COMUNE DI CUNEO

La provincia di Cuneo è racchiusa nel lato sud ovest dalla catena delle Alpi, dove le vette oltrepassano i 3000 metri: Mongioia (3340 m.), Cima d’Argentera (3297 m.),M. Oronaye (3100 m.), Monte Tenibres (3031 m.). Le altitudini digradano sino ad arrivare a livelli collinari lungo le valli dei fiumi e alle prealpi dove inizia la Pianura Padana. I fiumi più importanti che solcano la provincia sono: Bormida e il Belbo, i quali nascono lungo il versante delle Alpi Liguri; a seguire troviamo il fiume Stura ( le cui sponde bagnano la città di Cuneo) di cui è affluente il fiume Tanaro ( nel cui letto affluiscono: Mongia, Corsaglia, Ellero, Pesio e Colla), il Maira con affluente principale il Mellea, che insieme al fiume Varaita confluiscono nelle acque del fiume Po nel versante destro.
La città di Cuneo è situata a un’altezza di 534 metri sul livello del mare, alla confluenza fra il fiume Stura e il torrente Gesso. La città oltre ad essere un centro importante per l’economia, grazie alla presenza di un buon tessuto industriale, è anche segmento di collegamento fra l’Italia e la Francia.

















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La città di Cuneo nacque nel XII sec. sotto la forma giuridica di Comune, per rendersi libera dai conti del Monferrato e di Saluzzo, la struttura di governo del Comune era incentrata attorno a tre consoli, due nobili e un membro del popolo. Cuneo ospitò sempre in questo secolo alcuni cittadini Milanesi, che erano scappati a seguito delle incursioni dell’imperatore Federico Barbarossa che aveva devastato la  loro città, qui costruirono una chiesa intitolata a Sant’Ambrogio, dove riporre le reliquie del santo in attesa di poter tornare nella loro Milano.
Il Comune di Cuneo rimase libero fino al 1259, anno in cui la popolazione decise di dare la città in mano a Carlo d’Angiò, godendo di un periodo di prosperità. Il passaggio della città fra i Saluzzo e i Visconti nel XIV sec. fece sì che la città cercò una nuova guida, cedendosi spontaneamente ai Savoia. Nel XIV sec. la città di Cuneo era una importante piazza Mercato, in quanto i suoi commerci si estendevano verso la Spagna, passando per la Provenza Francese – Marsiglia e Barcellona, di conseguenza qui erano presenti molti commercianti di tutta Europa. Nel secolo successivo la situazione mutò facendo sì che la città di Cuneo iniziasse una fase di innalzamento di mura difensive contro i baluardi nemici e da città aperta di mercato, divenne una fortezza difensiva e militare, soprattutto verso il versante Francese.
La città di Cuneo nel ‘500 si fece onore per i tre assalti che riuscì a scongiurare da parte dei Francesi, che volevano impadronirsene, questo le diede il diritto di inserire nella propria bandiera lo stemma dei Savoia. La storia moderna è un continuo ripetersi di lotte e scontri con i Francesi che assediarono la città a più riprese nel corso del XVII sec. e XVIII sec. , venendo sempre respinti o comunque senza mai entrare in possesso della città. La battaglia più intraprendente contro Cuneo fu quella delle truppe alleate di Francia e Spagna che nel 1744 lanciarono un assedio alla città, allora governata dal barone di origini Sassoni Federico Leutrum. In loro soccorso arrivò Carlo Emanuele III con al seguito un forte contingente militare, ma nella battaglia a Madonna dell’Olmo le truppe dell’esercito di Savoia furono sconfitte, infliggendo comunque al nemico gravi perdite. L’intento fu comunque di poter permettere ai cittadini Cunesi di potersi approvvigionarsi per poter continuare a resistere all’assedio, cogliendo così per sfinimento i propri nemici, che si ritirarono il 21 Ottobre dello stesso anno.
L’impresa di impadronirsi di Cuneo riuscì solo alle truppe di Napoleone nel 1799, una volta insidiato il governo napoleonico fu deciso l’abbattimento delle mura difensive della città, che fino ad allora l’avevano protetta dagli attacchi nemici. Nel corso della grande guerra la città di Cuneo si fece notare per l’incredibile valorosità dei suoi partigiani, che repressero da prima i fascisti e poi i nazisti, fra le fila di queste truppe si ricorda Duccio Galimberti, ucciso dai fascisti nel 1944.

L'economia della provincia di Cuneo è principalmente improntata sul settore Agroalimentare e zootecnica; tali prodotti sono anche quelli con un maggior peso verso l'export; da notare in oltre come il settore terziario sia in aumento, grazie al potenziamento della strutture ricettive e alla proposta cultura del territorio. 

La cattedrale di Cuneo è dedicata a Nostra Signora del Bosco. L’edificio attuale fu realizzato nel ‘600 sopra le fondamenta del precedente tempio di epoca medioevale. La facciata neoclassica fu elaborata nel XIX sec. la quale si apre con un portico sorretto da una serie di colonne corinzie sormontato da un timpano, l'impianto dell'edificio si sviluppa su di una pianta a croce greca; all’interno è impreziosito dal pulpito seicentesco realizzato in stile barocco e un da un pregevole coro ligneo.

La chiesa di Santa Croce fu edificata nel XVIII sec., la cui facciata è suddivisa in due ordini terminante con un timpano. L’interno fu realizzato seguendo l’elaborazione dell’intersecazione di due ellissi; nell’abside è collocata una cattedrale realizzata in stile gotico.

La chiesa intitolata a San Francesco risale all’epoca medioevale, al cui interno furono sepolte le figure illustri della città. La facciata fu rielaborata nel corso del ‘400 suddivisa in tre sezioni da lesene, nella quale spicca il portale marmoreo sul quale troneggia un timpano, l’elaborazione della facciata si conclude con il rosone. Accanto al tempio svetta il campanile culminante con una cuspide ottagonale.

Un tempo il Palazzo del Comune della città di Cuneo era un convento di Gesuiti. All'interno del palazzo, lungo lo scalone d’onore, si trova una lapide che ricorda le parole usate dal Calamandrei rivolte verso le truci azioni compiute dal generale nazista Kesserling.