono stati scoperti nella zone di Ragusa e Gela, a questi si affiancano anche i pozzi di gas naturale. Sino all’unificazione d’Italia, in Sicilia era molto fiorente l’estrazione di Zolfo, ma agli inizi del ‘900 si dovette interrompere in quanto i costi erano troppo elevati e lo stesso prodotto era importato dagli USA, dove lo si ricavava a costi molti più bassi. Un altro materiale che si estraeva in queste terre era l’Allume, tale attività fu bloccata dal governo centrale Piemontese subito dopo l’unificazione d’Italia a favore delle cave francesi.
Il comparto industriale è specializzato soprattutto nei settori: chimico petrolifero ed energetico, a questi si aggiungono il settore auto, con lo stabilimento di Termini Imerese e quello per componenti elettronici della STM microelectonics a Catania.
Il settore terziario è ben impostato verso il turismo, il quale è il volano per l’economia della regione, in quanto sul suo territorio si trovano immense ricchezze storico - culturali ed ambienti. Per arrivare a questo scopo furono stanziati anche aiuti Europei, per migliorare le strutture ricettive dell'isola. Importate attrazione turistica sono i siti archeologici: Valle dei Templi, Selinunte, Morgantina, a questo si devono aggiungere le riserve naturali e marine. L’UNESCO ha proclamato patrimonio dell’umanità molte opere presenti nell’isola:
_ Villa del Casale di Piazza Armerina
_ Valle dei Templi di Agrigento
_ Le Isole Eolie
_ I comuni di Caltagironi, Militello in Val di Catania, Catania, Modica; Ragusa, Scicli, Palazzo Acreide e Noto.
_ Il centro storico di Siracusa
_ La Necropoli di Pantelleria
Grande importanza nella sponsorizzazione della Sicilia sul fronte turistico, proviene senza dubbio anche dalle sue coste, che sempre più si stanno ripulendo, al fine di ottenere le tanto ambite bandiere blu, che vengono assegnate sia da lega ambiente che dall'Unione Europea. L'assegnazione di queste bandiere deriva non solo dalle acque cristalline che circondano l'isola, ma anche dall'insieme dei servizi che una determinata area riesce ad offrire al turista. Fra tutte si innalza l'isola di Ustica, seguita da Lipari e Pantelleria, ma anche le spiagge di Noto e Capo Passero non sono da meno. Alcune località invece sono preferite per le loro bellezze naturali, dove la mano dell'uomo sembra non essere passata, è il caso delle piccole isole: Alicudi, Linosa, Marettimo e Filicudi. Il turismo costiero offre anche varie possibilità di scelta fra immersioni e sport acquatici come il surf, vela, sci nautico e canoa. Negli ultimi anni si è sviluppata anche una nuova forma di turismo, quello termale agglomerato ai centri benessere che oltre a curare le patologie, svolgono anche la funzione di terapie del corpo, come ad Acireale, dove si sfruttano le proprietà organolettiche della cenere vulcanica sciolta nelle acque sulfuree.
Ovviamente accanto alla cultura del benessere del corpo si deve anche accostare il mangiare e bere cose sane e genuine, questo principio ha visto la nascita di molte aziende agrituristiche e vinicole, che sono state realizzate all'interno di antichi cascinali e masserie.

Il trasporto su gomma (stradale) è quello meglio strutturato, infatti assorbe da solo l'80% dei trasporti di persone e merci. La regione Sicilia è quella che ha sul suo suolo la maggior quantità di strade, alle quali si aggiungono i 600 Km di autostrade; mentre i trasporti su rotaia risalgono agli inizi del secolo scorso e sono composti da un unico binario, in tutti questi anni non sono mai stati potenziati, mentre le tratte a doppio binario sono solamente: Messina – Palermo, Messina – Catania – Siracusa. Attualmente sono in corso alcuni lavori per ammodernare tali strutture, ma gli stanziamenti fatti non sono sufficienti.
Il settore aeroportuale della Sicilia è uno tra i più all’avanguardia d’Italia, questo dovuto principalmente al fatto che lo spostamento tramite aereo è molto più veloce rispetto a quello su strada, soprattutto in quanto la Sicilia è un’isola e la sua distanza dai capoluoghi del nord, rende l’aereo il mezzo più veloce per raggiungere tali destinazioni commerciali e finanziarie. Tale mezzo è anche utilizzato principalmente dai turisti, flusso importantissimo per l’economia dell’isola. Il servizio aereo è smistato attraverso due aeroporti internazionali, quello di Catania (Vincenzo Bellini) e quello di Palermo (Falcone e Borsellino), a questi si affiancano altri tre aeroporti di linea quali quello di Trapani, Lampedusa e Pantelleria, in oltre ad Enna è attivo un idroscalo per i mezzi aereo anfibi.

Nell’ambito portuale i maggiori centri si trovano a Catania, Palermo, Messina, Trapani, Gela e Augusta. Il porto di Catania, per le sue origini naturali, è il più grande porto commerciale e militare, dove si trova da sempre l’arsenale; a seguire troviamo quello di Palermo, importantissimo non solo come scalo turistico e croceristico, ma soprattutto commerciale, esso è uno fra i primi porti del Mediterraneo.
Un'impresa non da poco sarà la realizzazione del Ponte sullo stresso di Messina, che metterà in collegamento la terra ferma (costa calabrese) con l'isola di Sicilia. Questa costruzione di ingegneria, la quale fu approvata dall’allora governo Berlusconi III nel 2008 per poi essere accantonata, mentre è stata nuovamente portata alla luce dal governo Meloni (2023); l’opera in questione sarà unica al mondo, il progetto prevede la costruzione di un ponte lungo 3.300 metri, che sarà sorretto da un'unica campata. Questa opera servirà per incentivare lo spostamento delle persone che dalla penisola vogliono raggiungere l'isola e viceversa, senza alcun impedimento da parte delle condizioni atmosferiche o dei trasporti marittimi, che attualmente consentono il passaggio sia degli autoveicoli che dei treni. L'unico problema da risolvere sarà quello geologico, in quanto non si comprende come il ponte non possa subire, nel corso del tempo, eventuali scostamenti strutturali, dovuti allo spostamento delle due placche continentali, quella Europea, sulla quale si trova la regione Calabria e quella Africana sulla quale si trova la regione Sicilia, quest'ultima tende a spingere contro quella Europea, andando a scivolare al disotto della faglia di contrasto, causando quindi uno spostamento dell'isola verso la placca Europea.

La regione Sicilia subisce nella cultura gastronomica l’influsso del mare, come elemento base della materia prima per la cucina, oltre all’influenza dei popoli invasori. Simbolo di abbondanza e di prosperità è sicuramente l’ulivo, dal quale si ottiene l’olio extravergine, unguento di guarigione e ricco di sapore.
Le farine sono il seme primario di ogni popolo, attraverso la quale si producono pane, focacce e le varie tipologie di paste. Il pane è il simbolo della spiga, della prosperità e dell’abbondanza di ogni produzione agraria, in Sicilia la produzione del pane ha una radice molto radicata nella tradizione, come il pane Cunsato (ovvero condito) e il pane ca’Meusa (un crostino con all’interno dell’impasto la milza).
La pasta è il piatto da portata principale, il quale si arricchisce con diversi sughi e prodotti, come la classica pasta con le sarde, la pasta al forno e la pasta alla Norma con melanzane e ricotta.
Gli ortaggi in questa cucina diventano essenziali, così la melanzana diventa una delle regine dei ricettari siciliani, con la quale si realizzano diversi piatti famosi in tutto il mondo: la celebre Parmigiana e la caponata di melanzane. Sempre con gli ortaggi si ottengono conserve e prodotti sott’olio da assaporare durante tutto l’anno.
I prodotti del mare sono pietanze di primordine, nella loro semplicità si racchiudono sapori eccelsi, come le Sarde a Beccafico cucinate con pangrattato, limone e pinoli. Molte sono le ricette dal sapore del mare, in esse si utilizzano: il tonno, alici, pesce spada, polpi, gamberi, ma anche molluschi come le cozze.
Le carni hanno un loro rilievo all’interno dell’isola, ma tuttavia non sono consumate in grande quantità come nel resto della penisola, anche se le ricette sono sempre ben elaborate come il Falsomagro un rotolo di carne di vitello con un ripieno di formaggio prosciutto e uova, oppure gli Involtini alla Palermitana con il ripieno di pangrattato, uva passa, pinoli, formaggio e cipolla. Gustosi sono anche gli arancini di riso i quali hanno un ripiego di carne, piselli, prosciutto e formaggio, che vengono fritti nell’olio.
Anche la pasticceria dell’isola è unica e inconfondibile, partendo dalla frutta Martorana, passando per i Cannoli Siciliani, alla Cassata, al gelo di Melone, fino ad arrivare alle estive granite (soprattutto di caffè o mandorle) e al gelato, gusto autentico quello realizzato con il pistacchio di Bronte.
Anche i vini isolani hanno iniziato ad aprirsi uno spazio nel mercato internazionale, fra questi citiamo: il Nero d’Avola, il rosso dell’Etna, il Corvo, l’Alcamo, il Moscato di Noto, il passito di Pantelleria e il Malvasia delle Isole Lipari. Un occhio di riguardo invece ha il Marsala conosciuto a livello internazionale.

La vegetazione della regione Sicilia è differente a seconda dell’area geografica dell’isola. Lungo la fascia costiera troviamo la caratteristica macchina mediterranea, mentre verso l’interno si accentua sempre di più il fenomeno della prateria e aree desertiche. Fino agli 800 metri la flora è composta da piante di mirto, leccio, cisti, erica arborea e ginestra, salendo nella fascia di altitudine fra gli 800-1000 metri si trovano la rosa canina, gigli selvatici e i sorbi. Al di sopra di questa altitudine si trova la quercia, rovere, cerro e roverella.
Fra i molti mammiferi che popolano l’isola troviamo l’istrice, il ghiro, il gatto selvatico e il moscardino. Nella zona circostante l’Etna si trova la volpe, la lepre, il riccio, il coniglio e il pipistrello. Purtroppo il bracconaggio nel corso dei tempi ha portato oramai alla soglia dell’estinzione di alcuni animali fra cui il lupo, il cervo, il capriolo, il daino, cinghiale, grifoni e gufo reale. Attualmente si sta cercando di creare un Habitat per alcune di queste specie nelle Madonie, attraverso un progetto di ripopolamento. A tale scopo furono creati anche quattro parchi Nazionali: Nebrodi, Etna, Madonie e il Parco Fluviale dell’Alcantara, a questi furono affiancate molte riserve naturali, aree marine e zone umide protette. Sull’isola sono presenti pochi rettili, ma fra questi c’è anche la vipera e la testuggine comune. Per quanto riguarda gli uccelli troviamo diverse specie: lungo la zona orientale risiede lo sparviero, la poiana, il gheppio, l’aquila reale, il falco pellegrino, il merlo acquaiolo, beccaccia, il martin pescatore, il corvo imperiale, l’upupa, l’airone cenerino e il cavaliere d’Italia. Spostandoci a occidente si trovano cinciallegre, picchi muratori, merli, picchi rossi maggiori e occhiocotti. Durante il corso della storia la Sicilia ospitò sul suo territorio anche animali africani, come ippopotami, leoni, rinoceronti, bisonti ed elefanti, come testimoniano alcuni resti fossili dell’era del quaternario.

Il clima della Sicilia è prettamente mediterraneo, con inverni miti ed estati calde, l’isola è molto influenzata dalle correnti calde africane, che durante l’estate spirano verso il continente rendendo il periodo estivo torrido arrivando a toccare anche punte oltre i 40°C. Nelle zone interne della Sicilia l’estate risulta secca e ventilata, mentre lungo le coste si ha una maggiore percezione di umidità, anche se non afose. Le piogge cadono fra ottobre e marzo. Questa mancanza idrica durante tutto il corso dell’anno, porta al verificarsi di siccità durante il periodo estivo. Per risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico, si sono costruiti ben 23 bacini artificiali e diversi impianti dissalatori, ma purtroppo anche se le tubazioni servono quasi tutta l’isola, non sono sufficienti queste misure per poter consentire a tutti i siciliani di poter avere l’accesso all’acqua durante l’anno. Nel periodo invernale è difficile che la neve cada sulle coste, mentre è abbondante sui rilievi , fra le città imbiancante troviamo: Ragusa, Caltanissetta ed Enna.

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