COMUNE DI PERUGIA

La provincia di Arezzo si trova a ovest della regione Toscana, posta fra le regioni: Emilia Romagna, Marche e Umbria. Il confine della provincia è scandito da elementi naturali, come le vette montuose del Falterona e del Chianti, la sponda del Lago Trasimeno e il corso del fiume Foglia. A comporre l’area della provincia di Arezzo sono quattro vallate: a Nord si trova la Valdarno superiore, a Sud la Val di Chiana, ad Est l'alta Valtiberina ed Ovest la Valle del Cerfone.

La Valdarno Superiore presenta un territorio argilloso eroso dalle acque, che nei secoli remoti diede origine a un passaggio naturale, che metteva in comunicazione Arezzo con Firenze, questa valle durante il medioevo fu testimone di battaglie per cercare di appropriarsene, essa era ricca sia da un punto di vista economico che architettonico – spirituale, dato che in questa valle erano sorti diversi luoghi di culto.

La Valdichiana un tempo fu paludosa, ma grazie alla bonifica voluta dal duca Leopoldo di Lorena, questa terra fu in grado di divenire luogo fertile per campi di olivi e viti, questo fece nascere borghi in tutta la vallata, mentre in precedenza i centri abitati erano solo sulle alture.

La zona del Casentino in un’area isolata naturalmente dall’Appennino Tosco-Romagnolo, ed è qui nasce la sorgente del fiume Arno, in un luogo dove ancora la natura è padrona indiscussa dei boschi e del territorio.

La piana di Arezzo è un importante via di comunicazione fra Roma e Firenze, questo snodo fu importante per lo sviluppo dell’economica. 
Qui nacquero anche diverse personalità celebri come: Francesco Petrarca (1304-74), lo scienziato matematico Vittorio Fossombroni (1754-1844), molti furono anche gli artisti come: Piero della Francesca, Luca Signorelli, Giorgio Vasari, Michelangelo e Masaccio.
 

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Luoghi Religiosi
Palazzi e Monumenti

Piazze e Musei

Personaggi illustri Perugia

Già dal IX sec. a.C. sul colle dove oggi sorge la città di Perugia fu costruito un villaggio etrusco, mentre nel IV e III sec. a.C. furono costruite le mura in travertino intorno alla città per una percorrenza di circa 3 km, per renderla inespugnabile.
Nel I sec. a.C. la città fu annessa allo stato romano e Augusto fece un riassetto edilizio con l'edificate di altre mura, nonché l’anfiteatro, le terme e un mausoleo. Importante fu anche la bonifica dei territori, che permise la coltivazioni di aree più vaste e la costruzione di strade, permettendo un più rapido spostamento delle merci e delle persone, oltre ai collegamenti fluviale che lungo le sponde del fiume Tevere, dove nacquero numerosi villaggi. L’epoca del triumvirato fu negativo per la città, dato che si schierò contro la Repubblica e dovette quindi subire l’assedio di Ottaviano nel 40 a.C. e fu data alle fiamme.
In epoca paleocristiana la città crebbe anche fuori le mura, questo portò anche alla edificazione di luoghi di culto come S. Angelo, S. Pietro e S. Costanzo. Durante le invasioni barbariche del IV sec. d.C. la crescita delle città fu arrestata, a causa anche delle continue contese fra i Longobardi e i Bizantini.
Alla fine del XI sec. Perugia divenne libero Comune, si costruirono i palazzi comunali, quello del console e del Podestà ed infine quello dei Priori. A Perugia e a Foligno il commercio si sviluppò rapidamente, tanto da riservasi una posizione di notorietà in ambito europeo. Questa ricchezza portò alla costruzione di sontuosi palazzi, sedi di corporazioni ed edifici pubblici, oltre ai luoghi religiosi; la città fu anche rivista da un punto di vista difensivo con nuove cinte murarie difensive, oltre agli impianti fognari, acquedotti, ma anche alla lastricatura di piazze e strade.
Nel 1348 in Umbria scoppiò la peste, la quale segnò l'inizio di un periodo funesto, anche a causa della Natura che si ritorceva contro l'uomo attraverso la potenza dei terremoti.
Nel 1370 Perugia tornò sotto il dominio papale e in città furono costruite delle fortezze per evidenziare il potere temporale. Sul finire del ‘300 nacque il governo della signoria guidata da Braccio Fortebracci (1416-24). Nella metà del ‘400 il potere passò alla famiglia Baglioni, la quale tesseva le fila con il governo papale, ma era una famiglia che prestava molta attenzione sia alla politica, che alla cultura, tanto che sul finire del ‘400 fu istituita l’università di Perugia.
Nel 1540 scoppiò la guerra del "sale" ed è in questo frangente storico che il papato riacquista il potere sul territorio Umbro facendo cadere l'ultimo comune restante nella penisola. Il Papa fece edificare la Rocca Paolina (1540-1543) a Perugia, voluta da Paolo III Farnese, la quale inglobò nella sua struttura il quartiere medioevale dei Baglioni. Le strade e le piazze furono ampliate e su di esse primeggiavano le facciate rinascimentali e barocche degli edifici.
Nel 1553 la città fu invasa dai francesi, ma per breve tempo restò sotto i loro domini, in quanto ritornò presto nelle mani del pontefice. Successivamente nel 1859 la città si ribellò e le milizie papali per riportare l’ordine, decisero di saccheggiarla compiendo stragi.
Nel 1860 Perugia fu annessa al Regno d’Italia, in questo nuovo anno fu demolita la Rocca Paolina e questo disegnò il nuovo centro della città, creando l’ampia Piazza Italia.

Sino agli inizi del ‘900 il sostentamento della popolazione era interamente poggiato sull’agricoltura, solo dalla seconda metà del XX sec. l’industrializzazione prese piede: con stabilimenti alimentari e dolciaria, fra queste ricordiamo la Perugina nota per il cioccolato, ma soprattutto per il suo famoso “Bacio” che ha fatto il giro del mondo, purtroppo l’azienda ora è finita nella galassia della multinazionale Svizzera Nestlè; un’altra azienda nota per l’appartenenza al mondo del food è la Buitoni. Un altro comparto che è riuscito a prendere piede è quello del tessile, delle pelli, della lavorazione del cuoio e dell’abbigliamento, qui abbiamo la sede della casa di moda “Luisa Spagnoli”. Per quanto riguarda il volume dell’export ci sono ancora molte potenzialità da poter sfruttare e si sta lavorando al fine di rendere i mercati esteri appetibili anche per altre aziende oltre a quelle del settore macchine ed apparecchi

Tuttavia il settore trainante della provincia è quello del turismo, questo è anche quello che ha il maggior numero di occupanti attivi, questo segmento unisce all’interno del suo insieme la storia, la cultura, la natura e l’enogastronomia, tutti elementi importanti che richiamano non solo turisti italiani, ma soprattutto quelli stranieri.

Del settore terziario avanzato è invece il segmento universitario e della ricerca, che trova in Perugia un polo attrattivo per diversi giovani in tutto il mondo che qui decidono di trasferirsi per studiare, oltre alla possibilità di poter proseguire nella ricerca, come nel caso del CRB Centro di Ricerca sulle Biomasse, un istituto che prosegue la sua linea guida a difesa del territorio, centro di ricerca sui biocarburanti e biomasse a scopo energetico. (https://www.crbnet.it/)

Inoltre a Spoleto nascerà un secondo polo di ricerca, oltre a quello creato per la digitalizzazione del patrimonio culturale Ambientale, sorgerà un nuovo asset destinato alla ricerca di nuovi materiali e del fotovoltaico, questo centro si chiamerà Umbria-Tech.

La Cattedrale di Perugia su consacrata a San Lorenzo, l’edificio fu costruito in più fasi, la prima risalente alla fine del X sec. e successivamente ampliata nel ‘300 e nel ‘400. Il fianco sinistro non è completamente rivestito di marmo, come il resto della costruzione e presenta un intercalare di finestroni gotici, da cui penetra la luce. L’accesso alla cattedrale è dato da un elegante portale, l’interno è suddiviso in tre navate, con quella centrale larga due volte e mezzo quelle laterali, sorrette da pilastri ottagonali e sormontati da volte ogivali, arricchite da stucchi e decorazioni, nonché dipinti e affreschi, tutti di epoche diverse. Nell’abside si trova il coro ligneo, che fu gravemente danneggiato nell’incendio del 1985. nella cappella di S. Giuseppe si trova il Santo Anello, il quale fu portato a Perugia nel 1473. Oggi questa reliquia è esposto alla comunità l'ultima domenica di Gennaio e il 30 di Luglio, per la custodia di questo tesoro sono state adottate elevate misure di sicurezza, ben quattordici sono le chiavi che bisogna avere per accedere all'Anello: 2 aprono il cancello, 4 la cassa e 7 la cassaforte.


MUSEO CAPITOLINO

Il museo è collocato accanto alla cattedrale di S. Lorenzo, precisamente è situato nel complesso delle Canoniche. Il museo fu creato nel 1923 per custodire le opere della cattedrale, ma anche quelle provenienti da altre chiese. Tra le molte opere spicca la "Testa di Diacono" realizzata da Arnolfo di Cambio, la tavola del '400 "Dormitio Virginis", la Madonna con bambino di Andrea Vanni, ma la vera opera per eccellenza custodita nel museo è la pala di S. Onofrio del Signorelli, proveniente dalla cappella di Giacomo Vannucci, fatta edificare per lo zio Dionisio Vannucci vescovo di Perugia nella seconda metà del '400. Nella pala è raffigurata nel mezzo la Vergine con accanto i santi Onofrio e Lorenzo.


La costruzione fu edificata nel XVI sec. per volere del cardinale Fulvio della Corgna, quasi adiacente alla chiesa di S. Lorenzo. Furono effettuati dei lavori di ampliamento nei primi anni del '600, dai quali fu edificata la crociera. La facciata tripartita non fu mai ultimata, soltanto agli inizi del '900 si procedette con il completamento della parte superiore. La chiesa fu amministrata dai Gesuiti sino alla loro cacciata nel 1775, da questo momento subentrarono i Barnabiti i quali furono soppressi nel 1810 per editto di Napoleone, torneranno solo nel 1837. L'interno è suddiviso in tre navate, sovrastate da uno splendido soffitto ligneo con intarsi dorati. Alle pareti sono rappresentate momenti della vita di Giosuè, importanti sono anche i tre oratori del '600 sottostanti la chiesa: Oratorio della Congregazione dei Nobili, congregazione dei Mercanti e degli artisti e l'ultimo è quello dei coloni. Purtroppo l’edificio fu danneggiato da un incendio nel 1989.

La chiesa fu eretta nella seconda metà del '200,  presenta una facciata con decorazioni geometriche in marmo rosa e bianco nel primo ordine, mentre il secondo fu lasciato grezzo mettendo in vista il materiale utilizzato per la costruzione. Nel '700 furono compiute delle modifiche alla struttura interna, tanto che dello stile gotico originario restano solo alcune tracce in una cappella affrescata dal Vannucci con la rappresentazione della Crocifissione, mentre la restante parte dello stabile fu modificato seguendo le linee del Neoclassico, Originario del ‘500 è il coro ligneo decorato con intarsi.

Accanto al tempio sorse un monastero che nell'800 fu adibito a caserma, sempre nello stesso periodo fu svuotata la chiesa da ogni sua ricchezza, tra cui anche due opere del Perugino: Pala Terzi e il Polittico di S. Agostino. Sempre nell’area della chiesa di Sant’Agostino fu realizzato anche l’oratorio sempre intitolato a suo nome, decorato in stile barocco, oltre alla presenza di dipinti raffiguranti storie della vita di Gesù e dei santi Filippo e Giacomo, sono ancora presenti i seggi lignei del XVI sec.

La chiesa di Sant’Ercolano fu edificata nel '300 nel luogo in cui il santo fu costretto a subire il martirio per mano dei Goti nel 547 d.C. La facciata è caratterizzata dalla presenza di archi ogivali e archetti ciechi posti sotto la cornice superiore, il materiale utilizzato per la costruzione fu il travertino e una pietra calcarea rosata. L'interno è accessibile mediante una scalinata divisa in due rampate laterali che conducono al portale d'ingresso, le quali risalgono al '700. Entrati all'interno si nota subito come la luce filtri appena attraverso il semplice rosone e dalle due monofore, questo crea un'atmosfera di silenzio e raccoglimento, tale caratteristica non fu modificata per non stravolgendo la costruzione medioevale. Gli interni sono affrescati con colori sfumati tra bianco e oro ed ornati da intrecci vegetali e stucchi. L'altare maggiore è poggiato su di un sarcofago del III sec. d.C., preso dalla vicina chiesa di S. Orfeto,   nel quale sono custodite le spoglie del santo, alle spalle di questo elemento reliquiario si trova una copia della pala del Perugino: Decemviri, mentre ai lati sono raffigurati momenti di vita di S. Ercolano, ad opera di un altro perugino: Matteuccio Salvucci.

L’edificazione della basilica risale al ‘200 , ma nel ‘500 ci furono dei mutamenti ad opera del Vasari. La cupola fu decorata da Andrea Pozzo nel ‘700, realizzando un effetto di prospettiva illusionistica.

La prima costruzione della chiesa intitolata a San Domenico fu realizzato in stile gotico nel ‘300,  mentre il campanile alto 126 metri fu terminato nel XV sec. il quale in origine era molto più alto, ma  venne abbassato nel 1546 perché i colpi dell'artiglieria sparati dalla Rocca venivano ostacolati dalla struttura campanaria. Le dimensioni della cattedrale la rendono la più grande di tutte quelle presenti in Italia, assieme al Duomo di Milano. Nel 1614 la chiesa subì un crollo e la ricostruzione fu affidata a Carlo Maderno di Roma che la terminò nel 1632, seguendo le linee dello stile barocco. L’interno suddiviso in tre navate conserva del primitivo impianto solo le mura perimetrali, con un'altezza di 11,40 metri . Nella chiesa si trova un sepolcro di autore sconosciuto realizzato per papa Benedetto XI, un coro ligneo con intarsi in stile rinascimentale e affreschi purtroppo mal conservati del XV sec. questo dovuto ai numerosi crolli e ricostruzioni. Adiacente alla chiesa fu edificato anche il monastero con annesso il chiostro iniziato nel XV sec. e terminato sul finire del ‘500; il quale dal 1948 fu convertito a museo Archeologico Nazionale, qui sono esposti i ritrovamenti per periodo preistorico e quello Etrusco- Romano.

La chiesa di Santa Giuliana fu fondata attorno al XIII sec. dal cardinale Giovanni da Toledo. Il complesso fu un centro importante della cristianità della città di Perugia, tanto che l'adiacente convento divenne proprietario di molti appezzamenti di terreno, nonché di ricchezze, le quali provenivano dalle doti delle ragazze aristocratiche che qui venivano per diventare monache. Con l'avvento di Napoleone il convento fu destinato da prima a granaio e poi a caserma militare, ma la vita del convento cessò con il definitivo abbandono durante l'Unità d'Italia. Attualmente, dopo essere stato utilizzato come ospedale militare, è stato restaurato per divenire la scuola di lingue estere dell’esercito. La chiesa adiacente presenta una facciata decorata a formelle bianche e rosa, nel quale spicca un portale gotico ed un elegante rosone. L'interno è a unica navata con soffitto a capriate, adiacente alla chiesa è presente un chiostro edificato su due ordini di logge, nel quale sono ancora visibili affreschi del '300.

Il monastero di San Pietro si trova risale al X sec., in questo luogo un tempo sorgeva la prima cattedrale della città di Perugia. L’importanza del monastero crebbe grazie alle concessioni rilasciate sia dal papa che dal potere imperiale, oltre alle numerose proprietà terriere. Al monastero si accede attraverso una porta che conduce il pellegrino direttamente all'interno del chiostro, dal quale si può ammirare la mole del campanile ergersi verso il cielo, il quale fu edificato in stile romanico e fu ultimato nel '400 aggiungendo alla torre una cuspide. L'interno del tempio è suddiviso in tre navate, al quale si accede mediante un portale posto sul lato sinistro del chiostro., le navate sono suddivise da colonne ioniche in granito. Sulle pareti sono rappresentate scene del Nuovo e Vecchio testamento, opera di Antonio Vassillacchi, nella navata di destra sono invece presenti i personaggi importanti per la vita della chiesa, resi importanti per le loro gesta: Santa Scolastica, S. Pietro Vincioli e S. Mauro, mentre nella navata è collocato un dipinto del Perugino raffigurante la Pietà, furono anche realizzate tre cappelle: la prima del Sacramento ove sono custodite tre tele importanti del Vasari; la seconda è attribuita al Baglioni e la terza ai Vibi, in quest'ultima è presente un dossale marmoreo opera di Mino da Fiesole; di grande bellezza artistica sono anche la sagrestia e il coro ligneo.

La Fontana Maggiore fu realizzata da Nicola e Giovanni Pisano nella seconda metà del XIII sec., come terminale dell’acquedotto di Monte Paciano. L’opera si compone di due vasche poligonali sormontate da una tazza bronzea ove sono collocate tre ninfe. Nella vasca inferiore furono realizzati ventiquattro settori, ognuno composto da due formelle, all’interno dei quali sono stati raffigurati i lavori agricoli, i segni zodiacali e le sette arti liberali. La vasca superiore è composta da lastre in marmo rosa, divise fra loro da statuette in marmo bianco.

La fontana è in oltre il simbolo dell’importanza dell’acqua per la città di Perugia, lo si riscontra anche dai pozzi etruschi o dall’acquedotto che portava in città l’acqua raccolta nelle cisterne.

La costruzione del Palazzo del Capitano avvenne sul finire del '400 ad opera di Gasparino di Antonio e Leone di Matteo. L'edificio fu realizzato seguendo lo stile del primo Rinascimento, con un elegante portale d'ingresso sul quale si erge la statua della giustizia tra i grifoni che artigliano una lupa simbolo di malvagità. Il terzo piano fu ricostruito a causa del violento terremoto nel 1741, purtroppo furono persi i merli che ne coronavano l'apice. A piano terra già nel '400 si erano instaurate le botteghe, mentre il primo piano fu sede dell'Università a partire dal 1483 fino agli inizi del '800, periodo in cui fu trasferita a Montemorcino; oggi il palazzo è la sede del tribunale.

Il Palazzo dei Priori si colloca fra Piazza IV Novembre e Corso Vannucci, questa era l’antica sede dell’amministrazione e della giustizia, oggi è la sede del Comune e della Galleria Nazionale dell’Umbria. L’edificio fu realizzato in travertino ed è un insieme di più parti sovrapposte fra loro, in quanto la costruzione iniziò nel 1293 e terminò nella prima metà del ‘400. La scalinata a ventaglio che si affaccia sulla piazza conduce al portale sovrastato dalle copie del Grifo e del Leone ( gli originali sono custoditi all’interno del palazzo, nella sala del consiglio comunale), da qui si accede alla sala dei Notari, la quale presenta affreschi del ‘200, in questa sala sono ancora presenti i sedili originali cinquecenteschi. Su corso Vannucci si apre il portale Maggiore del 1346, ai cui lati sono collocati due grifoni che soggiogano vitelli (simbolo di riconoscimento dall'arte della macelleria che contribuì alla realizzazione dell'edificio) mentre nella lunetta sono collocate le statue dei santi: Lorenzo, Ludovico da Tolosa ed Ercolano. Sopra il portale, a chiudere la decorazione della facciata, spiccano diciannove trifore gotiche. Al primo piano si trovavano gli uffici e le sale di rappresentanza, nel secondo piano attualmente è stata collocata la Galleria Nazionale dell'Umbria, mentre in origine questi erano gli appartamenti dei priori.

A sinistra del portale Maggiore si trova il Collegio della Mercanzia, ove si colloca la Sala delle Udienze, questo spazio era la sede dell'omonima corporazione dei mercanti, essa controllava l'amministrazione del comune e controllava i pesi e le misure utilizzate dai commercianti, in modo tale che non fossero falsate. La sala ha un rivestimento a pannelli in pino e noce intagliati risalenti al ‘400, in ogni riquadro è incastonata una stella a otto punte, nella lunetta posizionata sopra il tribunale compare il simbolo della corporazione: il Grifone.

Accanto al collegio della mercanzia fu realizzato quello dei Cambiatori di valute, attraverso un portale ligneo si accede alla sala dei Legisti, a destra si passa alla sala delle Udienze del Cambio, affrescata dal Perugino, il quale seguì un percorso iconografico ideato da Francesco Maturazio: nella volta sono rappresentati gli dei mitologici, alle pareti le virtù e uomini illustri della storia e la Trasfigurazione dell'Adorazione dei pastori, mentre su di un pilastro è presente il ritratto del medesimo artista. In questa sala è presente anche una statua in terracotta raffigurante la Giustizia, opera dei laboratori di Benedetto da Maiano. Proseguendo si accede alla cappella di S. Giovanni Battista, realizzata nei primi del ‘500 e affrescata da Giannicola di Paola con raffigurazioni del Vecchio e Nuovo testamento, la cappella era parte di una precedente chiesa intitolata a S. Giovanni de Foro, abbattuta per far spazio all'ampliamento del palazzo.

Palazzo Cesaroni fu edificato nel '500 nelle cui sale furono collocati gli uffici comunali, successivamente ebbe diverse destinazioni d’uso: in un albergo, proprietà di un gruppo assicurativo, abitazione privata ed in fine dagli anni ’70 del XX sec. è la sede Regionale dell’Umbria. Gli affreschi conservati sono realizzati in stile liberty Perugino opera di Domenico Bruschi e Annibale Brugnoli. Il Salone d'ingresso è ornato dalle allegorie dell'agricoltura, architettura, commercio e industria, le quali si contrappongono alle lunette ove all'interno spiccano le raffigurazioni del balletto, musica, danza e poesia. Nel salone d'onore si ammira il trombe d'oeil composto dai segni zodiacali e raffigurazioni di statue marmoree. Il tema centrale della raffigurazione sul soffitto è quello della corsa dei cavalli, che si contrappone alla danza delle ore, le pareti invece sono affrescate da finti arazzi e specchi con raffigurazioni di figure femminili.

Palazzo Penna fu eretto nel '500 sopra i resti di un anfiteatro romano, successivamente al restauro nell'800 all’interno di questa dimora si stabilì il conte Fabrizio della Penna, il quale espose in queste stanze la sua raccolta d'arte. Vi erano catalogate opere del Bronzino, Canaletto, Caravaggio, Giorgione, Michelangelo, Perugino e Raffaello; purtroppo, alla sua morte queste opere furono disperse. Nel 2002 trova collocazione nel palazzo la galleria di opere donate da Valentino Martinelli, professore universitario, collezionista di stampe, disegni, medaglie ed incisioni; nel palazzo si colloca anche la galleria dedicata al futurista perugino Gerardo Dottori.

La costruzione del Pozzo Etrusco risale al III sec. a.C. si trova a due passi da Fontana Maggiore, ha una profondità di 37 metri, percorribili mediante le rampate di scale; ancora oggi all'interno del pozzo confluiscono vene d'acqua.

PORTA ERBUNEA

Il nome della porta sarebbe "porta della Mandorla", ma il nome fu modificato in quello attuale a seguito delle vicinanze del tempio dedicato a Vertummo (in latino Ebur), il quale era rivestito in avorio. Questa porta era considerata come un'uscita fortunata e di conseguenza ogni volta che i Baglioni partivano per una battaglia uscivano dalla città sempre per questa porta.

PORTA CORNEA

Porta Cornea era uno degli ingressi etruschi ricavati nelle mura difensive della città, la quale oggi è inglobata all’interno del tessuto urbano delle abitazioni di Perugia. Essa si colloca su di un dislivello del manto stradale e si insinua nelle abitazioni in posizione obliqua.

PORTA MARZIA

Porta Marzia in origine era una delle vie di accesso alla città attraverso le mura Etrusche, successivamente, quando Sangallo progettò la Rocca Paolina, decise di inserirvi anche tale monumento. L'arco è sormontato da un fregio suddiviso da cinque colonnine, da queste nicchie si sporgono altrettante figure, quella in mezzo rappresenta Giove, mentre ai suoi lati si sporgono i Dioscuri con i rispettivi cavalli.

PORTA SAN PIETRO

Porta San Pietro delimita il borgo omonimo, essa fu realizzata attorno al ‘300, al suo interno si trova la cappella di S. Giacomo, appartenente al collegio del cambio. Sulla sommità dell'arco è presente un affresco raffigurante la Madonna del Rosario con San Francesco e San Domenico.

PORTA SANT'ANGELO

Porta Sant’Angelo prese questa denominazione dalla chiesa intitolata all'Angelo che si trova all’interno dello stesso quartiere, la costruzione è in realtà una torre del '300, incastonata nelle mura della città, fu dotata oltre che di ponte levatoio anche di merlature; durante i secoli fu più volte ricostruita, sino ad arrivare ai restauri dei giorni d'oggi, la quale ospita il Museo delle Mura.

Il papa Paolo III Farnese ordinò la costruzione di un’imponente fortezza sul Colle Landone, inglobando l’intero quartiere dei Baglioni e il borgo di S. Giuliano, a simboleggiare la potenza del papato sulla stessa Perugia. Il progetto fu disegnato e realizzato da Antonio da Sangallo, i materiali per la costruzione furono reperiti a seguito della demolizione di oltre 100 abitazioni, chiese e monasteri; i lavori iniziarono nel 1540, ma nel 1543, a seguito dei tumulti che nacquero nella così della guerra del “sale”, la costruzione dell'edificio fu interrotta. Nel 1848 la rocca fu parzialmente demolita, resta ancora oggi visibile un muro di sostegno e il bastione che incorpora la Porta Marzia, attualmente sono accessibili i sotterranei della fortezza mediante le scale mobili che collegano il parcheggio di Piazza Partigiani con il Palazzo del Governo in Piazza Italia, in questa sede sono allestite anche importanti rassegne culturali.

Il percorso sotterraneo rappresenta il primo accesso alla città di Perugia, grazie anche alle scale mobili, le quali iniziano la loro arrancata da piazza dei Partigiani, punto di arrivo e partenza delle linee degli autobus. Il cammino obbligatorio porta il visitatore a scoprire i resti della Rocca, dato che all'interno dei tunnel sono racchiusi antichi tesori, come l'anfiteatro costruito per il gioco del pallone ed alcuni edifici trecenteschi inglobati nella costruzione ed uniti da una volta a botte, sopra i quali fu edificata la Rocca. Il percorso giunge alla torre di Gentile Baglioni con l'annesso pozzo e la cannoniera, dalla quale, attraverso delle feritoie nella parete, i cannoni del papa difendevano le mura, a seguire si trovano le case medioevali, le quali conservano ancora le loro mura e le porte di accesso con archi ogivali, da qui si giunge in piazza Italia e corso Vannucci.

Piazza Italia rappresenta l'abbattimento del potere pontificio da parte della borghesia, qui si ergeva nel '800 parte della rocca Paolina, demolita dalla popolazione nel 1860. La piazza fu intitolata da subito a Vittorio Emanuele II, per rendere omaggio al “liberatore”, l’unico edificio che fu risparmiato fu il settecentesco Palazzo Donini. Il primo edificio a essere eretto fu quello della Provincia 1872 in stile eclettico, il palazzo della sede della Banca d'Italia e l'albergo Brufani. In opposizione a tali architetture si ergono il condominio progettato da Guglielmo Calderini, opera sempre dello stesso progettista fu Palazzo Cesaroni, oggi sede del Consiglio regionale.

Da Piazza della Repubblica si snoda corso Vannucci verso la cattedrale, sulla piazza si affaccia la chiesa di S. Isidoro (del XVI sec.), la casa di Baldo degli Ubaldi e il palazzo Baldeschi  oggi di proprietà della cassa di risparmio, opposti si trovano il palazzo Graziani Monaldi ove nel XVIII sec. fu costruito il primo teatro cittadino.

La Galleria Nazionale dell’Umbria fu fondata nel ‘500 e ampliata tra il ‘700 e ‘800. Nel XIX sec. si decise di requisire le opere appartenenti agli ordini religiosi, tanti furono i pezzi d'arte per i quali fu iniziata la catalogazione e suddivisone per scuola e periodo temporale. La mole di opere era così impressionante che dalla sede istituita presso Montemorcino Nuovo nel 1863, fu spostata al terzo piano del palazzo dei Priori nel 1879. Con il passare del tempo la Galleria si ampliò sempre più grazie alle donazioni e acquisizioni e nel 1918 fu ceduta allo Stato Italiano, cambiando così di nome da Regia galleria Vannucci a Galleria Nazionale dell'Umbria. Nel XXI sec. si sono aggiunte alla collezione duecento nuove opere, ampliando l’arco temporale espositivo dal XIII sec. al XIV sec. con artisti che hanno operato all’interno della regione Umbria. Tra tutte le opere si ricordano le sculture di Arnaldo di Cambio, la Madonna con bambino di Duccio di Buoninsegna.

MARIA ALINDA BONACCI BRUNAMONTI (1841-1903)

Fu una scrittrice e una poetessa del romanticismo ottocentesco perugino, fu un'attenta studiosa delle scienze e delle tematiche sociali riguardanti le donne.

GUGLIELMO CALDERINI (1837-1916)

Egli fu un architetto presente non solo a Perugia, ma anche con opere nella vicina Toscana. Fu direttamente lui a progettare Palazzo Calderini, che fu il primo condominio per la città di Perugia.

GERARDO DOTTORI

Fu un artista di spicco del moto Futurista, alcune delle sue opere sono oggi esposte a Palazzo Penna, mentre altre sono custodite in collezioni private.

SANDRO PENNA

Autore e poeta di composizioni liriche.

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