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REGIONE EMILIA ROMAGNA / MODENA


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COMUNE DI CARPI

Il nucleo della città di Carpi si venne a creare del VIII sec. attorno al tempio intitolato a S. Maria della Sagra, edificio costruito dal re longobardo Astolfo, colui che fece costruire l'abbazia di Nonantola, con l'intenzione di unificare l'Italia. Nel XI sec. la città si espnse e fu ceduta da Matilde di Canossa alla chiesa.

La città fu presa nel 1327 dai Pio, che la resero indipendente da Modena e da Reggio, i signori di Carpi inoltre rafforzarono le linee difensive lungo la strada che conduceva a Mantova. Nel XV sec. la città fu rivista dal punto di vista urbanistico, divenendo una nicchia rinascimentale, soprattutto per volere di Alberto III, il quale appoggiava gli artisti e le fonti umanistiche. Agli inizi del '500 la città passo in mano agli Estensi.

Nel XVII sec. si erano instaurate a Carpi fabbriche per la produzione di cappelli, mediante la tecnica dell'intreccio di paglia, dal dopo guerra vennero sostituite con importanti complessi industriali della maglieria e confezionamento, che hanno avuto grande riscontro positivo in ambito internazionale, creando di conseguenza il marchio Made in Italy. Tra i marchi più importanti si ricordano: A-Style, Blumarine, Denny Rose, Fujiko , Gaudì e Liu-Jo. Tuttavia questo settore ha risentito della pesante crisi causata dell'ondata Asia, che ha provocato una flessione delle vendite.

La presenza di una crescita economica ha fatto sì che ci fosse un aumento della costruzione edilizia, tanto da snaturare i rapporti natura - struttura urbana.

Attualmente la città è un polo di attrazione per molti stranieri, provenienti per lo più dall'Asia centrale: Pakistani, Indiani e Cingalesi. A queste si sono aggiunge quelle: Cinesi, Turche, popolazioni del nord africa e Rumeni.

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Piazza dei Martiri - Carpi - La piazza più grande d'Italia

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L'edificio fu iniziato agli inizi del '500 per volere dei Pio, per poter costruire un nuovo fulcro e sostituire la Sagra. Tuttavia il progetto fu interrotto a seguito della cacciata dei Signori Pio pochi anni più tardi. Tuttavia l'opera fu ripresa un secolo più tardi. A seguito del prolungarsi dei lavori, si notano nella struttura il sovrapporsi degli stili che nel tempo si sono susseguiti, difatti le dimensioni dell'edificio restano quelle del '500, la facciata barocca è del '600 e la cupola del '700. L'interno è diviso in tre navate collocate su di una pianta basilicale, gli interni solo decorati in stile neoclassico. Nell'abside centrale è collocata una statua in legno raffigurante la Madonna Assunta, opera del '500 di Gaspare Cibelli.

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La chiesa fu costruita sul finire del '400, rispecchiando la tipica architettura cinquecentesca Emiliana. La costruzione fu eretta sulle fondamenta di un tempio cristiano medioevale, da decisione fu presa da Alberto III Pio. La facciata è in cotto, da qui si accede ad un portico che mette in comunicazione l'edificio sacro con il convento francescano. La chiesa presenta una suddivisione dello spazio interno in tre navate, modifica che mutò il precedente impianto a pianta centrale, di pregevole fattura è il coro ligneo, opera dei primi del '500. Adiacente al tempio si trova il convento dei Minori Osservanti, nel quale sono presenti due chiostri del '400 sorretti da colonne in cotto.

La chiesa fu edificata in questo luogo nel '600, ove già nel '200 era presente un convento di frati Minori. L'edificio fu completato solo il secolo successivo, tuttavia la facciata non fu mai ultimata. L'interno è composto da un'unica navata con transetto e quattro cappelle laterali. Gli affreschi che decorano gli interni sono di fine '800.

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Sul finire del '400 iniziarono i lavori della costruzione del tempio e del convento di S. Maria delle Grazie. La chiesa fu ricostruita per ben tre volte, l'ultima nel 1523 sotto le direttive di Andrea Federzoni e Baldassarre Peruzzi. La facciata è suddivisa da due lesene con un portale a tutto sesto, sopra il quale era collocata una finestra a serliana, sostituita inseguito da un finestrone. L'interno è luminoso composto sa un'unica navata, sormontata da una volta a botte, alta circa 15 metri, ad essa sono collegata quattro cappelle laterali per lato. Il presbiterio è separato dalla navata da quattro colonne, sormontato in fine da una volta a vela. Accanto al tempio sorge un campanile di forma quadrata, che chiude la prospettiva al fedele.
La chiesa è chiusa al culto da tempo, da quando l'edificio fu acquistato dal comune di Carpi. Oggi il complesso è stato restaurato, e al suo interno sono collocati: l'Istituto Musicale, la Fonoteca, la Videoteca e l'assessorato alla Cultura e allo Sport.

Il tempio dedicato a Santa Maria Assunta fu edificata nel VII sec. dal re longobardo Astolfo, su di un vecchio tempio romano. Nel XII sec. fu ricostruita da Matilde di Canossa, in quanto un incendio aveva distrutto l'edificio. Il tempio è composto da un interno suddiviso in tre navate, che richiama lo stile romanico padano, oltre a un rifacimento dello stile del Duomo di Modena. Le attuali dimensioni sono dovute a un ridimensionamento della struttura a seguito della decisione presa da Alberto III Pio agli inizi del '500. La facciata attuale è dovuta alla mano del Peruzzi, nel medesimo periodo in cui si compirono i lavori di ridimensionamento del tempio, d'importante risalto è il bassorilievo presente sul portone d'ingresso, raffigurante la crocifissione. All'interno sono da ammirare i dipinti collocati lungo la navata, i quali ritraggono scene del Vangelo.

Il castello dei signori Pio è composto da un insieme di edifici che componevano la vecchia cittadella medioevale: il bastione, l'uccelliera, la torre di Passerino Bonacolsi, il Torrione di Galasso Pio e la seicentesca torre dell'orologio. La sua costruzione risale al X sec. a seguito della fortificazione per la difesa del borgo contro gli invasori Ungari. All’interno delle mura di cinta si trovavano la Pieve di Santa Maria con la possente torre campanaria, il cimitero e l’abitazione dei canonici.
Carpi fu possedimento della contessa Matilde di Canossa, ed alla sua morte il feudo passò in mano alla chiesa, per poi divenire di proprietà di Bonacolsi detto Passerino. Durante la sua signoria Passerino rafforzò le difese della città e nel 1320 costruì una robusta torre con merlature ghibelline per meglio controllare chi si avvicinasse alla fortezza per ovviare ad ogni situazione irreversibile. Nel ‘400 i Pio convertirono la struttura fortificata in una residenza con caratteristiche rinascimentali, la struttura presenta grandi arcate cieche, con le finestre al piano terra ornate da archi ribassati, mentre quelle del piano superiore erano rifinite in stile tardo gotico, ma dopo i restauri assunsero una forma semplicemente rettangolare. Nella seconda metà del ‘400 furono eretti il torrione di Galassio Pio e il Palazzo di Giberto con caratteristiche gotiche. Il torrione fu innalzato sul lato meridionale della piazza, per permettere alla luce di penetra attraverso finestre rettangolari con archi a tutto sesto acuto, ornate da decorazioni in terra cotta. Questa costruzione fu in seguito utilizzata dagli Estensi come ufficio amministrativo della giustizia.

Il palazzo è imponente, presenta un gran portale a tutto sesto acuto, tracce analoghe le si possono notare sulle finestre del piano nobile, la facciata termina con un cornicione in terra cotta. All’interno si apre il giardino dove solo due lati sono rimasti come erano originariamente prima dei restauri del ‘900. Il ponte imponente è sorretto da colonne culminanti con capitelli cubici. Nel 1973 fu realizzato, nell’area meridionale cortiliva, il Museo Monumentale del deportato Politico e razziale, in ricordo del campo di smistamento di Fossoli. Lo scalone maggiore ad unica rampata conduce agli appartamenti di rappresentanza del palazzo, che sono la sede del Museo Civico, il quale espone: arredi, dipinti, ceramiche, oltre a materiale archeologico e risorgimentale. Il percorso della visita inizia nella sala dei Cervi, affrescata con cicli venatori, mentre nel basso soffitto, sorretto da volte a crociera, sono rappresentate scene di caccia al cervo, lo stesso tema lo si ritrova anche nelle lunette. Da questa sala si accede a una successione di altre quattro stanze fra cui ricordiamo: la camera del Re, ove è raffigurato il simbolo del re di Francia Luigi XII e la moglie Anna di Bretagna, la camera della Musa ricca di decorazioni ove campeggiano giovani donne intente a suonare strumenti musicali, adorne da medaglioni nei quali sono raffigurati mezzi busti di poeti; da questa sala si accede allo stanzino dal quale si passa ad una scala a chiocciola che conduce segretamente alle stanze dell’appartamento superiore. Dal cortile d’onore si accede, attraverso due rampate, all’appartamento monumentale al primo piano, varcando la soglia si arriva nel salone dei Mori, dove le pareti sono affrescate facendo risaltare l’immaginario loggiato sostenuto da imponenti pilastri corinzi. Adiacente alla scala si collocano una cappella affrescata con raffigurazioni della vita di Maria. Da qui le stanze che compongono l’appartamento si snodano attorno al salone dei Mori, queste presentano soffitti lignei a cassettoni tra le quali ricordiamo: la sala dei Trionfi con affreschi che richiamano all’opera letteraria del Petrarca, la stanza dell’Amore ed in fine la Torre Bonaccolsi affrescata con figure di dame.

Una leggenda narra che durante la signoria dei Pio, nel castello vi abitasse una bellissima dama, nonché moglie del signore di Carpi. Un giorno il marito colto da un ratto di gelosia morbosa trascinò, strattonando per i capelli, la consorte sul punto più alto della torre del castello, da dove la gettò. Si dice che ancora oggi il fantasma della dama si aggiri per la torre in cerca di vendetta.

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Questa piazza rettangolare si apre al visitatore in uno spazio molto ampio, delimitata da un portico lungo circa 212 metri, composto da 52 arcate, dalla cattedrale di S. Maria Assunta (XVI sec.) e dal palazzo dei Pio.

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Questo piazzale era il nucleo della cittadella medioevale, qui si affacciano il palazzo dei Pio e la pieve di S. Maria in Castello (VIII sec.)

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