ECONOMIA

DELL'UMBRIA

Oggi il settore trainante della regione Umbria  Ã¨ il terziario con oltre il 61% della popolazione attiva e solo il 5% è addetto all’agricoltura, mentre il restante 34% è assorbito dall’industria.
Nel settore primario si coltivano: cereali, frumento, girasoli, barbabietole da zucchero, tabacco, ortaggi, piante di olivi e viti. L’allevamento è predominato dai suini e ovini. Agli inizi del ‘800 l’agricoltura assorbiva il 60 % della popolazione attiva e solo per il 9% l’artigianato manifatturiero, le prime industrie che nacquero sul territorio si impiantarono inizialmente a Terni tra cui un maglificio di discreto livello. Solo sul finire dell’800 l’Umbria inizia ad assumere le caratteristiche delle città moderne, questo grazie alla riscoperta del passato e delle origini spirituali dell’antico medioevo, che spinge la regione a restaurare tutte le opere sul suo territorio.

In epoca fascista si costruirono edifici pubblici a uso residenziale – operaio, tribunali, uffici comunali, campi sportivi, caserme e case del fascio. Negli anni ’50-’60 la regione fu colpita dalla crisi agraria , ciò causò lo spostamento di masse dalla campagna alla città. Questo aumento demografico causò la nascita di zone dormitorio nelle periferie della città, oltre a una nuova urbanistica stradale dei trasporti di terra. Tuttavia non furono pianificate le opere edili, questo portò a costruire un po’ ovunque senza regole, portando problemi alla viabilità del traffico e di convivenza fra i soggetti e in alcuni casi anche al degrado sociale.

L’industria si concentra prevalentemente nell’area perugina, qui si trova una forte concentrazione di piccole e medie imprese: dolciaria, tessile, conciatura, carta e mobili. Nel Ternano si trova invece il settore petrolchimico, meccanico e siderurgico, oltre ad alcune aree della pubblica amministrazione. Le città come Gubbio, Spoleto, Foligno e Città di Castello hanno una tradizione legata all’artigianato per il ferro battuto e la ceramica.

Il settore terziario si sviluppa attorno alle aree culturali, religiose e naturalistiche; da un paio di anni ha preso forma anche la struttura dell’agriturismo, che richiama molti turisti che voglio sia conoscere la regione da un punto di vista culturale e paesaggistico, ma che non disdegnano la cucina e i buoni prodotti della terra.