COMUNE DI ORVIETO

Il comune di Orvieto si trova nella provincia di Terni, la città fu costruita su di una rupe costituita da pietre di tufo. Le vie della città sono rimaste pressoché quasi immutate rispetto a quelle del XII e XIII sec., alcune delle quali sono strette ed anguste. Tuttavia la posizione strategica del luogo non ha portato sviluppi in campo economico – commerciale o nelle comunicazioni; la cittadina è rimasta ancora all’economia artigianale fatta di piccole botteghe dove si praticano ancora oggi gli antichi mestieri, come ad esempio la lavorazione del vetro, cuoio, oro, legno, ferro battuto e il merletto. 

Di notevole importanza per la città è il settore turistico ed enogastronomia, dove assieme al sapore del cibo, si riscoprono le antiche origini e tradizioni locali, anche attraverso i cortei storici, come quello del Corpus Domini o il Palio dell'Oca.

Di notevole risalto internazionale è l'Umbria Jazz Winter, che Orvieto ospita ogni anno, alla quale è associata la degustazione dei prodotti tipici, che rende questo evento invernale ancora più caldo e conviviale.

Orvieto è stata una città al centro dei riflettori cinematografici a partire dall'inizio del '900 con il film "Treno Popolare" del regista Raffaello Matarazzo, nell'immediato dopo guerra Orvieto fu nuovamente il palcoscenico per il film "Vivere in Pace" del 1947 del regista Luigi Zampa, vincitore di due nastri d'argento, oltre a essere premiato a New York come migliore pellicola straniera. Luigi Zampa tornò nuovamente ad Orvieto per girare un altro film " La Contestazione" nel 1971.

Si susseguirono altri set cinematografici: "San Michele aveva un Gallo" nel 1970 e "Kaos" nel 1984 dei fratelli Taviani, i quali torneranno nel 1998 per girare "Tu Ridi". Nel 2000 fu la volta del set "Il Grande Botto " e l'anno successivo "I Cavalieri che fecero l'impresa" con l’attore Raoul Bova; fino ad arrivare a quando le strade di Orvieto furono utilizzate per girare la Fiction di Canale 5 " Il Bello delle Donne".



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STORIA

Ad Orvieto furono ritrovate numerose tracce etrusche, tra il VIII e VII sec. a.C. la città era amministrata in una struttura oligarchica, questo non frenò l’espandersi dei commerci, grazie soprattutto ala posizione geografica, che poneva la Orvieto come crocevia fra la costa Tirrenica e le città Padane. Nel III sec. a.C. l'equilibrio sociale venne meno e i ceti subalterni conquistarono il governo, i nobili cercarono quindi aiuto dai Romani, questi ultimi inviarono con l’inganno un esercito per aiutare il ceto nobile a sedare la rivolta popolare, ma in realtà il loro intento fu di sottomettere l’intera città. Furono compiute razziate anche presso i santuari, nei quali furono rubate le statue che confluirono nella capitale come bottino di guerra. Le invasioni barbariche dei Goti del V – VI sec. spinsero la popolare a ripararsi sulla rupe originaria, i giochi di potere fecero cadere successivamente la città e divenne un dominio Bizantino. Attorno all'anno mille Orvieto divenne un comune libero, tanto da poter aver larga giurisdizione sul proprio territorio. In questo periodo fu costruito il Palazzo Comunale, il Duomo, il palazzo Papale e il palazzo del Popolo. Fulcro centrale del potere divenne il Palazzo del Sette, denominato così per il numero del consiglio dei magistrati delle Arti che vi presiedeva. Nel XII sec. la città iniziò una politica espansionista dei propri territori, avendo la meglio sugli eserciti di Siena, Perugia, Viterbo e Todi. In questa sua espansione riuscì a stringere buoni rapporti con Firenze, la quale era in rivalità con Siena. Nel XIII sec. si ebbe il massimo splendore della città, con un numero di abitanti che superava quelli di Roma.

Orvieto fu una città che vide al suo interno due opposizioni, da una parte i sostenitori del Papa, che lo aiutarono e gli diedero rifugio nel momenti di necessità, dall’altra c’erano gli eretici che covavano in seno allo stesso Papa, facendo trasparire tutto il loro buonismo per la chiesa, ma in realtà tramavano la sua rovina. Una volta scoperto l’inganno Innocenzo III emanò una interdizione, che fece scoppiare una serie di lotte interne, che culminarono con una feroce repressione nel 1268.

L'epoca d'oro era destinata a finire, a causa delle lotte interne fra le famiglie rivali: Monadelschi di fazione Guelfa e i Filippeschi di fazione Ghibellina, i quali scatenarono lotte anche contro le casate dei Malcorini e dei Muffatti. Cessarono le ostilità solo con la cacciata dei ghibellini, questo evento fece sì che Ermanno Monaldeschi si fece eleggere gonfaloniere del popolo e della giustizia a vita.

Nel 1348 la peste fece capolino sulla città, in concomitanza con l’avvento della signoria, questo fu un periodo di decadenza sia politico che economico.

Le continue disgregazioni tra le varie fazioni, favorirono l'ascesa al potere del cardinale Albornoz che nel 1364 prese il potere sulla città, il quale per enunciare la sua vittoria fece edificare la rocca. Nel 1395 Biordo dei Michelotti si impossessò della città, facendo decadere il potere papale su Orvieto. Nel 1448 la città fu riportata nuovamente sotto le guide del papa Nicolò V e nel 1527 nella città fu insidiata la corte di Clemente VII, profugo da Roma a seguito dello “Scacco”, divenendo la quinta provincia dello stato della chiesa, e sede di delegazione sono al 1798. 

Dal XVI sec. ci fu un rinnovamento architettonico della città, grazie alla trasformando delle rocche medioevali in residenze signorili, questo fu anche  grazie agli interventi del Sangallo, Raffaello da Montelupo e Ippolito Scalza. Nel 1860 Orvieto fu occupata dalle truppe Regie, annettendo la città al Regno d’Italia. 

Nel 1888 fu costruita una funicolare ad acqua per consentire una rapida salita sino alla vetta della città. Negli ultimi anni del ‘900 la città si è espansa lungo il fiume Paglia e la viabilità pedonale è stata potenziata mediante ascensori e scale mobili.


ECONOMIA

L'economica locale di Orvieto si basa prevalentemente sul turismo, la produzione di vini e sull'artigianato delle ceramiche artistiche, oltre  alla lavorazione di altri materiali. Importante in questi ultimi anni è stato lo sviluppo e la coesione del settore agricolo con quello ricettivo e turistico. Da questo fabbisogno sono nati molti agriturismi all'interno di fabbricati rurali, che se non fosse stato per la promozione della legge regionale n.28/97, sarebbero andati persi o abbattuti. Forti anche del sostegno dei fondi provenienti dall'Unione Europea la struttura del settore turistico Umbro ha preso piede, costruendo da zero un forte scheletro a sostegno dell'economia regionale. Al classico soggiorno presso la tenuta immersa nel verde, si accompagnano itinerari naturalistici, da percorre a piedi, in bici o a cavallo, oppure si possono praticare diversi tipi di sport all'aria aperta.

Accanto al settore turistico si affianca anche quello della somministrazione e della enogastronomia, incentivata da diverse manifestazioni durante il corso di tutto l'anno. Una fra tutte la "Mostra del mercato nazionale del Tartufo dell'Orvietano". Questo evento è indetto nel paese di Fabbro durante il mese di Novembre, mentre a San Venanzo si festeggia la sagra della castagna, il famoso pane dei poveri. Sempre nel mese autunnale di Ottobre a Montecchio si festeggia la festa dell'Olio di oliva. Per concludere in dolcezza il mese di Ottobre a Monteleone si svolge la Festa del Miele, mentre presso il Castello di Parrano è possibile fare un assaggio delle degustazioni di confetture e marmellate.

Cosa Visitare Orvieto

Eventi e Manifestazioni

Link Utili

L'abbazia di San Severo fu edificata nel VIII sec. dai monaci Benedettini, ai quali subentrarono i Canonici dell'ordine di San Norberto.

Nel XII sec. Matilde di Canossa fece avviare i lavori per l'ampliamento e il restauro del complesso dell'abbazia, facendo erigere anche la torre a dodici facce, furono edificati anche il chiostro e la foresteria.

A seguito delle diverse modifiche architettoniche subite dal complesso, oggi si possono ammirare diversi stili che si incrociano fra loro, partendo dal romanico - lombardo giungendo allo stile gotico.

Nell'800 l'abbazia fu acquistata da una nobile famiglia di Orvieto: i conti Fiumi di Sterpeto, che avviarono i lavori per il recupero dell'intero complesso, convertendolo a struttura alberghiera e ristorativa.

Il Duomo di Orvieto si affaccia sulla omonima piazza, le sue fondamenta furono tracciate sul finire del XIII, ma la conclusione dei cantieri avvenne solo 4 secoli più tardi, per essere intitolato a Santa Maria Assunta in cielo.

I progetti durante la costruzione furono rivisti, tanto che al portale furono aggiunti sei archi rampanti, ma anche il resto della facciata subì dei cambiamenti, come l’imponente tricuspidale. Imponenti sono i quattro pilastri a fascio, terminanti in guglie ed ornati con bassorilievi realizzati nella prima metà del ‘300, ove furono rappresentate storie del nuovo e vecchio testamento, scene bibliche ed evangeliche. Le porte bronzee centrali presentano anche esse dei bassorilievi ad opera di Emilio Greco, i quali raffigurano le opere di misericordia, mentre nella lunetta superiore del portale principale è collocata una madonna in marmo e bronzo con bambino. Nella parte superiore della facciata si trova il rosone a doppio giro di colonnine e archetti, al centro è posto il volto di cristo, mentre ai lati sono raffigurati i dottori della chiesa e ben 52 teste a rilievo, oltre alle statue dei profeti, sovrastate da quelle raffiguranti gli apostoli. Ad arricchire ulteriormente la facciata sono i mosaici raffiguranti scene della vita della Vergine.

Facciata Duomo di Orvieto

L’interno del Duomo è suddiviso da tre navate, sorrette da 10 colonne e 2 pilastri, culminanti in sontuosi capitelli. La luce che filtra attraverso le lastre di alabastro dona un’atmosfera mistica, il pavimento in calcare rosso posato lungo le navate dona una percezione visiva di maggior volume rispetto alla realtà. Nella navata di destra si trovano l’acquasantiera ad opera di Antonio Federighi del 1485, oltre alle cinque cappelle affrescata fra il XIV e XV sec.; importante è anche la cappella di S. Brizio, affrescata dal Beato Angelico attorno alla fine della prima metà del ‘400 e in parte anche da Luca Signorelli, il quale concepì lo spazio come un ambiente sferico dove tutti i punti sono sul medesimo piano. Il tema che entrambe gli artisti svilupparono fu quello del Giudizio Universale, l'artista Signorelli realizzò la sua opera attorno ai temi dell'Anticristo, del Giudizio Universale, della Resurrezione, dell'inferno sino ad arrivare al Paradiso. Nell'arco posizionato all'ingresso fu dipinta “La Fine del Mondo”, mentre continuando la lettura degli affreschi, si giunge alla resurrezione della carne, con gli scheletri che tornano a ricomporre le loro sembianze di uomini vivi. Nella sezione successiva ci si trova negli inferi, dove i dannati sono continuamente feriti dai diavoli. La svolta la si ha con le immagini dell'ascensione degli eletti verso il paradiso, attorniati da angeli.

Palazzo Faina fu edificato sul lato opposto del Duomo per volere del conte Claudio Faina nel 1846. Oggi all’interno delle sue sale si trova la sede del Museo “Claudio Faina”, che espone una serie di collezioni composte da monete (più di 3.000 pezzi), bronzi e pezzi di oreficeria di origini etrusca e greca, ma anche vasi e anfore.

Il pozzo di San Patrizio fu costruito nel XVI sec. da Sangallo per volere di Clemente VII, questa opera doveva rifocillare d’acqua la rocca durante eventuali assedi. La struttura cilindrica a doppia elica permetteva di creare due percorsi indipendenti composti da 248 scalini, il pozzo ha una profondità di 62 metri con un diametro di 13.

La Rocca del Cardinale Albornoz fu edificata nel‘300 per volere dello stesso cardinale, la costruzione fu distrutta dal popolo sul finire dello stesso secolo e ricostruita da Nicolò V nel XV sec., il quale aggiunse il torrione al progetto della precedente struttura.

Il Teatro Mancinelli fu realizzato grazie ad una fondazione di 48 personaggi illustri di Orvieto, che nel 1838 ordinarono la costruzione del loro teatro. La realizzazione di tale opera fu affidata a Virgilio Vespignani, che condusse i lavori della costruzione sino al loro compimento, per un lasso di tempo durato circa tredici anni. Il teatro presenta un portico con sette arcate sorrette da pilastri in stile corinzio, l'interno del teatro è suddiviso in quattro ordini culminanti con il loggione. Lo stile decorativo dell'edificio segue la corrente eclettica, attraverso la quale furono anche realizzate dodici medaglie, nelle quali furono raffigurati i classici compositori della musica: Bellini, Donizetti, Mercadante, Pacini, Rossini e Verdi. A questi si aggiungono: Alfieri, Goldoni, Metastasio e Romani, oltre a Rota e Vigano nella sezione d'arte della danza. Purtroppo la struttura con il passare del tempo si deteriorò a tal punto che l'8 settembre dell'anno 1940 fu ordinata la chiusura per avviare i restauri, i quali perdurarono per cinque anni. Purtroppo i lavori risultarono di scarsa manifattura, tanto che il teatro fu nuovamente chiuso nel 1984, per riaprire al pubblico solamente 11 anni più tardi nel 1993.