COMUNE DI PISTOIA

La città di Pistoia è capoluogo dell'omonima provincia della regione Toscana, il suo territorio è attraversato da diversi torrenti, fra i quali il più importante è l'Ombrone Pistoiese, il quale sfiora la città; a seguire troviamo il fiume Pescia, mentre il fiume Reno e il fiume Lima nascono sull'Appennino Pistoiese ma scorrono uno nella regione dell'Emilia Romagna e il secondo attraversa la provincia di Lucca per confluire nel fiume Serchio, queste riserve idriche sono sfruttate anche per le irrigazioni nei campi agricoli. Fra le cime Appenniniche quella più elevata è quella dell'Abetone (1388 m.) a confine con l'Emilia Romagna e Monte Caligi (1457 m.) a confine con la provincia di Lucca.
 
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Pistoia fu una città Etrusca, creata come zona cuscinetto a difesa della città di Prato. Nel II sec. a.C. fu territorio Romano e sempre per scopi militari fu un importante avamposto nella guerra contro le popolazioni Liguri. Successivamente alle scorrerie del periodo barbarico e alle prime luci del Medioevo, Pistoia nell'XI sec. fu un libero comune, ma nel '300 fu da prima territorio posto sotto il dominio di Lucca e successivamente nel 1351 divenne possedimento fiorentino. Con il governo dei Medici e dei conti di Lorena, la città di Pistoia potè contare su una rifioritura della propria città.

L'economia della città di Pistoia è basata principalmente su di un tessuto industriale composto da industrie meccaniche, tessili ed abbigliamento. Il settore primario pone in primo piano i prodotti tipici della zona: viti, olivi e alberi da frutta, a questi si unisce anche la floricoltura. Per quanto riguarda il turismo è più radicato nella provincia dove si trovano i centri termali di Montecatini Terme e Monsummano Terme, oltre alla zona dell'Abetone il quale nei periodi invernali diventa un polo attrattivo per gli amanti dello sci.

Il Duomo trecentesco di Pistoia fu realizzato in stile romanico ed intitolato a San Zeno, sorge sulle antiche fondamenta di una precedente chiesa paleocristiana, accanto al tempio svetta il campanile che sfiora i 67 metri, terminante in una cuspide.
La facciata è composta da tre ordini di logge e da un portico, in quest'ultimo si trova l'opera di Andrea della Robbia, un bassorilievo collocato nella lunetta centrale del portico, raffigurante la “Madonna con Bambino”; la facciata culmina con le statue dei santi: Zeno e Jacopo, collocate rispettivamente sulle due cuspidi
L'interno è suddiviso in tre navate sorrette da pilastri culminanti in capitelli, la navata centrale presenta una copertura con volte a crociera, diversamente dalle due laterali con copertura a volta. Tuttavia questa copertura fu rimossa durante una serie di restauri nel corso dell'800 riportando alla luce il soffitto ligneo.
Il presbiterio rispetto alla pavimentazione ha una posizione rialzata, in quanto sotto di esso fu realizzata la cripta.
All'interno del tempio si trovava la cappella intitolata a San Jacopo, dove fu collocata la dossale, l'opera fu realizzata in stile gotico fra il XIII e XV sec., oggi questo gioiello di oreficerie si trova nella Cappella del Crocefisso.

L'edificio del battistero è dedicato a San Giovanni Battista,  il quale fu costruito nel XII sec. in stile gotico, su progetto di Diotisalvi e terminato nel '400. I quattro portali sono incastonati fra colonne, l'impianto si sviluppa su una pianta di forma circolare avente un diametro di 107 metri, sopra il quale si erge la volta, sorretta da pilastri, sopra i quali si trova il matroneo. Al centro della grande aula si trova il fonte battesimale di forma ottagonale, mentre attorno furono collocati quattro fonti minori.

La basilica fu costruita per custodire come uno scrigno l’immagine trecentesca della “Madonna dell’umilta’” la quale si riteneva già in quel tempo fosse un’immagini da straordinari poteri. L’edificio fu progettato nel XV sec. da Giuliano Sangallo, mentre la cupola la si deve a Giorgio Vasari, ma quest’ultima fu completata da Bartolomeo Ammannati e Jacopo Lafri. L’interno è suddiviso in due sezioni, la prima è occupata dal vestibolo sormontata da una volta a botte, la seconda è un ambiente ottagonale.

La chiesa di sant'Andrea fu realizzata nel 1100 in stile romanico, la facciata presenta cinque arcate sorrette da colonne abbellite da rombi e dalla presenza dell'opera dei fratelli Adeodato che raffigurarono l'adorazione dei Magi. All'interno si trova il “Pergamo” una statua scolpita dalla mano di Giovanni Pisano, essa è sorretta da sette colonne, ognuno delle quali poggia su un diverso simbolo: leoni, figura umana di Adamo, grifo, aquila e dal Leone impersonificazione di Cristo. La struttura presenta anche raffigurazioni dei profeti dell'antico testamento: l'annunciazione, l'adorazione dei Magi, il presepio, la strade degli innocenti, il giudizio universale e la crocifissione. All'interno della chiesa si trova un'altra opera di Giovanni Pisano: un crocefisso ligneo e il fonte battesimale.

La chiesa intitolata a San Bartolomeo fu edificata nel XII sec. , ai lati della facciata sono collocati due leoni che sotto i loro artigli stringono un uomo e un drago. All'interno del tempio si trova un tavolato composto da otto sezioni dove fu rappresentata la vita di Cristo, opera di Guido da Como, la lavorazione iniziò nel XIII sec. e venne conclusa dopo dieci anni.

L'edificio fu costruito nel '200 sulla sponda sinistra del fiume Arno, con la funzione di oratorio e rimaneggiato pesantemente nel secolo successivo. La chiesa fu realizzata in stile gotico pisano, per la quale fu utilizzato come materiale di costruzione il marmo bianco e grigio a fasce alterne, l'edificio termina con decorazioni a guglie ed edicole, ove è anche collocata una copia della statua della Madonna con Bambino di Nino Pisano, mentre l'originale è custodita nel museo di San Matteo.
La facciata presenta due portali adornati da altrettanti archi che si intersecano in un pilastro sovrastato da un'edicola, la quale racchiude la statua della Madonna con bambino attorniata da due angeli.
L'interno è composto da un'unica navata, la quale è separata dal presbiterio da tre arcate, nel tabernacolo è custodita la famosa reliquia della spina della corona di Cristo messo in croce. Purtroppo nel tempo la chiesa ha subito vari danni a causa dell'esondazione del fiume, per tale ragione durante il corso dell'800 fu smontata e ricostruita com'era nel luogo in cui si trova ora, poco più a monte.

L’edificio fu edificato nel XIII sec., tuttavia la sua struttura continuò a modificarsi nei secoli sino ad arrivare alla composizione attuale. Durante la vita della chiesa i suoi ambienti furono anche usati come deposito, questo secondo indirizzo di utilizzo rovinò molti degli affreschi che ne abbellivano gli interni. Fra gli affreschi più importanti si ricorda quello collocato nel coro raffigurante momenti della vita di San Francesco.

Lungo Via Camillo Benso Cavour si affaccia il lato sinistro della chiesa intitolata a San Giovanni, una imponente struttura realizzata in marmi bianco e verdi, decorata da una sequenza di semipilastri adornati da capitelli, sui quali poggiano altrettante arcate, sopra le quali si sviluppavano due ordini di colonne candide terminanti in capitelli e archetti. All’interno non resta nulla di quello che potevano essere gli affreschi che un tempo ne rivestivano le pareti.
La chiesa fu edificata nel 1.100 in stile romanico, ma ultimata solo nel XIV sec.; lungo la sezione di sinistra fu realizzato un bassorilievo collocato nell’architrave con la raffigurazione dell’ultima Cena di Gesù. All’interno della chiesa è custodita un’acquasantiera opera di Giovanni Pisano sulla quale raffigurò diverse allegorie della virtù umana.

La chiesa di San Paolo si trova lungo Corso Silvano Fedi, le cui fondamenta risalgono a prima dell’anno 1000, la chiesa tuttavia è stata rimaneggiata nel corso dei secoli, fino all’incendio nel XIX sec. che ne distrusse parte della struttura. La facciata è realizzata in pietra, con verdi policromi, fortunatamente è rimasta inalterata nel tempo mantenendo intatto lo stile gotico originario.

Nella sezione del basamento sono presenti gli stemmi delle famiglia che perseverarono la causa della costruzione della chiesa, nella fascia sovrastante si trovano due arcate a sesto acuto per lato realizzate in pietra bianca e verde, al centro spicca il portale ligneo adornato da esili semicolonne culminanti in capitelli reggenti archi a tutto sesto concentrici, all’interno dei quali è posta una lunetta realizzata a bassorilievo, la decorazione del portale continua con un rosone a fiore in pietra rossa, adornato da due guglie laterali, mentre al centro fu collocata la statua del santo. La facciata termina la sua cura stilistica con una sezione di archi poggianti su colonnine, sopra i quali corre un cornicione a conclusione del classico stile a capanna con un finto rosone murato. Adiacente alla chiesa si trova il campanile in pietra a base quadrata culminante con una guglia, nel quale fu installato l’orologio.

L'Ospedale del Ceppo fu una istituzione di assistenza costituita nel XIII sec., la facciata dell'edificio presenta un portale cinquecentesco in stile fiorentino ornato da medaglioni e fregi, questi ultimi raffigurano le opere di misericordia e le virtù. Quest'opera fu il risultato del genio di Giovanni della Robbia, Benedetto Buglioni e Filippo di Lorenzo Paladini. Oggi l'edificio ospita il Museo dei Ferri chirurgici, alcuni dei quali sono originali del XVII sec.

Il palazzo della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia si trova adiacente la centrale piazza del Duomo di Pistoia, il palazzo fu edificato nell’800 con lo sgombero e la demolizione di altre abitazioni. Agli inizi del ‘900 la cassa di Risparmio acquista la proprietà di casa Vannucci e attraverso un nuovo progetto edilizio realizza l’unificazione con la retrostante abitazione, la quale venne ridisegnata in stile moderno del tempo.

L’edificio originale della sede della banca si affaccia su via Roma e presenta una elevazione su due piani, sino al primo piano il rivestimento adottato fu in stile bugnato, mentre il secondo fu lasciato in calce e dipinto di bianco. L’intersezione fra il pian terreno e il primo piano è evidenziato da un cornicione con decorazione a bassorilievi e stemmi, concludendosi all’angolo destro con un balconcino in pietra, il secondo piano è adornato da bifore, mentre il terzo piano è distaccato per mezzo di un semplice cornicione, sul quale scorrono semplici monofore.

La costruzione dell'edificio iniziò a partire dal XIII sec. per essere ampliato nei secoli successivi. Nel '600 venne realizzato un cavalcavia che mettesse il palazzo in comunicazione con il Duomo. La facciata in pietra è divisa in due ordini di finestre in stile gotico, ove risalta l'arme Medicea con il simbolo di papa Leone X. L'accesso al palazzo è permesso attraverso un portale con battenti in legno,  giungendo nel cortile interno si può ammirare la scultura di Marino Marini raffigurante il “Miracolo”. Oggi il palazzo del Comune ospita il Museo Civico dove sono esposte opere che ricoprono un periodo storico a partire dal XIII al XX sec. , il cui circuito espositivo si sviluppa su tre piani. Fra le varie opere catalogate spiccano quelle del Ghirlandaio, Giovanni Michelucci ed opere commissionate da Niccolò Puccini.

Il palazzo trecentesco dei Panciatichi apparteneva alla omonima ricca famiglia di banchieri dell’epoca medioevale, qui alloggiarono Papa Alessandro V e Lorenzo il Magnifico. Il palazzo fu incendiato durante i disordini nel 1500 e successivamente ricostruito, nello stesso secolo fu acquistato dalla famiglia Cellesi. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu bombardato e cadde in rovina, fino al 1964 quando si iniziarono i lavori di restauro. Oggi il palazzo ospita uffici privati e quelli del Comune di Pistoia. Il palazzo si eleva su tre livelli decorato a bugnato, le finestre sono ornate da croci in pietra, elemento che si fa risalire allo stile gotico della nascita del palazzo stesso.

Il cinquecentesco palazzo ospita il Museo Diocesano, ove sono raccolte opere provenienti dalle chiese del territorio. Sempre nello stesso stabile si trova il Museo Clemente Rospigliosi ove sono esposti pezzi di età seicentesca.

Nel XIV sec. questa struttura ospitava al suo interno l’ordine ospedaliero di Sant’Antonio, chiamati anche “Tau”, il loro simbolo con il quale si potevano identificare era una “T” azzurra che solitamente era apposta sul mantello. L’adiacente chiesa racchiude importanti affreschi di Niccolò di Tommaso, oggi il convento accoglie la Fondazione “Marino Marini”  dove sono raccolte molte opere dell’artista, a questa sezione si affiancano anche la biblioteca e una fototeca.

Il palazzo fu edificato nell’anno 1000 con una forma fortificata, per poi essere rimaneggiato successivamente acquistando le connotazioni di palazzo signorile. La dimora si eleva su due livelli, a piano terra si nota quello che doveva essere il rivestimento delle mura del palazzo, che non furono mai ultimate, utilizzando la sequenza di marmi bianchi e verdi;

al primo piano si apre un portico dove si alternano delle alte monofore con archi a tutto sesto intervallati da stemmi, al secondo piano furono realizzate delle bifore adornate da semicerchi in pietra. Nel XVIII sec. il palazzo fu venduto e subì diverse modifiche per far spazio ad abitazioni e negozi, fino a quanto nel 1976 la cassa di Risparmio ne acquistò la totale proprietà e ne avviò i restauri.
Sempre in questo stabile si trova il Museo capitolare di San Zeno, fra i vari pezzi esposti quello più importante è il Tesoro dell'Opera di San Jacopo.

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